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martedì 20 maggio 2025

Colombia 2026. Riforma agraria e uguaglianza di genere: sarà la volta buona?


Nel febbraio del 2026 si terrà a Cartagena, Colombia, una “Conferencia Internacional de Reforma Agraria y Desarrollo Rural”(1), che farà seguito a quella organizzata dalla FAO in Brasile nel Marzo del 2006 (ICARRD)(2).  Avendo fatto parte del segretariato esecutivo della ICARRD, dovendo gestire le complicate resistenze interne alla FAO, i dubbi dei movimenti contadini, le pressioni della Banca Mondiale per indirizzarla verso il “mainstream” dei mercati della terra, mi permetto di scrivere alcune riflessioni e suggerimenti in vista del prossimo evento.

Il mio cammino professionale e personale, si è svolto per una gran parte all’interno della tematica “terra” (riforma agraria, agricoltura familiare(3), diritti comunitari alla terra con attenzione particolare alla questione di genere nello sviluppo territoriale(4)). Lentamente ma sicuramente il tema dell’analisi di genere è diventato, dal mio punto di vista la questione centrale di uno “sviluppo” (concetto spiegato dettagliatamente nel Diccionario del desarrollo)(5)  equilibrato e “sostenibile”: l’asimmetria di potere dentro le mura domestiche o, in altre parole, quella che possiamo chiamare il lavoro di riproduzione sociale(6), frutto del dominio patriarcale, che si tratti del mondo agrario, rurale od urbano.(7)  

L’origine di ICARRD risale agli sforzi (insufficienti / infruttuosi, lascio ai lettori decidere) dei governi del Brasile e delle Filippine in materia di riforma agraria, con programmi appoggiati a livello nazionale dall’unità tecnica della FAO di cui facevo parte. Alla domanda di come coinvolgere la dirigenza FAO a un livello politico più alto, la mia risposta fu di suggerire un’operazione di lobbying congiunto da parte dei due ministri responsabili, che dette i risultati sperati quando il Direttore Generale, Jacques Diouf, in visita in Brasile, alla sollecitazione delle autorità locali rispose che la FAO era pronta per questa sfida.

Le cose non stavano esattamente così, ma la pronta reazione del nostro capo fece capire che il tema faceva parte delle sue priorità, malgrado gli sforzi compiuti dai paesi ricchi appoggiati dalla Banca mondiale, di far sparire anche la terminologia “riforma agraria” e sostituirla con i mercati della terra. Si trattava di una visione che portava avanti un ideale neoliberale favorevole al settore privato del Nord del mondo per impadronirsi delle ricchezze e risorse naturali dei Sud del mondo, senza riconoscere diritti alle popolazioni locali.

In quel periodo stavamo portando avanti un importante programma “terra” in Mozambico, centrato sulla questione di genere, in particolare formando giuristi, tecnici, polizia locale ai contenuti della nuova legislazione fondiaria, nonché aiutando nella sensibilizzazione, assieme a partner locali, di molte donne di tante comunità locali sui loro diritti alla terra così come scritti nella politica e nella legge. Parallelamente, proprio in vista di questo possibile evento internazionale, la FAO finanziò anche un altro progetto per stimolare la cooperazione tra i paesi  “lusofoni” (Angola, Guinea-Bissau, Capo Verde, Sao Tomé & Principe, Timor Leste, Brasile e Mozambico) sulla questione fondiaria e in particolare i diritti delle donne.

Insomma, c’erano le premesse perché il tema diventasse parte dell’agenda principale, cosa che poi non avvenne. Le ragioni, come spesso accade, erano tante e diverse tra loro, ma globalmente possiamo ricondurle a dei rapporti di forza a favore di chi vedeva la “terra” come un’occasione da fruttificare per le insaziabili esigenze del Nord e chi, dall’altra, rivendicava dei diritti per il mondo contadino nel suo insieme, senza indagare troppo sulle asimmetrie di potere esistenti al suo interno.

Anche l’evento parallelo organizzato durante l’ICARRD dedicato al tema terra e diritti delle donne, non vide la partecipazione di molti rappresentanti governativi e dirigenti FAO responsabili del tema. Tutta l’attenzione era rivolta alla negoziazione del documento finale che, per la prima volta, accoglieva istanze portate avanti dai movimenti contadini.

Quello che successe negli anni seguenti è un’altra storia, dal fenomeno del Land Grabbing che arrivò come un fulmine a partire dalla seconda metà del 2008 e dal tentativo, riuscito, dei paesi ricchi, di ridimensionare l’entusiasmo generato da ICARRD attraverso un programma che limitava considerevolmente il dibattito – e la responsabilità dei governi - portandolo dalla necessità di politiche pubbliche di riforma agraria al vago concetto di buona “governance”, su base volontaria. Per ragioni rimaste ad oggi incomprensibili. anche i movimenti contadini, invece di appoggiare gli sforzi del segretariato dell’ICARRD per portare avanti quei principi sanciti nella dichiarazione finale, decisero di seguire il carrozzone delle VGGT.

Sembra corretto comunque ricordare che le manovre messe in atto contro tutto il mondo “campesino”, per far sparire l’agenda della riforma agraria e per sminuire l’apporto dell’agricoltura familiare (anche da parte dello stesso direttore generale della FAO, amico stretto di Lula)(8) erano, e sono ancora, molto forti, il che potrebbe spiegare la perdita progressiva di spazio politico da parte delle forze che si opponevano a questa visione del mondo.

La questione di genere ha però ripreso forza in questi ultimi anni, grazie anche alle spinte arrivate dal basso da parte di donne appartenenti ai movimenti contadini che rivendicavano un cambiamento anche all’interno stesso dei movimenti, non solo contro la violenza domestica ma anche per una diversa e migliore suddivisione dei compiti legati alla riproduzione sociale.

