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giovedì 25 aprile 2024

2024 L18: Caryl Férey - Okavango

 


Gallimard, 2023

Engagée avec ferveur dans la lutte antibraconnage, la ranger Solanah Betwase a la triste habitude de côtoyer des cadavres et des corps d'animaux mutilés. Aussi, lorsqu'un jeune homme est retrouvé mort en plein coeur de Wild Bunch, une réserve animalière à la frontière namibienne, elle sait que son enquête va lui donner du fil à retordre. D'autant que John Latham, le propriétaire de la réserve, se révèle vite être un personnage complexe. Ami ou ennemi ? Solanah va devoir frayer avec ses doutes et une très mauvaise nouvelle : le Scorpion, le pire braconnier du continent, est de retour sur son territoire...
Premier polar au cœur des réserves africaines, Okavango est aussi un hymne à la beauté du monde sauvage et à l'urgence de le laisser vivre.

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Grande libro! Lo raccomando a tutte e tutti. Ovviamente sarà nella Top

Un altro 25 aprile: Lotta x la Parità Domestica!

canale YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=DNxY9vjD1D8

qui potete rivedere l'evento



venerdì 19 aprile 2024

Israele – Iran 2-1, partita in corso


Mentre è in corso anche il match Israele – Hamas (e tutti gli abitanti di Gaza), col risultato di 36.000 a 1.700, nonché quello tra Ucraina e Putin, risultato in bilico, mi è capitato di leggere un articolo di un autore che mi piace molto, Tahar Ben Jelloun. Ieri su Repubblica scriveva della guerra nella striscia di Gaza; due frasi mi sono saltate agli occhi, la prima:

“L’uomo, tuttavia, è incorreggibile. Si direbbe che sia nato per fare la guerra, soprattutto quando è al comando. “

E la seconda:

“La guerra, questa guerra in particolare, non costruisce la pace, alla fine dei conti.”

Mi trovo molto d’accordo con queste frasi, in particolare la prima. Basta guardare indietro negli anni e i conflitti, oserei direi tutti i conflitti, sono nati per mano dell’uomo, inteso come maschio. Probabilmente il limite di Ben Jelloun è quello di essere un maschio anche lui, molto attento a tante problematiche ma sicuramente lontano dal riconoscere che la centralità del patriarcato nello strutturare queste nostre civiltà guerriere, deve essere combattuto da tutte le persone di buon senso. Togliere potere al maschio e ridistribuirlo in maniera più equa, vuol dire pensare a una società che possa vedersi con meno animosità, con maggiore sorellanza e che, come fanno in genere le donne, cerchi soluzioni nel dialogo e nella negoziazione con gli/le altri/e. 

Se continuiamo a disquisire su chi abbia ragione e chi abbia torto, in questo come in mille altri conflitti, senza dire una parola sulla sovrastruttura patriarcale, senza una proposta politica che vada contro questo sistema e privilegi l’uguaglianza sul serio, allora ha ragione Ben Jelloun a dire che la guerra non costruisce la pace. Ma sono anche inutili gli appelli e le manifestazioni per la pace che organizza il Papa, i movimenti pacifisti e tanti altri, che non mettono mai al centro la questione patriarcale. 

Il mondo dominato dai maschi ha sempre portato guerre con, eventualmente, brevi periodi di pace da qualche parte, ma con presenza costante di conflitti in altre parti del mondo. Se togliamo di mezzo la Sgra Thatcher, non mi viene in mente nessuna donna che si sia messa in testa di andare a guerreggiare per una religione, un pezzo di terra o altro.

La mia volontà di pace passa per la lotta al patriarcato, partendo dal cuore del problema, cioè il punto centrale laddove le asimmetrie di potere trasformano la vita di maschi (in dominatori) e femmine (in dominate): la sfera domestica. E’ su questo punto che spero sempre che altre forze, movimenti o altro, si sveglino e comincino a capire dove si deve cominciare. 

