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sabato 11 gennaio 2014

Combattenti europei nella djihad in Siria




Così titolava l'altro giorno una delle grandi radio francesi: Plus de 200 Français sont partis faire le djihad en Syrie 

Altri siti (http://www.jforum.fr/forum/international/article/etude-israelienne-les-jihadistes) parlano di un migliaio e più e finalmente si arriva anche a stimarli in più di duemila.

Ovvio che questo cominci a preoccupare. In Francia il dibattito è lanciato sul perchè questi giovani si lascino facilmente indottrinare e poi partano per combattere queste guerre. 

Preoccupa molto anche il fatto che poi alcuni rientrino al paese e inizino a reclutare altri giovani da mandare laggiù.

Anni fa scrissi qualcosa sulla confrontazione di valori e disvalori tra il mondo capitalista e il sud del mondo. In particolare scrivevo che l'imposizione forzata di un modello consumistico e spendaccione in società a bassi livelli di reddito, con ancora una forte presa religiosa, poteva generare delle risposte, variabili da paese a paese, ma basate sul denominatore comune del rifiuto. Rifiuto di quel mondo esterno visto come una imposizione che rischiava di far perdere il controllo sulla società, per cui, dagli Amish al GIA algerino non mi stupivo se questi tendessero a chiudersi sempre di più per evitare di affrontare una sfida asimmetrica dalla quale sarebbero usciti sicuramenti battuti.

L'Iran di Khomeini entra bene in questo "modello" e certamente i sogni di Al Qaida di riportare indietro l'orologio del tempo di qualche secolo fanno pensare a una prima teorizzazione su scala globale del rifiuto (primo passo) ma anche del contrattacco contro i nemici del Nord. Questa seconda tappa, che prese il via con l'11 settembre, sta trovando una forma diversa, più sottile, che passa attraverso l'esportazione nell'occidente di quel sogno del rifiuto del modernismo e dell'ateismo, tutto visto come parte dello stesso disegno satanico delle forze capitaliste. Trovano un terreno fertile nelle periferie degradate e abbandonate dalle istituzioni statali, per cui pian piano il numero di reclute europee aumenta. Noi vediamo la punta dell'iceberg, cioè quelli che partono all'estero a fare la guerra, e il numero cresce rapidamente, ma non vediamo ancora la dimensione che sta prendendo questa campagna di reclutamento nei nostri paesi perchè siamo talmente presi da altri problemi.

Soprattutto mi sembra manchino nelle analisi (almeno quelle francesi ascoltate fin'ora, dato che in Italia non ho trovato granchè) il legame tra il fallimento del modello che vogliamo esportare noi, paesi capitalisti a vario livello, e quindi la reazione che questo suscita nelle dirigenze politiche e religiose locali. Voler mettere assieme nel discorso politico occidentale la superiorità del modello capitalistico con l'idea di esportare la democrazia, il tutto condito essenzialmente da traffici di armi, ha dato il meglio prima in Afghanistan, da dove torneremo a casa con le ossa rotte, ma poi è riuscito a superarsi prima nella Libia e adesso in Siria. 

Vogliamo abbattere dei despoti per sostituirli con facce nuove che però restino ai nostri ordini, condiamo il tutto con le solite parole di sviluppo e democrazia, ma poi ci aggiungiamo la salsa dell'ipocrisia per cui facciamo ritornar di moda il vecchio detto: Armiamoci e Partite.

Solo che adesso, e la Siria ce lo rimanda in faccia ogni giorno di più, la nostra avanzata è finita e comincia il lento ritorno dalla campagna guerriera mal concepita e peggio portata avanti. Il riflusso ci porterà più reclute antisistema nei nostri paesi, una capacità di influenzare le regioni instabili che si va riducendo ogni giorno di più, lasciando quindi praterie aperte ai cinesi e quanto altro. Il tutto mentre continuiamo a sperare che quel modello che ci ha portato alla crisi attuale, un misto di affarismo-gangsterismo lontano anni luce dai precetti di una economia liberale, possa portarci fuori da questa crisi. Non succederà, perchè si tratta di un modello essenzialmente escludente, che elimina lavoro e premia i soliti ricchi, per cui di fatto prepara il letto per le future reclute alqaediste nei nostri paesi.

Buona giornata




 

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