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martedì 1 febbraio 2022

L'importanza della memoria: dalla Shoah ai "desaparecidos" - Esperanza 10 anni dopo


Germania, 1945. Argentina, 1977. I lager per lo sterminio degli ebrei e le torture e i vuelos de la morte dei dissidenti dell'Erp, l'esercito rivoluzionario del popolo argentino, i 30mila desaparecidos strappati alle famiglie.In questi due contesti, così lontani e così vicini, si sviluppano le storie dei protagonisti. Mathias e Nicole, in Germania, Antonia, in Argentina. La consapevolezza che solo la conoscenza di ciò che è stato, così ben nascosto dalle rispettive famiglie, possa aiutarli a vivere il presente e pensare a un futuro li porterà a vivere l'avventura di Andrés, che combatte a Santa Cruz per i diritti delle comunità indigene. Il loro viaggio verso il futuro li catapulta in un passato fatto di violenza, sofferenza, tirannia. Ripercorrono la vita di zia Helga, di Alicia e Nestor, di Britta e di quanti hanno i segni indelebili del periodo storico in cui si sono trovati imbrigliati.Sullo sfondo di una Germania in pieno boom economico, un'Argentina al collasso, una Bolivia ostaggio di giochi di potere troppo grandi, ci sono tutte le domande sulle origini e lo sviluppo di ogni genere di razzismo e di dittatura, anche economica. E c'è una risposta. Unica. Esperanza.

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Dieci anni fa, assieme a mio nipote Pierre abbiamo pubblicato questo romanzo, la cui trama è riassunta qui sopra. Il tema della memoria era un qualcosa di cui si sentiva molto parlare in casa, da un lato grazie al fratello Bruno che, negli anni, è diventato uno degli specialisti riconosciuti in particolare per il suo lavoro nei paesi del piano Condor in America Latina. Ma avevamo anche altre ragioni: i miei nonni che scapparono dalla Germania dove lavoravano nel 1933, quando Hitler arrivò al potere. La ragione forse si celava nelle origini della nonna Skupin e della sua famiglia che viveva in quel piccolo villaggio di Kosel che, se esistesse ancora, oggi sarebbe Polonia. Ma la memoria familiare è anche dovuta allo zio Bruno, fratello di nostra madre Alfrida, partigiano della brigata Malpasso di Valmarana (Vicenza), morto rientrando a casa nel maggio del 1945.

Con questo romanzo abbiamo cercato di raccontare storie tedesche con storie latinoamericane, attraverso una storia d'amore che parte dal passato per arrivare ai giorni nostri.

Quest'anno vorremmo rimeditare il libro, di cui è pronta anche una versione in francese, con un saggio introduttivo di mio fratello Bruno Groppo. Spero proprio di ritornare su questo nei prossimi mesi.

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