A livello politico sopranazionale, a partire dal 2016 quando per la prima volta il Comitato per la Sicurezza Alimentare (CSA) si parlò dei diritti delle donne(9), sforzi intensi hanno portato a negoziare, all’interno del CSA, delle direttrici (sempre volontarie, quindi non stringenti per i governi) sull’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne e bambine nel contesto della sicurezza alimentare e nutrizionale (2023).(10) 

Come ricordano però le partecipanti al Gruppo di Lavoro di Donne e la Diversità di Genere del Movimento della Società Civile e Popoli Indigeni (MSCPI): ”No hay motivo de celebración, sino que el trabajo debe continuar para eliminar la discriminación de género, revertir el sistema patriarcal de opresión y transformar las políticas para la igualdad de género.”(11)  

Quello che stupisce un osservatore attento come lo scrivente, è la scarsa attenzione che viene data da queste organizzazioni della società civile a quello che succede nella sfera domestica dei propri affiliati e simpatizzanti. Un gruppo di donne contadine della UTT (Unión de Trabajadores de la Tierra, Argentina) hanno denunciato pubblicamente da tempo questo silenzio ipocrita che fa pesare sulle loro spalle tutto il lavoro domestico(12). Non risultano iniziative nazionali o internazionali originate dal basso per promuovere cambiamenti strutturali su questo tema. Per lo più si resta nel solco delle buone dichiarazioni, rinviando sempre a un futuro incerto che mi fa molto pensare, come avrebbe detto Aldo Moro, alle famose “convergenze parallele” destinate a non incontrarsi mai.

Adesso che la data e la sede è stata decisa (Febbraio 2026) resta poco tempo per muoversi ed arrivare con qualcosa che non sia la constatazione di quanto lontani siamo da una parità nella sfera domestica, che si tratti delle famiglie contadine dei tanti Sud che le nostre. 

Per questa ragione, assieme a un gruppetto di persone, uomini e donne, abbiamo ripreso il tema delle asimmetrie nella sfera domestica, cioè nel cuore del lavoro di riproduzione sociale. La nostra proposta si dirige a organizzazioni e istituzioni che abbiano una sensibilità sulla questione dell’uguaglianza di genere. Si tratta di battaglie che, pur partendo dal livello individuale e familiare, solo possono dare risultati se portate nello spazio politico collettivo. 

Crediamo anche sia fondamentale ribadire come non si tratti di una questione limitata alle donne (come lascia pensare il nome del Gruppo di Lavoro di Donne e la Diversità di Genere del MSCPI). È fondamentale associare anche gli uomini (perlomeno quella parte sensibile al tema), in un’ottica che non si limiti a rendere evidenti le asimmetrie (cosa per la quale abbiamo elaborato una proposta di indicatore IPAD – Indice di Parità Domestica)(13) ma che serva di stimolo alle organizzazioni con cui lavoreremo. La nostra ipotesi politica è che, per arrivare a costruire un mondo migliore, sia necessario partire dai comportamenti dei singoli, ben coscienti che la costruzione storica sfavorevole alle donne pesa molto ancora oggi, farli evolvere verso una condivisione maggiore passando dall’azione dei singoli a quella del collettivo che porterà avanti queste istanze nel mondo del policy-making. 

Siamo anche coscienti che cercare di modificare questi rapporti di forza, che scaricano le tensioni del modo di produzione capitalista sui soggetti più deboli all’interno della sfera domestica, richiede uno sforzo immaginativo ma soprattutto alleanze politiche. La prossima Conferenza potrebbe essere l’occasione ideale per portare avanti questa lotta, ma per questo bisogna cominciare ad organizzarsi subito. 

=
(1) https://viacampesina.org/es/ya-es-oficial-cartagena-acogera-la-segunda-conferencia-internacional-sobre-reforma-agraria-y-desarrollo-rural-ciradr20/ 
 (2) https://openknowledge.fao.org/items/2db764b7-4c94-43b8-9e04-84f14a95da8c 
(3) https://old.fondation-farm.org/zoe.php?s=blogfarm&w=wt&idt=1705#cv 
(4) https://www.fao.org/4/me282e/me282e.pdf 
(5) https://www.uv.mx/mie/files/2012/10/sesion-6-sachs-diccionario-del-desarrollo.pdf 
(6) Con questo intendiamo tutte quelle attività che hanno il fine di riprodurre l’umanità. Non solo la generazione di creature umane, ma anche la loro quotidiana rigenerazione, affinché possano essere funzionanti. Si tratta di un lavoro essenziale per il funzionamento del sistema capitalista, svolto gratuitamente in larga maggioranza dalle donne.
(7) https://diversity-development.com/wp-content/uploads/mas-alla-de-la-punta-del-iceberg-paolo-groppo.pdf 
(8) https://www.baseis.org.py/durisimas-criticas-al-titular-de-la-fao-por-un-articulo-suyo-contra-la-agricultura-campesina/ 
(9) https://www.csm4cfs.org/wp-content/uploads/2023/10/ES_Outcomes-of-the-CSIPM-WGD-WG-Evaluation-process-on-CFS-VGs-GEWE.pdf 
(10) https://openknowledge.fao.org/server/api/core/bitstreams/6ba22a88-9369-4f5b-ab67-4edd463ac158/content 
(11) https://www.csm4cfs.org/wp-content/uploads/2023/10/ES_Outcomes-of-the-CSIPM-WGD-WG-Evaluation-process-on-CFS-VGs-GEWE.pdf 
(12) https://uniondetrabajadoresdelatierra.com.ar/genero/ 
(13) https://www.noidonne.org/articoli/il-domestico-politico-cosa-laindice-di-parit-domestica-o-ipad.php 

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