 

 

mercoledì 17 aprile 2024

2024 L17: Abir Mukherjee - Les princes de Sambalpur

Folio, 2020

 Le prince Adhir, fils aîné du maharajah de Sambalpur, est assassiné sous les yeux du capitaine Wyndham et du sergent Banerjee, de la police de Calcutta. C’est à eux qu’il avait confié, juste avant l’agression, être menacé par des lettres anonymes. Décidés à élucider les raisons de ce meurtre, l’inspecteur et son adjoint vont suivre la piste des mystérieuses missives jusqu’à Sambalpur, petit royaume de l’Orissa, célèbre pour ses mines de diamants. Le vieux maharajah, entouré de ses femmes et de centaines de concubines et enfants, semble très affecté par la mort de son fils et décidé à demander l’aide officieuse de la police de Calcutta. Nombreux sont ceux qui, à la cour, auraient eu intérêt à se débarrasser du prince Adhir et de ses idées progressistes. À moins que le fait qu’il soit à présent le successeur désigné au trône ne fasse de Punit, son frère cadet, le principal suspect. Mais quand ce dernier est victime d’une tentative d’assassinat lors d’une chasse au tigre, les cartes sont rebattues. La clé de l’histoire se trouve peut-être au cœur du zenana, le harem du maharajah, où un certain confinement n’empêche pas toutes sortes de rumeurs de circuler…

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Ancora un ottimo libro di Mukherjee che potrebbe finire nella Top dell'anno!

martedì 2 aprile 2024

Sfera domestica e sfera pubblica - Marea 1-2024

Sfera domestica e sfera pubblica




 

Paolo Groppo, Laura Cima, Marco D’Errico

 

Carole Pateman così riassumeva la questione: “La dicotomia tra il privato e il pubblico è centrale in quasi due secoli di scritti femministi e di lotta politica; è, in definitiva, ciò su cui verte il movimento femminista”.[1] Negli anni 70, a partire dal gruppo Lotta Femminista di Padova, emersero importanti filoni di ricerca su questa tematica. La prima elaborazione, di Mariarosa Dalla Costa, integrata da Selma James e Silvia Federici, introdusse le nozioni di lavoro domestico e riproduzione sociale[2], mettendo in discussione la posizione marxista secondo cui il lavoro domestico non sarebbe “produttivo”. Da lì emerse la campagna per il salario domestico che mantiene una sua attualità fino ai giorni nostri.[3] Un altro filone venne sviluppato da Antonella Picchio che, partendo dalla stessa base, e cioè l’importanza del lavoro di cura non salariato svolto in maggior parte delle donne, e condividendo le stesse critiche sollevate da Dalla Costa contro quella sinistra (dalla quale provenivano) che «non ha mai capito l'importanza sociale del lavoro non retribuito e ha distolto lo sguardo da tutto ciò che non è lavoro salariato», pose al centro delle sue riflessioni una visione del sistema economico in grado di contenere tanto il processo di produzione capitalista e il processo di riproduzione sociale della popolazione.

 

Alla Conferenza mondiale delle donne celebrata a Pechino nel 1995, Picchio formulò la proposta di conteggiare il lavoro domestico nel PIL nazionale, così da rendere evidente la sua importanza. Dal suo punto di vista, di estrema attualità, la conciliazione tra condizioni di vita e condizioni di lavoro salariato non è un problema femminile, ma piuttosto è il problema del sistema produttivo nel suo complesso.[4] Per questa ragione, le politiche di pari opportunità, per essere efficaci, devono passare per un cambiamento delle regole e delle relazioni fondamentali, che strutturano il mercato del lavoro, in generale, rispetto a tempi, spazi, adeguatezza dei salari, stress, sicurezza.[5]

 

Sulla scorta di lavori anteriori[6], assieme ad un gruppo misto di persone di varia provenienza, abbiamo promosso una riflessione che va nella direzione delle proposte di Picchio e cioè un cambio nelle relazioni uomo-donna all’interno della sfera domestica, per far sì che questi ultimi si facciano carico della loro parte di compiti, così da liberare tempo femminile. Una riflessione quindi non centrata sul valore del lavoro non salariato nella riproduzione del sistema capitalista, ma sulla questione del tempo, da ripartire in maniera diversa e più equa.

