Visualizzazioni totali

lunedì 10 giugno 2019

Elezioni in FAO: dal BRAXIT al nuovo arrivo …



Fra poche settimane i ministri dell’agricoltura dei paesi membri della FAO voteranno per eleggere il nuovo Direttore Generale o, magari, una prima Direttrice Generale.




Il fatto importante è che, dopo 8 lunghi anni, si realizza la BRAXIT, cioè la dipartita dei brasiliani capitanati dall’oramai ex Ayatollah Grazianhi, e i suoi sgherri latinoamericani. I suoi sodali europei (italiani e italiane, spagnoli e altro), forse riusciranno nella solita operazione di cambio della casacca, per prepararsi a servire, da buoni cortigiani leccaculi, il nuovo padrone.

Grazie all’ayatollah Grazianhi chiunque si presenti a Via delle Terme di Caracalla con un passaporto brasiliano deve vergognarsi. Ma molti altri dovrebbero vergognarsi, a cominciare dalla Gang messa a capo di un’operazione che era destinata a distruggere l’agenzia.

Otto anni per mettere a zero il morale delle truppe, l’unico vero capitale di cui la FAO disponeva. Un capo senza idee e senza strategia, a parte quella di colpire sempre e ovunque il proprio personale, se ne va con la coda tra le gambe. Arrivato con propositi che, per chi lo conosceva, erano delle fanfaronate basate sul nulla, tipo voler “eradicare” la fame, se ne va con un bilancio di tre anni di fila con numeri crescenti di persone che soffrono la fame.

In giro nei corridoi tronano ancora i messaggi relativi alla Vision della FAO, in particolare il “rispetto per la diversità di opinioni”. Balle. Come ho sperimentato in prima persona, chiunque la pensasse diversamente è stato messo in disparte e pian piano spinto a lasciare. L’ayatollah ha trasformato un grande programma della FAO, Comunicazione per lo sviluppo, in una macchina di propaganda degna di altri emuli con la croce uncinata. Mal gliene incolse perché, non avendo nulla di concreto da propagandare, si è ritrovato con un discredito che solo i suoi occhi ciechi non riescono a vedere. 

La fame ricomincia a crescere anche a casa sua, dato che il suo mentore Lula non ha mai avuto il coraggio di realizzare quelle riforme strutturali, tipo la riforma agraria, che avrebbero dato delle basi solide alle politiche di aiuto. Limitandosi a distribuire delle briciole dei miliardi che entravano grazie ai prezzi elevati delle commodities che esportavano, e lasciando il grosso dei soldi in mano all’agribusiness, ecco che, non appena la bonanza è finita, anche i soldi per le politiche clientelari del PT sono finiti. 

Un uomo che non aveva combinato nulla in politica a casa sua, e dove i suoi sodali senatori del PT già parlavano di sostituirlo dopo poche settimane della presa funzione, è stato chiamato a guidare la più grande agenzia delle Nazioni Unite. Dietro di sé rovine fumanti, e l’unica scusa che il suo portaborse ufficiale Rodrigo Castaneda va ripetendo da oltre un anno, è che dopo sarà ancora peggio e che riampiangeremo Graziano. Beh, che possa andare ancora peggio di così è possibile, soprattutto dopo che è risultata evidente la scelta dell’ayatollah di dare una mano al candidato cinese, a cambio della promessa di dargli uno strapuntino come consigliere.

Restavano poche cose da distruggere, e poche parole chiave da far sparire: una di queste è il “rights based” approach. Una parola, diritti, che con un DG cinese possiamo buttare nell’immondizia, dato il disinteresse totale da parte loro. Restano delle briciole di lavoro sull’agricoltura familiare, sui regimi fondiari e sulle minoranze etniche. Poca cosa, perché il passaggio dell’ayatollah ha ridotto tutto ai minimi termini. Immagino facilmente i consigli che gli sta prodigando: eliminare i resti del lavoro sull’agricoltura familiare, un tema al quale non ha mai creduto come documento nel mio libro recente A Manà, pubblicato da Elmi’s World. 


Si profilano anni ancora più bui di prima. In Brasile, la perdita di credibilità del PT, di Lula e dei suoi soci nel malaffare, hanno aperto le porte a una destra fascista e ignorante come quella di Bolsonaro. Cosa potrà mai succedere adesso alla FAO?

Nessun commento:

Posta un commento