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lunedì 6 luglio 2015

Grazie Popolo greco

Cocente sconfitta del turbocapitalismo made in Bruxelles. Angela Merkel e il suo lacchè Hollande costretti a riaprire una discussione considerata già conclusa.

Una lezione di democrazia come non si vedeva da tanto tempo. Per restare ai casi nostri, andrei indietro fino al 1974 quando il referendum sul divorzio sancì l’entrata dell’Italia nel XX secolo, malgrado le fortissime resistenze della Chiesa e del suo partito di riferimento, la DC.

Quanta strada da allora. Ci si batteva pro o contro, il nano Fanfani era il nemico da abbattere, ma era una cosa vera, fra uomini, non come è diventato il mondo e la nostra povera Europa da tanti, troppi anni. L’idea stessa di consultare il popolo su scelte strutturali, come quelle che la Troika dal nuovo nome voleva imporre al popolo greco, ecco, a tanti è sembrata una idea balzana. Questo significa che il processo di formattazione mentale, portato avanti dal capitale finanziario e dai suoi seguaci di vari colori, col controllo dei mass media di ogni scuola e tendenza, oramai ha fatto scuola. Domina, anzi dominava quasi dappertutto, finchè un piccolo Calimero non è uscito fuori a dire che il Re era nudo.

L’Unione Europea che ci avevano venduto da piccoli era diventata un contenitore per proteggere i grandi capitali bancari, a scapito dei popoli che dovevano farla. I segnali erano stati tanti, pervicacemente inascoltati da una classe politica autoreferenziale che trova incredibile l’idea stessa che qualcuno al di fuori del loro gruppetto osi andare a chiedere cosa ne pensano quelli che subiranno le misure.

I ladri di Brussels, quelli che hanno imposto il salvataggio delle banche tedesche e francesi, trasferendo il debito privato greco, creato per far comporare materiale bellico tedesco e francese, ricordiamolo, nelle casse statali, e poi imponendo misure di cui alcuni, pochi, economisti dello stesse FMI si sono pentiti ed hanno fatto un mea culpa tardivo ed inutile, ecco questa casta al cui confronto il nostor mondo di mezzo del Cecato e compagnia sembrano una compagnia di giro di mezza tacca, hanno continuato a volere la morte del popolo greco.

La ragione era ed è molto semplice. Tsipras ha detto basta a questa serie di misure che avrebbero salvato ancora una volta le banche creditrici europee, le banche greche e l’euro, e ha semplicemente chiesto al suo popolo cosa ne pensava.

Malgrado le interferenze esterne, degne della CIA all’epoca nel Cile democratico di Allende, con l’impresentabile presidente della UE Junker a schierarsi pubblicamente in un processo nazionale, nel quale non aveva assolutamente in diritto di intervenire, ecco, malgrado questi personaggi, o forse grazie ai loro interventi, il popolo greco ha detto un rotondo OKI. No a questa idea di Euranza, una europa finanziaria dove i popoli non contano nulla. Il tenativo di riportare indietro le lancette della storia verso un medio evo di servitù, non ha funzionato.

La Grecia ha mostrato che si può dire di no alla Finanza mondiale, anche quando si nasconde dietro personaggi che, se avessero il minimo senso dell’onore, e parlo di Junker, dovrebbero dimettersi, per un comportamento squallido a difesa delle banche. Ma Junker lo conosciamo bene, per tutto quello che ha combinato a casa sua. Peggio ancora è stata la piccola cancelliera, incapace di ergersi nemmeno al ginocchio dei grandi politici tedeschi. Una piccoletta, schiava degli interessi delle banche e finanze nazionali. Parlare poi degli altri, a partire da Hollande o del nostro premier, sarebbe tempo sprecato. Tutti lì a tifare per il SI.. e adesso? Con che faccia si presenteranno davanti a Tsipras, ma soprattutto davanti alla Storia?

Hanno contribuito a distruggere l’idea di Unione, grazie  a loro l’estrema destra avanzerà in molti paesi ma almeno i popoli resistenti, cominciando dalla Spagna, seguiti dal Portogallo, ricorderanno che un altro futuro è possibile.

E’ finita una battaglia, vinta, contro il Goliah bancario. Non confondiamo però battaglia e guerra. La guerra è ricominciata, e la voglia di rivincita dei ricchi è sempre presente. Non possono ammettere la possibilità di un pareggio, per cui cercheranno la vendetta.

Oramai il declino di una bella idea, come fu l’ Europa degli Spinelli, gli Altieri e gli altri, non esiste più. L’asimmetria di potere è ancora fortissima, per cui poche sono le speranze di vincere questa guerra, per costruire una Europa dei popoli. Ma almeno da ieri sappiamo che la speranza esiste.

La destra ha perso, e ha perso di brutto. Ma ha perso anche una sinistra europea incapace di capire dove siano gli interessi del popolo. Venduti al capitale e al neoliberalismo, sono indistinguibili dalla destra. Avere il PD al governo con Berlusconi quasi non ha fatto scandalo, adesso con Alfano sembra tutto normale, ce lo propagano come un governo progressista. Da noi in Italia come altrove. Non vi vogliamo più, lo avete capito? Non rappresentate più nulla al di là dei vostri interessi. La lotta sarà di lunga durata, poche certezze di vittoria, ma questa lotta la dobbiamo anche ai popoli del sud del mondo, che imparino anche loro a ribellarsi. Il dominio del capitale, della finanza, che ci sta portando alla distruzione del pianeta terra e di chi ci abita, va fermato, democraticamente, dicendo OKI.

Oggi è un giorno felice. Da stasera riprende la lotta.

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