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martedì 25 febbraio 2020

2020 L10: Nicolas Lebel - L'heure des fous



Livre de Poche, 2019

Paris: un SDF est poignardé à mort sur une voie ferrée de la gare de Lyon. "Vous me réglez ça. Rapide et propre, qu’on n’y passe pas Noël", ordonne le commissaire au capitaine Mehrlicht et à son équipe : le lieutenant Dossantos, exalté du code pénal et du bon droit, le lieutenant Sophie Latour qui panique dans les flash mobs, et le lieutenant stagiaire Ménard, souffre-douleur du capitaine à tête de grenouille, amateur de sudoku et de répliques d’Audiard...
Mais ce qui s’annonçait comme un simple règlement de comptes entre SDF se complique quand le cadavre révèle son identité. 
L’affaire va entraîner le groupe d’enquêteurs dans les méandres de la Jungle, nouvelle Cour des miracles au cœur du bois de Vincennes, dans le dédale de l’illustre Sorbonne, jusqu’aux arrière-cours des troquets parisiens, pour s’achever en une course contre la montre dans les rues de la capitale.
Il leur faut à tout prix empêcher que ne sonne l’heure des fous...

Autore per me sconosciuto. Libro molto apprezzato. Rischia di essere nella Top dell'anno. 

2020 L9: Aline Plançon - Faux médicaments


Les éditions du CERF, 2020

Pour l'avoir combattue à Interpol, Aline Plançon révèle ici la plus méconnue des faces sombres de la mondialisation : la privatisation des systèmes d'Etat a fait exploser le trafic des médicaments au point de menacer votre santé. Un livre choc contre les nouvelles mafias en col blanc.

Depuis quarante ans, la vente de faux médicaments est en hausse dans les pays pauvres, mais pas seulement. Les dysfonctionnements des systèmes de santé européens aggravent la prolifération d'une médecine frauduleuse.
De 2006 à 2016, Aline Plançon a été responsable du programme international de lutte contre la criminalité pharmaceutique d'Interpol. Elle raconte dans ce livre son expérience, et relate ses découvertes : les produits de santé falsifiés représentent plus de 10 % des médicaments en circulation, tuent plus de 250 000 personnes par an et rapportent plus de 100 milliards de dollars chaque année. Ce business, vingt-cinq fois plus lucratif que celui de l'héroïne, est essentiellement organisé depuis la Chine, l'Inde et le Pakistan, avec la complicité d'industriels et de financiers en col blanc. Le marché de la santé est bel et bien une guerre qui recouvre des enjeux géostratégiques.

Non facile da leggere, ma interessante per scoprire il mondo delle mafie legate ai falsi medicinali, la nuova frontiera della finanza.

domenica 23 febbraio 2020

Anguillara: falliscono anche i 5S, e adesso?


Premetto di non essere anguillarino, dato che ci vivo da poco più di un quarto di secolo. Detto questo, per ragioni personali mi sono dedicato a conoscere un po’ la storia del paese, particolarmente dalla fine dell’800 ai giorni nostri, partendo dall’angolo a me più familiare, quello legato alla terra.

Grazie a letture qualificanti, come “Autobiografia di un paese” di Angela Zucconi, incontri con vecchi testimoni che, dalle ultime invasioni del secondo dopoguerra in poi, hanno avuto la disponibilità di raccontare cosa fosse e come stesse cambiando il paese e la sua popolazione, ho messo a disposizione questo piccolo capitale con una serie di documentari liberamente disponibili sulla rete.

L’idea che mi sono fatto è che la questione della terra sia stata centrale nel rapporto degli anguillarini al loro paese. Poveri in canna com’erano, la decisione di privarli anche degli usi civici che permettevano loro di spigolare, raccogliere legna e quant’altro, li portò a una serie di invasioni fin di primi del 1900, guidati dagli amministratori dell’epoca. Lotte dure, per un bene che consideravano loro, non nel senso di gretta proprietà, ma un bene “comune” per i lavoratori del campo. Erano in tanti, e queste lotte lasciarono il segno, malgrado i molteplici tentativi dei latifondisti dell’epoca, spalleggiati dai loro sodali nei tribunali del Regno, di confermare la logica eterna che il Padrone ha sempre ragione e fa quello che vuole. 

