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martedì 9 ottobre 2018

Europa sì, Europa no, mi faccio due spaghi



Ho fatto di tutto per resistere e non scrivere nulla su questo dibattito insulso che domina in Italia e Francia rispetto alle prossime elezioni europee e al "futuro" dell'Europa. Ma non ce l'ho fatta, ed eccomi qui.

Allora, per ripetere quanto già scritto in precedenza, l'Europa attuale ha sicuramente dei problemi da regolare con la Polonia, Ungheria, insomma il famoso gruppo di Visegrad, ma il vero problema e quindi il vero nemico, sta a Berlino e si chiama Germania.

L'evoluzione economica e politica della UE ha dato sempre più potere alla versione neoliberale e rafforzato gli squilibri produttivi iniziali, cosa per cui ci ritroviamo con una Germania che fa soldi a palate, con eccesso di budget che, nei trattati, è considerato altrettanto grave che il deficit, ma sul quale nulla si dice, e una serie di paesi che scontano una moneta calcolata male per cui ci perdono. Noi siamo tra quelli.

La sottomissione culturale del PD a questa filosofia neoliberale ha provocato che i vari governi che si sono seguiti, non abbiano mai messo in discussione questo assioma della riduzone del debito. Come hanno appena raccontato su RAI1, la mancanza di politiche pubbliche e di stimoli per il Sud negli ultimi venti anni, è fortemente responsabile della fuoriuscita di tanti giovani meridionali diplomati verso l'estero. Insomma, da almeno un ventennio abbiamo messo le basi del disastro attuale. 

In realtà possiamo aggiungerci un altro decennio, cioè dalla metà degli anni 80 quando abbiamo "scoperto" la fame nel mondo e abbiamo deciso di mettere un bel po' di soldi su questo tema. Non starò qui a ripetere che gli impegni presi e reiterati dai paesi sviluppati per raggiungere lo 0,7% delo loro budget in quanto a fondi per la cooperazione, non è mai stato neanche lontanamenterispettato dai nostri governi (in buona compagnia del resto), confermando che gli accordi internazionali valgono quel che valgono. Voglio solo ripetere la totale assenza di riflessione seria, passata e presente, da parte delle forze della cosiddetta "sinistra", sulla questione del sottosviluppo e particlarmente noi e l'Africa. 

I nostri governi, nel silenzio assenso di tutti quegli intellettuali che stilano proclami in queste settimane, hanno di fatto sempre appoggiato dittatori di tutti i tipi, una mala governanza e uno spogliamento delle campagne africane che alla fine hanno convinto anche coloro che non volevano lasciare casa loro a partire e venire verso Nord. 

Il dibatitto attuale sembra realmente fuori da ogni realtà: si parla di diritti, di emigrazione, si fanno proclami, marce e tutto il resto. Ma non ce n'è uno (o una) che ricordi queste tristi verità a quelli e quelle che vorrebbero rifondare questa sinistra e battersi contro il nuovo governo. Il massimo dell'ipocrisia è di ripetere che bisogna che i PDni e simpatizzanti discutano seriamente delle cause del disastro elettorale, come se il fondamento del problema risultasse nell'albero apparso il 4 marzo e non nella foresta abbandonata decenni prima.

L'evoluzione di questa "sinistra" a partito di centro, tanto caro a Scalfari, che sogna di fare una alleanza europea con Macron (roba da matti, essendo Macron il campione della finanza e delle misure contro gli emigrati che Salvini si sogna di notte), conferma che il fronte degli antieuropei è sicuro di vincere le prossime elezioni.Ma non parlo di Salvini, Orban o Di Maio, parlo del fronte conservatore germano-francese a cui i poveracci come gli italiani del PD vogliono allearsi. 

L'economista Brancaccio da anni spiega a chi vuol capire che le condizioni strutturali del sistema europeo attuale portano acqua solo al mulino tedesco, seccando i pozzi dei paesi del sud e che questo, se non cambia radicalmente, farà saltare la moneta unica e, di conseguenza l'Europa, dato che oramai l'Euro è l'unica cosa che ci resta in comune.

E l'attenzione dei giornali e telegiornali, invece di discutere della diga che sta franando, parlano d'altro. 

La discussione sul DEF è una cosa ridicola perché è chiaro che quelli di prima avevano torto marcio a continuare a appoggiare politiche europee che ci stanno portando nel baratro, ma quelli di adesso vanno un po' a occhio, senza una visione di medio-lungo termine che non sia quella degli slogan di investimenti pubblici etc.

Far saltare il modelo neoliberale che Bruxelles porta avanti a nome della Germania, è l'unica possibilità che abbiamo per mantenere viva l'UE e per riuscire a cambiarla. Detto questo, non sarebbe sufficente, dato che il problema di fondo resterebbe incambiato se non cominciamo a metterlo sul tavolo. La UE fin dall'inizio ha giocato sempre nel campionato dei paesi oppressori del Nord, cercando di smarcarsi dagli oltranzisti inglesi e americani ma di fatto non avendo nulla di fondamentalmente diverso da proporre.

L'Africa, che stiamo spogliando, ce l'abbiamo noi davanti, per cui sarebbe almeno d'uopo che certi governativi e lider degli ultimi decenni si risciacquassero la bocca varie volte prima di parlare di diritti. Non li hanno rispettati, quelli economici, anzi, hanno fatto di tutto per mantenere in piedi strutture politiche ditattoriali, contro le loro popolazioni, dato che queste elites locali servivano bene i nostri interessi. Quindi, finitela con queste lamentele. Siete stati parte del problema e abbiate almeno la decenza di andarvene fuori dalle balle.

Dopo di chè resta il problema di trovare una forza politica che porti avanti realmente delle idee rivoluzionarie. I gialloverdi non ci arrivano proprio per cui non val la pena perder tempo con loro. A sinistra anche LEU, Fratoianni e gli altri nanetti sono tutti allineati sul modello neoliberale. Restano quei pochi economisti che cercano di spiegare l'abc della realtà in cui viviamo e chi altro?

Vabbè, è ora di farmi due spaghi!


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