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mercoledì 11 settembre 2019

Conte 2: i democristiani sono tornati


E alla fine sia Camera che Senato dettero l’approvazione necessaria, e il governo è ufficialmente in carica.

Come molti italiani son contento che Salvini sia stato estromesso, seguendo in questo i principi costituzionali del nostro sistema parlamentare che a lui sembrano proprio ignoti.

Detto questo, la mia prima impressione è che siano tornati i democristiani di una volta, aggiornati ai tempi moderni. I meno giovani ricorderanno bene come la Balena Bianca riuscisse a tenere assieme leader politici con posizioni e storie personali alquanto differenti. Penso al cocainomane Colombo, a Donat-Cattin che aveva un figlio terrorista e che ogni tanto proteggeva in casa, oppure ai loschi Gava, Ciancimino, Lima, la nostra Antelope Kobbler, il ras delle Poste Remo Gaspari che aveva fatto assumere tutta Pescara. Poi certo ogni tanto capitava anche una persona per bene, tipo la Tina Anselmi, oppure …. no, non me ne viene in mente nessun altro.

Una vera macchina di voti e consensi, tenuta in piedi da un clientelismo senza rivali, nonché dalla rete di parrocchie e organizzazioni cattoliche che servivano a far respirare una macchina politica autoreferenziale e con tendenze alla claustrofobia.

Adesso abbiamo un governo dove i due principali contraenti (M5S e PD) sembrano proprio l’incarnazione moderna della vecchia Balena. Stanno assieme per amore di poltrone e di potere, con la paura che Salvini gli freghi l’uno e l’altro, come la DC aveva paura del vecchio PCI.

Un governo che promette tutto e di più, senza osare mai guardarsi indietro e fare una disanima sincera e onesta di cosa hanno fatto prima. Il PD, grazie alle politiche genziane ma anche ale scelte fatte molti anni prima, è diventato la struttura portante del potere che non molla le sue poltrone nemmeno morto. Dalle ultime elezioni, dove uscì a pezzi, la base (così come moltissimi degli intellettuali vicini a quel mondo) aveva chiesto che si discutesse sul serio delle scelte che avevano portato a perdere milioni di voti. Non se ne è fatto nulla e oggi, in nome della solita emergenza nazionale, sono di nuovo felici e tutti assieme ripartiti per continuare a commettere quegli stessi errori. Se leggete con calma le priorità del nuovo governo e le dichiarazioni dei leader PD, verrebbe da chiedersi dove fossero stati in questi anni. Quando erano al governo, grazie al tanto osannato Minniti, hanno inaugurato la stagione dei Lager in Libia, politica seguita da Salvini con l’aggravante di essere troppo sguaiato. Le politiche del lavoro di Renzi hanno creato il nulla, tanto che adesso ci si chiede se il Conte 2 andrà a continuare il Jobs Act o a fare dell’altro. 

Una cosa intelligente aveva detto e scritto il M5S: la necessità di attaccare il sistema bancario che permette di far stare assieme le attività di credito con quelle speculative. Il nodo centrale della crisi economico-finanziaria attuale. Guardate la cronistoria delle dichiarazioni prima, durante e dopo le negoziazioni e troverete, come me, che questo solenne impegno è sparito. Dati i legami che i vertici del PD hanno col sistema economico attuale, legami che hanno fatto sì che in tutti gli anni in cui sono stati al governo mai una volta si siano battuti sul serio per cambiare la direzione di marcia dell’esecutivo europeo, quello che ci ha portato alla crisi attuale e che continuerà nella stessa direzione con la nuova Commissione.

Si parlava anche della lotta alle mafie, anche questo tema oramai diluito nelle mille altre promesse.

Promettere non costa nulla e, come diceva la vecchia volpe Andreotti, impegna solo chi le ascolta. 

Quello che manca ai 5S e al PD sono i legami veri col territorio, quello che le parrocchie e le associazioni cattoliche garantivano alla DC, fuori dagli schemi dei circoli di partito locali. Erano quelli gli alveoli polmonari che facevano respirare la macchina di potere, in mancanza dei quali l’autismo di questo governo li porterà presto a sbattere la faccia ancora una volta come hanno fatto, separatamente, i 5S e il PD.


Auguri a chi ci crede. Io ho smesso da tempo.

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