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martedì 25 ottobre 2011

Haiti, piccole storie quotidiane



Parlavo le volte scorse degli eccessi che possono scoppiare così, di colpo. Un esempio è stato quando, pochi mesi fa, si è organizzata una distribuzione di riso, in una regione non colpita dal terremoto. Tutto questo avveniva negli uffici della direzione regionale dell'agricoltura. Nessuna lista di beneficiari e tutti lì a spingere e buttarsi addosso per accaparrarsi un sacco di riso. Pare succeda abbastanza spesso tanto che il PAM per un periodo ha anche smesso di fare le distribuzioni direttamente, lasciando l'incarico ai militari delle nazioni unite.

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Sono morti molti bambini a causa del colera. Pratica comune vuole che ci si rivolga a un curandero per una pratica di voodoo per risolvere questi problemi. Ovviamente i santoni voodoo non avevano la minore idea di come trattare il colera ed il risultato è stato da un lato i bambini morti e dall'altro una cinquantina di santoni voodoo ammazzati dalla gente inferocita che li ha ritenuti responsabili (di non saper curare la malattia, anche se erano stati pagati per quello). L'Unicef ha quindi organizzato dei corsi di formazione, corti e molto spicci, per spiegar loro come si trattava il colera in modo da evitare una carneficina. Pare abbia funzionato dato che non ci sono più notizie sul tema.

PS. Un esperto di cose haitiane mi dice di aspettarsi una recrudescenza del colera nei prossimi mesi. La campagna di prevenzione sembra limitarsi a qualche scritta per strada e qualche cartellone come quello che vedete nella foto (bisogna sempre bere dell'acqua trattata, in creolo). Staremo a vedere.

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L'auto del progetto ha avuto un incidente, tamponando una macchina che aveva rallentato. Niente male pensavano i colleghi tanto abbiamo l'assicurazione. Sbagliato, il giudice locale ha bloccato la macchina e sono iniziate le discussioni. La contraparte ha subito mandato degli avvocati, anzi degli azzeccagarbugli il cui unico scopo non era risolvere il caso ma mantenerlo aperto in modo da alzare il loro prezzo. Riunione dal giudice con lo scrivano che prende appunti a matita su un vecchio bloc notes. A quel punto deve passare tutto in bella copia e stampare il verbale. Scusa non è che hai 2 euro per andare a scrivere da uno che ha il computer con la stampante? La domanda era talmente strampalata che, essendo oramai ora di pranzo, la prendi per un invito a pagargli il caffè. Quello parte coi tuoi due euro... e torna 3 ore dopo, quando oramai la speranza di rivederlo era finita. E torna con una pagina scritta e stampata. La mostra al giudice, che la trova piena di errori di ortografia e la corregge. Orrore e adesso dove andrà a ristamparla? Lui prova a chiedere altri due euro poi, vista la faccia, parte mogio mogio.. e il mio amico dietro per capire dove stesse andando. A casa sua, perchè gli è rimasto un po' di inchiostro blu nella stampante: Mette la chiavetta USB nel suo computer, corregge e ristampa. E torna in tribunale, seguito dal mio amico con gli occhi fuori dalla testa. Il secondo esame stavolta lo fanno gli avvocati del tamponato e lì si scopre che la fantasia e i sinonimi in francese sono grandi come il Signore. Discussioni infinite e la giornata è finita, senza risultati. Macchina bloccata e arrivederci al giorno dopo. Il giudice ne approfitta per chiedere un passaggio in macchina perchèp altrimenti si trova a piedi. E una volta in macchina eccolo spiegare che insomma, con un po' di buona volontà (e vari bigliettoni) la cosa si risolverebbe subito e che lui vorrebbe tanto aiutare.
Il giorno dopo si scopre che lui è solo un assistente giudice, in fase di tirocinio e che il tamponato fa parte delle famiglie ricche che vorrebbero approfittare del tamponamento con una macchina nazioni unite per farsi un po' di soldi. Per fortuna è passato di lì il giudice vero al quale si è riusciti a spiegare tutta la storia, che le due parti hanno firmnato il verbvale e che quindi non ci sono ragioni di tenere bloccata la macchina. Pausa pranzo, telefonate e pazienza. E finalmente la macchina torna libera. Sono passati due giorni di tribunale normale in uno dei tanti Dipartimenti del paese. Questa storia è accaduta quasi all'inizio dell'anno e al giorno d'oggi le assicurazioni non hanno ancora finito di discutere.
PS. Sempre sulle macchine: una delle cose impossibili da ottenre sono le targhe. Un po' come succedeva in Costa Rica alcuni anni or sono. Forse con un po' di olio negli ingranaggi statali si riuscirebbe a risolvere il problema. Nel frattempo l'unico modo di lavorare è affittarle, care, da un monopolista nazionale.

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L'autista ti riporta in albergo e intanto parli con lui; e ti racconta che almeno ha uno stipendio fisso, mensile, ma che nonostante questo a casa non hanno l'elettricità e nemmeno l'acqua. Vari kilometri al giorno per andare a prenderla e lui deve farsi 45 minuti a piedi ogni mattina per venire in ufficio. Saluti da Port au Prince.

E con questo post chiudiamo questa missione haitiana.

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