Fu la prima guerra mondiale a incendiare gli animi, con la promessa fatta dal governo del Regno di dare terra ai contadini in cambio del loro impegno sotto le armi. Molti morirono, ma molti tornarono, ricordandosi la promessa fatta. Inutile dire che il Re non aveva nessuna intenzione di redistribuire la terra dei latifondisti ai reduci della guerra. Ecco perché le lotte ricominciarono, più forti di prima: a queste si aggiungevano voci lontane che parlavano di rivoluzione socialista in Russia.

Come diremmo ai giorni nostri, la paura cambiò di campo, e dai poveri contadini si spostò nel campo degli agrari. La reazione fu la creazione del Partito Fascista ad Anguillara, con lo scopo di combattere in modo violento le giuste recriminazioni dei poveri. I Fasci riuscirono a bloccare le giuste rivendicazioni, ma una volta finita anche la seconda guerra, la questione ritornò in superficie e le invasioni, a Vigna di Valle in particolare, ricominciarono.

La soluzione democristiana del problema fu di concedere, attraverso la riforma agraria di De Gasperi, delle terre che, in realtà, appartenevano da tempo agli anguillarini, come mi spiegò con dovizia di particolari il mio vicino di casa, che quegli anni li ha vissuti. Cornuti e mazziati diremmo oggi.

Gli anni 50 portarono un sapore di “sviluppo”, con una domanda crescente di terre da parte di “stranieri”, impiegati dell’Enea o altro. Il valore delle terre, agricole, aumentò velocemente e non credo di sbagliare nel dire che molti paesani videro in quel commercio la possibilità di uscire dalla povertà endemica contro la quale lo Stato centrale sembrava non fare nulla.

Fu un periodo caotico, ovviamente senza strumenti pianificatori e senza una visione d’assieme. Più lontane erano queste terre dal Comune, minori i controlli, dato che i tecnici non avevano a disposizione nemmeno una bicicletta. Fu una trasformazione caotica verso l’urbano, e i segni sotto tutti disponibili per chi volesse farsi un giro del territorio.

Sono quegli gli anni quando due figure emersero nella disputa politica locale. Vico Catarci, missino, e Augusto Montori, comunista. Ancor oggi sono figure ricordate dai vecchi del paese, malgrado le loro note divergenze ideologiche. Il punto comune, iniziato dal primo e portato avanti dal secondo, fu il tentativo di governare questo cambiamento frenetico che stava travolgendo il paese.

Compito difficile, improbo forse, ma resto convinto che sarebbe necessario ritornare a quelle esperienze, per capire i dilemmi nei quali si battevano e per capire le risposte che vennero date. Le difficoltà si originavano dal solito dilemma tra teoria e pratica. L’Italia di quegli anni privilegiava, non da sola, un approccio programmato e pianificato allo sviluppo. Praticamente tutti i paesi occidentali usciti dalla guerra, così come già faceva la Russia dall’altra parte, decisero che l’economia andasse governata attraverso meccanismi di programmazione di medio lungo periodo, per non lasciare il libero mercato imporre le sue leggi. L’idea era ottima, ma questo significava anche pensare a degli strumenti pianificatori locali, i PRG, che contenessero la domanda di suolo, in modo da salvaguardare una cultura contadina e degli spazi che rappresentavano la nostra storia precedente. Le riflessioni che venivano fatte a livello centrale (Roma), dovevano essere quindi seguite anche nei piccoli comuni. Il credo era abbastanza simile tra tutte le forze dell’arco costituzionale, per cui anche il Partito Comunista chiedeva ai suoi possibili futuri amministratori locali di seguire quelle regole.

La realtà però seguiva strade diverse. L’urbanizzazione - con la vendita di piccoli lotti, quasi mai urbanizzati, ai nuovi richiedenti “anguillaresi” - procedeva a passo spedito. Vien da dire che la povertà procedente e la voglia di vivere meglio e dimenticarsi la fame, fosse il motore che mandava avanti questo meccanismo. Il documentario: Anguillara - Il senso del crescere, che copre il periodo dal primo dopoguerra alla fine degli anni 70, racconta questo passaggio chiave.

Augusto Montori si trovò davanti a questa disgiuntiva: un Partito che gli chiedeva una fedeltà a principi illuminati, e cuoi concittadini, con i quali era cresciuto e con i quali aveva condiviso la fame e la povertà - come ci ha raccontato suo fratello nel libro dedicato a “Tempesta” pubblicato l’anno scorso grazie alla dedicazione dell’amica GraziaRosa - che esigevano dell’altro. Tentativo difficile, che alla fine produsse il primo piano regolatore.

