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lunedì 9 ottobre 2023

Dalla Laudato Sì alla Laudate Deum: ma Bergoglio crede ancora in Dio?


La domanda sorge spontanea dopo la lettura di questa seconda enciclica, alla luce del percorso iniziato con la prima, e rimasto incompiuto.

 

Il problema di fondo con la Laudato Sì, malgrado i vari aspetti positivi, era quello di essere un testo scritto da preti maschi che, per definizione, non conoscono il mondo femminile. 

 

Di conseguenza, il richiamo a una maggiore (ipotetica) armonia tra l’essere umano e la natura, dimenticava come il desiderio di potenza dell’Uomo, sia frutto del dominio patriarcale costruito nei secoli, alimentato dalla religione cattolica e sul quale si basa la vita stessa della Chiesa.

 

Avevamo la speranza che, con gli anni e con il dibattito pubblico, qualcuno fra i consiglieri e scrittori del Papa avesse capito il problema e avesse cercato di metterci una pezza.

 

Nulla è stato fatto. L’ignoranza del mondo femminile è diventata ancora più patente quando è stata pubblicata l’enciclica Fratelli tutti che, come il nome indica bene, si dirige come sempre a quel mondo maschile che sembra essere l’unica metà del mondo vista dalla chiesa.

 

Con Laudate Deum la tendenza si è confermata e, forse, peggiorata. Il titolo avrebbe dovuto metterci una pulce all’orecchio: lodate Dio, ma “lodate” chi? Voi! Diverso rispetto a “lodato sia” della prima enciclica. Quasi come se Francesco iniziasse a prendere le distanze dal suo “datore” di lavoro: lodatelo voi che io comincio ad avere dei dubbi.

 

La Laudate Deum può essere riassunta, in modo dissacrante, con poche parole: una Chiesa che si è storicamente battuta contro la scienza (ricordate il povero Galileo, giusto per dirne uno?), ricordandoci a ogni piè sospinto che “sia fatta la volontà di Dio”, anche davanti alle peggiori atrocità mondiali, arriva in questi primi anni del 2000 a sconfessare sé stessa e propagandare la Scienza come verità assoluta. Bene, potremmo dire. Ma allora, una Chiesa che non crede più alla “volontà di Dio” e che si rimette alla Scienza, indica chiaramente che le sue fondamenta cominciano a scricchiolare seriamente.

 

La questione del patriarcato (e della violenza di genere e la pedofilia nelle sue fila) è l’ultimo blocco sul quale si regge la Chiesa cattolica. La Chiesa cattolica non può mettersi in prima fila nella lotta contro il patriarcato, perché allora dovrebbe rimettere in questione il sesso di Dio, non più maschio, il ruolo degli apostoli, tutti maschi e da lì in poi tutta la costruzione fatta sull’asservimento di Maria dentro le mura domestiche e dei maschi dominatori, preti, vescovi e cardinali a dettar legge come un qualsiasi uomo politico. Con l’aggravante di non promettere nulla di buono in terra, ma solo nell’aldilà. Nelle società credulone del passato, questo poteva ancora passare, ma oramai l’altra metà del mondo si è svegliata, e non si accontenta più di generiche prediche per un’armonia dell’Uomo con la Natura o di una populista enciclica contro il cambio climatico.

 

Francesco non può battersi contro il cambio climatico in nome dell’Uomo, perché allora dovrebbe rimettere al centro la questione del potere e della base storica su cui si fonda la volontà di potenza. Cioè dovrebbe ammettere che la questione parte dalla famiglia (tabù intoccabile per la Chiesa) e dal potere maschile che si esercita lì dentro. L’oppressione nella sfera domestica è la base su cui si fonda il capitalismo, quello stesso capitalismo rapace che il Papa, a parole, dice di voler combattere. Ma allora, sii logico caro Francesco: battiti contro l’oppressione maschile nelle famiglie, contro la violenza che si genera lì dentro e che si perpetua con la benedizione della santa romana chiesa.

 

Proprio quando la questione della pedofilia e delle violenze sessuali all’interno della chiesa comincia a venire a galla in tanti paesi e, malgrado le resistenze della tua Curia romana, anche in Italia tu, (vedi l’encomiabile lavoro della rete L’Abuso: https://retelabuso.org) invece di incontrare le vittime ed incoraggiare ricerche indipendenti, aprendo gli archivi segreti, non trovi di meglio che pubblicare una enciclica populista che sembra scritta dai fratelli maschi di Greta.

 

Caro Francesco, le occasioni perse oramai si sprecano, così come il capitale di simpatia che ti circondava all’inizio. Peccato.

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