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martedì 28 maggio 2019

Elezioni Europee: Io, Julia Mwito, contadina africana, … LIBAMBOS




Mi chiamo Julia Mwito e sono una contadina africana. Una di quelle che lavorano sempre la terra, la “machamba” come la chiamiamo noi, per produrre un po’ di manioca, qualche pomodoro e pochi fagioli; poi a casa per occuparmi delle mie figlie, andare a cercare l’acqua, la legna, cucinare, pulire e, una volta alla settimana, andare al mercato per cercare di vendere un po’ dei miei prodotti perché servono anche soldi in questa vita.

Mia figlia maggiore è morta, violentata e ammazzata a causa di un pezzo di terra che mi aveva lasciato mio marito. Ma oggi non vi scrivo per quello. Oggi vi scrivo perché ho seguito anch’io le vostre elezioni europee, chi ha vinto e chi ha perso. Assieme ad alcune amiche della nostra cooperativa, abbiamo anche imparato a cercare su internet, grazie all’aiuto di una piccola ONG che ci permette di usare il loro computer ogni tanto. 

Siamo andate a cercare i vostri programmi per quanto riguarda noi. Di chi ha vinto e di chi ha perso. Vi ricordate che siete voi a mandare i vostri prodotti agricoli qui da noi a prezzi così bassi che noi non riusciamo a vendere i nostri nemmeno qui nel nostro mercatino? Vi ricordate che sono le vostre imprese che vengono qui a prenderci la terra e a cacciarci via, tutto in nome di quel vostro Dio che chiamate Progresso? Vi ricordate ancora delle tante promesse che avete fatto da 30 anni a questa parte per aiutare una svolta democratica dell’Africa, salvo poi essere i primi a fare affari con quei corrotti dei nostri governanti?

Non vi chiedo di accettare i nostri emigranti, ma si vi chiedo perché continuate a distruggere le nostre economie, i nostri territori, non rispettate la nostra gente, ci mandate la vostra spazzatura e appoggiate quelle politiche che voi avete inventato, che chiamate di libero mercato, libero per chi? Per voi sicuramente, ma non certo per noi. 

Avete votato, alcuni hanno vinto e altri hanno perso. Fate bene a preoccuparvi con il cambio climatico. Ma sempre a casa vostra, da noi non vi interessa molto. Difendete i diritti dei cittadini, bravi, il diritto alla scuola, alla salute, ancora bravi, ma mai che vi sia venuto in mente di aiutarci a cambiare sul serio anche qui: siamo inondati dalle vostre belle parole, dalle vostre elemosine, ma quando si tratta dei nostri prodotti, dei nostri diritti, per quelli non avete mai posto. Nemmeno una parola abbiamo trovato su quei vostri programmi. Niente, assolutamente niente.

Guardatevi in faccia, anche voi giovani, e poi fatevi un bel esame di coscienza. Io devo tornare a diserbare la mia “machamba”.


PS. Julia Mwito è uno dei personaggi del mio romanzo Libambos, che tratta dell’accaparramento delle terre in Africa, pubblicato da Elmi’s World nel 2016

lunedì 27 maggio 2019

2019 L26: Haruki Murakami - 1Q84 libro 1



Belfond, 2011

Le passé - tel qu'il était peut-être - fait surgir sur le miroir l'ombre d'un présent - différent de ce qu'il fut ?

Une oeuvre hypnotique et troublante.
Un roman d'aventures.
Une histoire d'amour.
Deux êtres unis par un pacte secret.

Dans le monde bien réel de 1984 et dans celui dangereusement séduisant de 1Q84 va se nouer le destin de Tengo et d'Aomamé... 

Questo è quanto scrivono ufficialmente... poi capita che il lettore non sia d'accordo e trovi il libro falloso e basta, tanto da fermarsi al primo libro.

martedì 21 maggio 2019

A MANÀ è arrivato!



Esce oggi la mi biografia professionale, dagli inizi all’OCSE ai quasi trenta anni alla FAO. Per le amiche e gli amici FAO, riceverete un messaggio in questi giorni, spedito da alcune colleghe che mi aiutano a far conoscere questa storia vissuta con tanta intensità. Se qualcuno del gruppo EXFWIROMA così come del FFOA fosse interessato, potete comprarlo via la casa editrice oppure possiamo organizzarci in altro modo dato che ogni tanto passo a incontrare gli amici in FAO. 
Una delle mie correttrici mi ha detto che questo libro andrebbe fatto conoscere anche fuori dalle nostre quattro mura, perché può servire di ispirazione ai tanti ragazzi e ragazze che lavorano nel mondo della cooperazione e che misurano con mano le difficoltà di cambiare questo mondo. Nel mio piccolo, assieme a tanti colleghi e colleghe, e molti giovani o, oramai, “ex-giovani”, ci abbiamo provato e qualcosa siamo riusciti a smuovere. Non abbastanza per rimanere fino alla fine, dato che sono riusciti a mettermi fuori. Comunque ne è valsa la pena.