Al di là del risultato, fu il metodo che mi interessò e mi interessa ancor oggi. Ascolto, dialogo, negoziazione, a volte baruffe e minacce, portarono a una concertazione che fece approvare il piano. La storia racconta poi come finì l’avventura di Augusto, politica e personale, ma non è questo lo spazio per riaprire quelle pagine.

Son passati gli anni, i decenni, e la questione territoriale resta ancora lì, invitato di pietra di cosa si voglia fare o non fare di questo paese. Come è giusto che sia tante persone hanno lanciato proposte, ovviamente provenienti da visioni anche politiche diverse. Io resto personalmente convinto che, al di là di temi critici, irrisolti dalle ultime tre amministrazioni, di destra, sinistra e grillina, come l’incredibile stato delle nostre strade, la discussione vera è e sarà attorno al destino del territorio di Anguillara. Dubito che sia possibile evitare queste tematiche e non credo personalmente che una nuova lista civica possa essere la soluzione. 

In cuor mio penso che bisognerà studiare meglio l’esperienza di “Tempesta”, per ispirarsi nella necessità di organizzare un metodo pubblico che permetta alle diverse visioni di presentarsi, e che la cittadinanza possa esserne parte attiva. Se non si scioglie questo nodo, rischiamo di continuare a non capire perché anche le future amministrazioni non riusciranno a guidare il futuro del paese ma finiranno impelagate nelle solite beghe partitarie. 


Vecchi testimoni di quell’epoca ce ne sono ancora in vita. Da loro partirei. 

giovedì 13 febbraio 2020

2020 L8: M.C. Beaton - Agatha Raisin Enquête : un Noël presque parfait




Albin Michel, 2019

Bientôt Noël. Le sapin sent le roussi pour Agatha Raisin qui ne digère toujours pas d'avoir été larguée par James Lacey. Pour se forcer à l'oublier, elle se lance à corps perdu dans la préparation du réveillon pour ses amis. Jusqu'à en faire une obsession...
Même le meurtre de Mrs Tamworthy, retrouvée morte après un repas arrosé à la ciguë ne la détourne pas de son but. Pourtant, la riche veuve avait prévenu Agatha : elle était convaincue qu'un membre de sa famille voulait la l'assassiner avant la fin de l'année. Se sentant quelque peu coupable, Agatha part sur les traces du meurtrier, bien décidée à le piéger avant le réveillon pour avoir le temps de préparer sa dinde !

Prima storia di Agatha Raisin: leggero ma simpatico da leggere!

lunedì 10 febbraio 2020

2020 L7: Gérard Mordillat, Bertrand Rothé - Les lois du capital


Seuil 2019

L’économie sidère. Pour le citoyen ou la citoyenne, elle est réputée si dangereuse qu’on n’ose l’affronter. Seuls des experts auto-désignés prétendent pouvoir le faire. Ils tiennent le public à distance en créant une infranchissable barrière de sécurité derrière un jargon compris d’eux seuls.
C’est pourquoi trop souvent l’économie ne se discute pas, elle s’impose à nous. C’est ce que veulent nous faire croire la plupart des « voix » dans les médias et chez les responsables politiques. Mettant en lumière les concepts fondamentaux de l’économie : le travail, l’emploi, le salaire, le capital, le profi t, le marché, Les Lois du capital prouve que l’on peut parfaitement débattre de ce sujet qui gouverne nos existences quotidiennes. 
Serait-il temps de tout changer ? Le système néolibéral qui régit notre société arriverait-il à son terme ? Serions-nous à un moment critique où, comme l’écrivait Gramsci : « le vieux monde se meurt, le nouveau tarde à apparaître » ?
Libro che consiglio molto, in particolare ai miei giovani e non più giovani amici professionisti delle questioni dello sviluppo. 

2020 L6: Alain Mabanckou - Petit Piment


Seuil, 2015

L'histoire de Petit Piment, un jeune orphelin effectuant sa scolarité dans une institution d'accueil catholique. Lors de la révolution socialiste, il en profite pour s'évader. Adolescent, il commet toutes sortes de larcins. Il trouve refuge auprès de Maman Fiat 500 et de ses dix filles. Mais de nouvelles épreuves lui feront perdre la tête.

Un testo simpatico, più all'inizio che alla fine dove si ha l'impressione che l'autore avesse un po' voglia di chiudere rapidamente la storia. L'impressione è di un racconto incompleto, che ti avvicina all'Africa (Congo) ma senza entrarci troppo. Peccato.