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sabato 22 gennaio 2022

30 giorni all’alba della possibile guerra sul fronte Ucraino


 

Fra metà febbraio e metà marzo si apre la finestra di opportunità per l’invasione dell’Ucraina da parte di Putin. L’inerzia delle sue mosse è tale che sembra difficile possa tornare indietro senza perdere la faccia, cosa per lui impossibile da accettare. Il dispiegamento di forze, non solo al confine russo-ucraino ma anche a quello con la Bielorussia, è tale per cui basta un colpo di vento e tutto comincerà, senza più possibilità di tornare indietro.

 

Putin userà anche la carta dei serbi di Bosnia per cercare di creare ulteriori disturbi in Europa, senza apparire direttamente, poi spingerà per fare in modo che Orban si metta contro a qualsiasi tentativo dell’unione europea di rispondere adeguatamente e, probabilmente, lo stesso faranno i cinesi con le loro pressioni nei confronti di paesi deboli da loro sostenuti economicamente (eufemismo per dire che sono prigionieri del debito contratti con loro) come la Grecia. L’interesse cinese essendo quello di far casino in modo da indebolire ancor di più l’Europa, senza mostrarsi direttamente.

 

Guerra possibile, e guerra che avrebbe, ovviamente, delle conseguenze disastrose per noi europei. A parte gli ucraini, quelli che pagherebbero di più saranno i cittadini russi, il cui livello di vita, degno del terzo mondo, scenderà ancora di più, dato il peso delle spese militari e le restrizioni totali che verranno imposte al paese e ai suoi gerarchi. L’unica arma di ricatto in mano a Putin sarà quella del gas, ma i tedeschi hanno già fatto capire che il NorthStream 2 verrebbe fermato prima ancora di cominciare. Noi (europei) resteremmo un po’ a secco e dovremmo andare a cercare energia altrove, ma i russi resterebbero senza l’unica fonte di soldi veri. Restrizioni in aumento e senza soldi, ai russi non resterebbe che la sottomissione … ai cinesi che potrebbero piazzarsi anche lì con il gioco delle tre carte che gli riesce così bene con la storia delle vie della seta. Questo perché, per chi non lo sapesse, le cittadine sul confine della Siberia con la Cina si stanno popolando (sul versante russo) in maniera crescente da commercianti cinesi che stanno prendendo in mano tutte le principali attività. Arriverà quindi il momento che la Cina userà la stessa scusa usata da Putin in Crimea (difendere i russi che lì vivevano), per prendersi quella parte del territorio siberiano che più servirà.

 

E’ probabile che l’occidente non manderebbe truppe in Ucraina (dato che non abbiamo una politica estera comune e ognuno fa per sé), preferendo uno strangolamento via sanzioni, contando sul giochetto cinese che, alla lunga, piegherà le velleità russe. Non sarà una guerra breve, forse la parte militare (l’invasione pura e semplice) lo sarà, si parla di tre settimane per controllare il paese, ma poi inizierà una guerriglia interna, con possibili svolti di atti di terrorismo che l’occidente finanzierebbe non solo in zona ma anche a Mosca, con una catena di ritorsioni che durerà a lungo. Noi europei pagheremo ovviamente di più degli americani: a parte la riduzione delle disponibilità energetiche, salterà il disegno dell’Unione Europea, ognuno penserà agli affari suoi e andremo tutti in malora. Le ripercussioni saranno anche devastanti all’interno di ogni paese, tra quelle forze che reclameranno una reazione forte, magari fortissima, contro i russi, e chi cercherà di spiegare che anche Putin c’ha le sue ragioni e, infine, uno sparuto gruppetto centrista che non saprà da che parte girarsi. 

 

In Francia predico che Macron sarà confortato come capo superiore dell’esercito e vincerà facilmente le elezioni, mentre da noi, qualsiasi sia l’accordo per il capo dello stato e il capo del governo, salterà tutto per aria, perché Salvini, legato ai russi (come la Le Pen in Francia) tiferà a favore dei russi, quindi contro la Nato e gli alleati occidentali, per cui uscirà dal governo. La Meloni, per ovvie ragioni anagrafiche del suo elettorato storico, sarà il ferro di lancia di un intervento militare contro Putin, e quindi finirà qualsiasi alleanza con Salvini. 

 

Il Papa proverà a mettersi in mezzo, ma non porterà a casa nulla, stante la debole credibilità minata da scandali di pedofilia a ripetizione, senza che si veda una capacità di risposta interna. Con il nuovo fronte (aggiuntivo) in Bosnia, che potrebbe esplodere anche quello nelle prossime settimane, la situazione sarà ancor di più fuori controllo. 

 

Difficile immaginare uno scenario peggiore, a parte che a qualcun sfugga il controllo sui bottoni di lancio nucleare, ma almeno quello penso sarà evitato. 

 

A livello globale, ovviamente si metteranno nel cassetto tutti gli impegni contro il cambio climatico, avremo una crisi economico-finanziaria maggiore, dato che l’Euro pagherà il prezzo maggiore (nell’occidente), non essendo supportato da una base politica. Si rafforzerà il dollaro, e alla fine della storia in finale arriveranno americani e cinesi, con questi ultimi in posizione di forza. Putin uscirà dalla storia, ma anche noi europei faremo la stessa fine, piccoli vassalli in un medioevo dominato da due soli principi, in vista dello scontro finale.

 

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Stamattina mi son svegliato e mi son detto: speriamo sia stato solo l’incubo di una cena maldigerita…

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