Il libro è dedicato a Marcel Mazoyer, senza il cui insegnamento non avrei mai capito a che gioco stavo giocando! 
alle altre persone importanti nella mia vita professionale: Hartmut, S.; Winnie, W.V.; Antoine, S.; Marcos, L.; José, “Pepe” E.; Valter, B. 
e al mio fratello di lotte Fritz R., che ci ha lasciato nel 2004 

Fame significa esclusione. Esclusione dalla terra, dal lavoro, dalla paga, dal reddito, dalla vita e dalla cittadinanza. Se una persona arriva al punto di non aver nulla da mangiare, è perché tutto il resto le è stato negato. È una forma moderna di esilio. Di morte durante la vita. 
Josué de Castro 
La lotta dell’uomo contro il potere è la lotta della memoria contro l’oblio. Milan Kundera 
Sommario
Prologo 
La FAO: cos’è e cosa avrebbe potuto (o dovuto) essere 
La questione della riforma agraria e dei regimi fondiari nella FAO 
Radici  
Parigi 
Marcel Mazoyer in breve  
Quegli anni all’OCSE  
FAO all’orizzonte 
Due anni a Santiago  
Roma, gli inizi 
Il servizio della riforma agraria della FAO  
Il primo Direttore Generale africano 
Dalla riforma agraria al Programma nazionale di appoggio all’agricoltura familiare (PRONAF) 
Il primo grande nemico 
La rivista Riforma agraria, colonizzazione e cooperative della FAO  
Il programma terra in Mozambico 
Colombia: almeno ci abbiamo provato  
Angola 1999 - 2001  
Angola 2001 - 2006 
Angola dal 2006 all’oggi  
La pagina del silenzio 
Il ritorno della riforma agraria: la Conferenza di Porto Alegre (ICARRD) 
Le direttive volontarie (VGGT)  
Paraguay 
I miei “ex-giovani” 
Dialogo, negoziazione e concertazione 
Genere 
Land Portal  
Conflitti 
Esilio a Bangkok 
L’uomo che quasi riuscì a distruggere la FAO 
Quasi un post-scriptum  

Cosa resta di tutto questo 

lunedì 20 maggio 2019

2019 L25: Pierre Lemaitre - Couleurs de l'incendie


Le livre de poche, 2019

Février 1927. Le Tout-Paris assiste aux obsèques de Marcel Péricourt. Sa fille, Madeleine, doit prendre la tête de l'empire financier dont elle est l'héritière, mais le destin en décide autrement. Son fils, Paul, d'un geste inattendu et tragique, va placer Madeleine sur le chemin de la ruine et du déclassement.
Face à l'adversité des hommes, à la cupidité de son époque, à la corruption de son milieu et à l'ambition de son entourage, Madeleine devra déployer des trésors d'intelligence, d'énergie mais aussi de machiavélisme pour survivre et reconstruire sa vie. Tâche d'autant plus difficile dans une France qui observe, impuissante, les premières couleurs de l'incendie qui va ravager l'Europe.

Stranamente a me è piaciuto più del primo. Possibile candidato alla Top.


Europee 2019: votate chi volete, ma ricordatevi …



La solfa che ci propinano tutti i partiti che possiamo definire “democratici” (a esclusione quindi dei fascisti e della banda di Salvini), è che bisogna fare le riforme, e con quelle ripartirà lo sviluppo. 

Provate a leggere nei programmi di questi partiti in vista delle elezioni europee e troverete questa unanimità. Poi certo ognuno prova a dire qualcosa di diverso, ma se poi riandiamo agli anni recenti, quando al governo c’erano gli uni o gli altri, le politiche messe in atto erano abbastanza simili nei contorni generali.

Un punto comune a tutti questi partiti, ai quali aggiungo i fascisti e la banda Salvini, è la loro totale assenza dal dibattito sulla lotta all’ottimizzazione fiscale. Quest’ultima è una pratica, diversa dall’evasione fiscale, che permette alle grandi e grandissime imprese che operano su scala continentale o mondiale, di rimpatriare gli utili in quelle sedi fiscali dove viene permesso loro di pagare poco o nulla di tasse. Un recente rapporto del Senato francese ricordava come le imprese con oltre duemila (2000) salariati, pagavano solo il 4,1% di tasse!

Una stima dei soldi persi grazie a queste pratiche, che noi europei conosciamo bene dato che abbiamo eletto come capo della Commissione la volpe Junker, il mago dell’ottimizzazione fiscale lussemburghese, si aggira, secondo la stessa Commissione UE, fra i 50 e i 70 miliardi di euro l’anno! (http://www.europarl.europa.eu/legislative-train/theme-deeper-and-fairer-internal-market-with-a-strengthened-industrial-base-taxation/file-quantification-of-the-scale-of-tax-evasion-and-avoidance), una stima che lo stesso rapporto indica come “bassa”. Insomma, non stiamo parlando di “bruscolini” come avrebbe detto Totò.