 

Su questa base, considerando tutta una serie di compiti necessari per tenere in piedi una coppia/famiglia, abbiamo costruito la proposta di un Indice di Parità Domestica (IPAD). Un indice pensato (inizialmente) per un pubblico limitato, gruppi, associazioni e/o movimenti che esprimono posizioni pubbliche a favore della parità di genere. L’IPAD permetterà di evidenziare la coerenza tra il discorso, la parola e le azioni concrete intraprese al loro interno per stimolare un percorso di cambiamento verso una vera uguaglianza. Per poter trovare però una sua valenza reale e condivisa, è fondamentale che la controparte con cui lavoreremo sia coinvolta e diventi protagonista della costruzione e del successivo monitoraggio, così che l’IPAD diventi “cosa loro” e mostrare come nel corso del tempo il valore migliori. Di fatto l’IPAD servirà, in un primo momento (T°), a rendere evidenti quali siano i reali rapporti di forza all’interno di coppie/famiglie e, di conseguenza, quali e quanti siano gli sforzi da fare per adeguare il discorso pubblico con le pratiche concrete interne. Lo scopo del dialogo e della negoziazione iniziale servirà per aumentare la presa di coscienza esplicita di quante siano le attività necessarie per tenere in piedi una coppia/famiglia, così che la volontà personale dei partner meno coinvolti aumenti.

 

Il quadro concettuale che proponiamo si organizza attorno a tre perimetri:

Uno ristretto: che contiene le attività "centrali" del lavoro domestico. 

Uno intermedio: al primo elenco si aggiungono quelle che siamo più propensi a svolgere solo per piacere e quindi durano più a lungo di quanto sia strettamente necessario.

Uno allargato: ai primi due si aggiungono i tempi di percorrenza, i viaggi in macchina e, per esempio, portare il cane a passeggio.

A questo quadro di base, noi aggiungiamo il carico mentale, come descritto nei lavori di Ana Catalano Weeks.[7] Per ogni perimetro, verranno proposte delle dimensioni (aree tematiche) iniziali, a cui faranno seguito le variabili specifiche (esempio: dimensione: Lavoro domestico; Variabili: Cucinare, Pulizia, Lavanderia …). 

 

Per quanto riguarda il peso delle diverse attività, noi abbiamo scelto di attribuire a tutte lo stesso peso, senza distinguere tra attività più o meno care, più o meno faticose, più o meno lunghe nel tempo. Partendo da una lista indicativa che andrà completata tramite una negoziazione iniziale tra le parti, otteniamo un totale di X attività, alle quali si attribuisce valore -1 se vengono svolte solamente dal partner A; -0.5 se vengono svolte principalmente dal partner A; 0 se vengono svolte in maniera equilibrata dai due partner A e B; +0.5 se vengono svolte principalmente dal partner B; +1 se vengono svolte solamente dal partner B. Per le interviste, useremo un campione statisticamente rappresentativo della popolazione in studio. 

 

La media dell’insieme dei valori trovati, permetterà di stabilire un valore di partenza al momento T°. L’utilizzo della media è prassi abituale nella inferenza statistica. Nel caso dell’IPAD, dato che richiede interpretazioni soggettive sull’uso del tempo di ciascun individuo, l’utilizzo della media risponde a due esigenze: depurare il dato dal bias cognitivo che ognuno di noi metterebbe nelle risposte; e dare un senso di quanto allineate e consapevoli siano le coppie cui ci rivolgiamo. L’IPAD verrà poi misurato più volte nel tempo, perché la parte più interessante è proprio vedere come il bilanciamento cambi. Quindi i valori iniziali a T° assumono tutto il loro significato nel monitoraggio periodico (come è cambiato il valore a T1 e T2 grazie alle azioni specifiche messe in atto dalle/dai responsabili dell’associazione, movimento e/o partito?) piuttosto che nell’analisi spaziale (comparabilità nello stesso anno tra varie istituzioni) che non rappresenta il cuore del problema che vogliamo affrontare.

 

In una società che ha dato un ruolo chiave agli indici, ci sembra che accompagnare il lavoro di lobbying dal basso, con uomini e donne, per una reale condivisione del tempo all’interno della sfera domestica, così che l’uomo assuma la sua parte di responsabilità e si liberi del tempo femminile, per qualsiasi altra utilizzazione, sia una proposta interessante da discutere.



