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domenica 13 novembre 2011

Laos: legno, legname e foreste




La fortuna e la sfortuna viene da lì: paese povero economicamente ma ricco di foreste. Se ne sono accorti in tanti, da anni, e la deforestazione e soprattutto il sacchieggio della foresta primaria va avanti a ritmi accellerati. Come sempre qualcuno ne approfitta e, di fronte a istituzioni deboli, il peso del dollaro fa ancora la differenza.

La parola d'ordine sono le "concessioni". Sempre le stesse dinamiche che qualsiasi paese coloniale ha sempre imposto ai colonizzati e che adesso viene fatto in nome del mercato e dello "sviluppo". Parola magica, che significa che tutto è permesso finchè non ti beccano sul fatto, e anche lì puoi sempre reagire, se hai il peso necessario.

Il meccanismo è semplice: si chiede una autorizzazione per una superficie X, per tagliare legna da mandare all'estero, e poi una volta che si ha la concessione (sulla quale le comunità locali non sono interpellate), ci si prende una fetta di terra grande un multiplo di X, mettendoci dentro tutto quello che c'è e magari chiudendo il tutto con reticolato per far sì che nessuno venga a disturbare. Ripeto, nulla di nuovo, queste sono le pratiche delle compagnie private. Vengono in Laos perchè la legislazione ed i controlli nei paesi vicini rischiano di diventare più severi e quindi è più facile approfittarne qui dove sono ancora nella fase dell'ingenuità rispetto al Dio mercato.

Ma sembra che la gente, là in basso, cominci a protestare.. e pian piano, anche se a velocità limitata, le voci salgono su verso l'alto... e magari poi la gente impara ad organizzarsi ....

Questo è il Mekong a Vientiane, ieri 12 novembre, giorno delle dimissioni del nostro primo ministro....

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