Ricordiamo che in questa stima non si include la vera e propria evasione fiscale che, secondo il Partito Democratico, sottrarrebbe 110 miliardi alle casse dello stato ogni anno (https://www.partitodemocratico.it/primo-piano/un-piano-per-litaliadal-pd-alternativa-credibile/).

Viene da chiedersi quindi come mai nessuno dei partiti in lizza abbia messo la lotta all’ottimizzazione fiscale come priorità numero uno, dato che con quei soldi si potrebbero pagare sia parte del debito pubblico sia le politiche sociali e ambientali necessarie al nostro paese. 

Quanto poi alla lotta all’evasione fiscale, diventata la settimana scorsa una priorità del PD, ovviamente ci si chiede come mai non lo sia stata quando erano loro al governo. 

Insomma, abbiamo in lizza un ventaglio di partiti che nella pratica non hanno mai combattuto le pratiche fraudolente delle grandi multinazionali, non hanno mai lottato per maggiore trasparenza fiscale e non si sono mai realmente interessate all’evasione fiscale che fa sì che un operaio paghi più tasse di un notaio.

Fossi in Francia, saprei per chi votare, ma qui in Italia preferisco non dare il mio voto a chi ha alle spalle una lunga tradizione di non volere ridurre le disuguaglianze economiche e sociali, ecco perché non avrò a votare.


Voi siete ovviamente liberi di andare e di votare per chi vi pare. Ma vi ricordo che poi non avrete il diritto di venire a criticare l’insufficienza delle politiche di governo, la necessità di aumentare l’IVA, il fatto che le GAFA fanno quello che vogliono in Europa e altrove. I soldi ci sono, solo bisogna distribuirli meglio. Se quell’idiota di Salvini fosse andato qualche volta a lavorare al suo posto nel Parlamento Europeo, forse l’avrebbe capito anche lui, invece di blaterare di flat tax e immigrazione. Che ci sia ancora gente disposta a dar credito a un fannullone come lui, mi sorprende parecchio, ma il diritto al voto va rispettato e quindi fate come volete. Basta che non vi lamentiate dopo.

giovedì 9 maggio 2019

2019 L24: Antonio Manzini - Rien ne va plus


Sellerio 2019

Scompare, letteralmente nel nulla, un furgone portavalori. Era carico di quasi tre milioni, le entrate del casinò di Saint-Vincent. Le dichiarazioni di una delle guardie, lasciata stordita sul terreno, mettono in moto delle indagini abbastanza rutinarie per rapina. Ma nell’intuizione del vicequestore Rocco Schiavone c’è qualcosa – lui la chiama «odore» – che non si incastra, qualcosa che a sorpresa collega tutto a un caso precedente che continua a rodergli dentro. «Doveva ricominciare daccapo, l’omicidio del ragioniere Favre aspettava ancora un mandante e forse c’era un dettaglio, un odore che non aveva percepito». Contro il parere dei capi della questura e della procura che vorrebbero libero il campo per un’inchiesta più altisonante, inizia così a macinare indizi verso una verità che come al solito nella sua esperienza pone interrogativi esistenziali pesanti. Il suo metodo è molto oltre l’ortodossia di un funzionario ben pettinato, e la sua vita è piena di complicazioni e contraddizioni. Forse per un represso desiderio di paternità, il rapporto con il giovane Gabriele, suo vicino di casa solitario, è sempre più vincolante. Lupa «la cucciolona» si è installata stabilmente nella sua giornata. Ma le ombre del passato si addensano sempre più minacciose: la morte del killer Baiocchi, assassino della moglie Marina, e il suo cadavere mai ritrovato; la precisa, verificata sensazione di essere sotto la lente dei servizi, per motivi ignoti.

L'ho trovato un po' complicato all'inizio, dato che dava l'idea di essere il seguito di alcune storie precedenti. Poi Pian piano ci si ritrova, e il nostro Rocco nazionale esce in tutto il suo splendore ....

lunedì 6 maggio 2019

2019 L23: Maxime Renahy : Là où est l'argent


Les arènes, 2019

Quand Maxime Renahy, administrateur de fonds à Jersey, réalise que ses informations peuvent intéresser la France, il se propose comme espion – bénévole – à la DGSE. L’employé modèle mesure alors les inquiétudes de l’État français dans de nombreux domaines : banques, monnaie, multinationales, pays amis, etc.
Là où est l’argent dévoile une ingénierie financière organisée telles des poupées russes pour échapper au fisc. L’ex-espion éclaire un monde dévoyé qui délocalise et s’enrichit au mépris de l’humain.
Après avoir jeté le masque, Maxime Renahy offre son expertise aux victimes de ce système écrasant et nous alerte sur l’impunité financière qui déstabilise nos sociétés.
Là où est l’argent raconte le surprenant parcours de Maxime Renahy, un homme soucieux de patriotisme, de résistance et d’intérêt général.

Da leggere. Assolutamente.