[1] Pateman, C. 1983. Feminist Critiques of the Public/Private Dichotomy, in S.I. Benn - G.F. Gauss

(edd), Public and Private in Social Life, Kent 1983

[2] Daniela A.; Stagno, Ch. 2021. Lo chiamano amore, noi lo chiamiamo lavoro non pagato In: Contratto o rivoluzione! L’Autunno caldo tra operaismo e storiografia[online]. Torino: Accademia University Press

[3] Rosa, K. S. 2022. The Wages for Housework Campaign is As Relevant As Ever. Novara media 

[4] Picchio, A. 2003. Political economy and a life research. Salute Mentale Donna - http://www.salutementaledonna.it/09_2003_reversibita_HTM_file/Picchio_ita.pdf (accesso 17 gennaio 2024)

[5] Picchio, Ibid.

[6] Groppo, P., Cangelosi, E., Siliprandi, E. Groppo, Ch., (prefazione di Laura Cima), 2023. Quando Eva bussa alla porta – Donne, terre e diritti. Ombre Corte, Verona

[7] Weeks, A. C., 2022. The Political Consequences of the Mental Load 

2024 L16: Francesca Giannone - La portalettere

 

Casa Editrice Nord, 2023

Salento, giugno 1934. A Lizzanello, un paesino di poche migliaia di anime, una corriera si ferma nella piazza principale. Ne scende una coppia: lui, Carlo, è un figlio del Sud, ed è felice di essere tornato a casa; lei, Anna, sua moglie, è bella come una statua greca, ma triste e preoccupata: quale vita la attende in quella terra sconosciuta?

Persino a trent’anni da quel giorno, Anna rimarrà per tutti «la forestiera», quella venuta dal Nord, quella diversa, che non va in chiesa, che dice sempre quello che pensa. E Anna, fiera e spigolosa, non si piegherà mai alle leggi non scritte che imprigionano le donne del Sud. Ci riuscirà anche grazie all’amore che la lega al marito, un amore la cui forza sarà dolorosamente chiara al fratello maggiore di Carlo, Antonio, che si è innamorato di Anna nell’istante in cui l’ha vista.
Poi, nel 1935, Anna fa qualcosa di davvero rivoluzionario: si presenta a un concorso delle Poste, lo vince e diventa la prima portalettere di Lizzanello. La notizia fa storcere il naso alle donne e suscita risatine di scherno negli uomini. «Non durerà», maligna qualcuno.
E invece, per oltre vent’anni, Anna diventerà il filo invisibile che unisce gli abitanti del paese. Prima a piedi e poi in bicicletta, consegnerà le lettere dei ragazzi al fronte, le cartoline degli emigranti, le missive degli amanti segreti. Senza volerlo – ma soprattutto senza che il paese lo voglia – la portalettere cambierà molte cose, a Lizzanello.
Quella di Anna è la storia di una donna che ha voluto vivere la propria vita senza condizionamenti, ma è anche la storia della famiglia Greco e di Lizzanello, dagli anni ’30 fino agli anni ’50, passando per una guerra mondiale e per le istanze femministe.
Ed è la storia di due fratelli inseparabili, destinati ad amare la stessa donna.

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Mi associo alle tante e tanti che hanno amato questo libro. Di sicuro nella Top dell'anno.

2024 L15: Deon Meyer - Cupidité

 

Gallimard, 2023

Benny Griessel et Vaughn Cupido, ravalés au rang d'enquêteurs de base pour avoir enfreint les ordres de leur hiérarchie, soupçonnent leur punition d'être liée au meurtre en plein jour d'un de leurs collègues et aux lettres anonymes qu'ils ont reçues récemment. Mais ils n'ont pas le loisir d'approfondir la question car on les charge d'élucider la disparition de Callie, brillant étudiant en informatique.Dans le même temps, Jasper Boonstra, milliardaire et escroc notoire, confie à une agente immobilière accablée de dettes la vente de son prestigieux domaine viticole. Conscient que la commission de trois millions de rands réglerait tous les problèmes de la jeune femme, l'homme d'affaires exerce sur elle un chantage qui la met au pied du mur.A priori, il n'y a aucun lien entre les deux affaires, sauf le lieu, Stellenbosch, au coeur des vignobles du Cap. Mais lorsqu'elles convergent, la cupidité se révèle être leur moteur commun.

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Bella storia ma troppi dettagli che stancano un po'...