Visualizzazioni totali

lunedì 13 luglio 2015

Nasce il Quarto Reich sulle ceneri dell’Europa?



In queste ore il disegno di Wolfgang S. diventa sempre più chiaro. Quello che non è riuscito al piccolo austriaco, lui vuole provare a crearlo attraverso il dominio economico-finanziario. Non c’è più bisogno di comandare territorialmente, rifare l’Impero, adesso basta imporre i dogmi neoliberali e oltreché a piegare le reni alla Grecia, come blaterava il nostro, uno alla volta dovremo tutti metterci in ginocchio a Wolfgang il Terribile.

Qualunque sia la fine del tormentato negoziato, al momento di scrivere sono ancora lì a discutere, quel che è chiaro è che l’Europa è morta. L’Europa come sogno, come attore importante nella storia attuale, si è sciolta come neve al sole. Incapace di risolvere un microproblema, tanto da farlo diventare un problema mondiale, i paesi europei si presentano totalmente divisi alle grandi sfide che attendono l’umanità. Quattro sono i mostri che avanzano e che hanno cominciato a fare squadra, il che avrà un effetto moltiplicatore su tutti noi.

La crisi ecologica, da decenni sottovalutata da tutti i governi e al massimo considerata come una sciocchezza da lasciare ai verdi, sta diventando ogni giorno più evidente. Il cambio climatico, il depauperamento delle risorse naturali, la desertificazione che avanza e la degradazione crescente delle terre, il tutto per un costo vicino ai 500 miliardi di dollari annui stimati dalle nazioni unite.

Questa crisi non viene più sola. La crisi finanziaria sta moltiplicando i problemi ecologici, dato che i triliardi fantasma che si scommettono ogni millisecondo non sanno più dove andare per portare a casa tassi di profitto per gli ingordi detentori dei pacchetti azionari. Ed ecco che la finanziarizzazione della Natura diventa la sponda ideale. Sfruttare tutto quello che Madre Natura ci ha lasciato, metterlo sul mercato, dare un prezzo anche a Dio oramai….Un Cavaliere dell’Apocalisse che nessuno oramai riesce più a controllare. 2500 miliardi di dollari bruciati in pochissimo tempo alla borsa di Shangai, stime cautelative, e tutti lì ad aspettare il vero botto che arriverà fra non molto. I computer fanno le transazioni in microsecondi, in automatico, fuori dalla portata di comprendonio anche di Zio Paperone, che pur di soldi ne capiva qualcosa.

Questa finanziarizzazione è figlia di una crisi economica che sta arrivando all’apogeo. La terziarizzazione dei servizi, la ricerca disperata di ridurre il costo del lavoro, come se fosse questo che determina il prezzo finale, sta riportando in auge cose viste anni fa nello Stato del Parà, in Brasile, e raccontatemi da un collega che ha lavorato tutta la vita nell’Africa francofona. La servitù e la schiavitù come ultima frontiera: costo quasi zero per avere prezzi sempre più bassi. Un’economia che è uscita di testa, perché non ci sono più acquirenti, per cui devono disperatamente convincerci ogni minuto che dobbiamo comprare qualcosa, anche senza soldi, magari prendendoli a prestito, ed ecco il legame con la finanza.

Da piccolo quando vedevo una Mercedes non riuscivo nemmeno a pensare quanti stipendi di mio padre muratore ci sarebbero voluti per comprarla. Oggi ti dicono che bastano qualche cento euro al mese ed è subito tua. Qualcosa non mi funziona. Poi guardi le scritte in piccolo e capisci (non tutti a dire il vero) il tranello. Vogliono portarci tutti dentro il mondo finanziario, dove compri a rate e dove ti vendi il tuo futuro. Guardate gli studenti delle università private americane, o delle grandi scuole francesi e inglesi: esci con un bel diploma e con un debito tale per cui non potrai mai permetterti di avere delle opinioni libere, ma sarai obbligato  a pensare quello che vuole la Casta, e così ti garantiranno di poter rimborsare i tuoi debiti e fra 40 anni magari potrai anche comprarti una casetta.

Tutto questo si basa sull’ultimo grande postulato, detto con semplicità disarmante da The Iron Lady: la società non esiste, conosco solo individui. Rompere il patto sociale, la convivenza pacifica, ognuno pensi a sé stesso. Individualismo che fa a botte con la storia dell’Umanità. Ma nessun capo di Stato sembra ergersi contro di questo, l’unico a farlo resta il Papa che oramai tutti chiamano il Comandante Francesco.

Rompere i legami comunitari, voler aprire mercati per beni occidentali in tutto il mondo attraverso anche la guerra se serve. Un modello che abbiamo visto all’opera con la guerra in Irak e che ci viene ancora venduto oggigiorno.

Oramai la Storia ha cambiato strada. Il tramonto americano è iniziato, e dato che la Cina non potrà sostituirlo per la semplice ragione che l’America oltre a un dominio tecnologico, economico e finanziario aveva anche un dominio culturale popolare a cui tutti ci siamo sottomessi volontariamente. La Cina potrà avere un impero economico, finanziario forse, militare certamente, ma resta etnicamente troppo lontana da tutto il resto del mondo. Per cui potrà espandersi economicamente ma dietro di sé lascia spazi aperti. Ed è lì dentro che da un lato si inseriscono i salafiti e tutte le sette terroristiche che si fanno scudo della religione. Fenomeni che sarebbero stati marginali cinquant’anni fa ma che adesso hanno davanti a loro un’autostrada a quattro corsie. L’America non riesce a contenerli, l’Europa si è squagliata, i cinesi non possono nemmeno provarci dato che non hanno nulla da offrire, ma solo da prendere.

In questo casino di scioglimento culturale e di arrampanti finanzieri d’assalto, la Germania, anzi Wolfgang il Terribile pensa di poter far nascere un nuovo Reich. Forse i suoi occhiali gli permettono di vedere bene da vicino, ma di sicuro non vede oltre i confini europei. Capace di far crollare l’Europa pur di imporre la dittatura del Marco tedesco, sembra convinto che ci sia un destino imperiale per il suo paese. Non riesce proprio a capire che o si cambia radicalmente strada o la prossima guerra asimmetrica del tutti contro tutti porterà via lui e tutti quelli che la pensano come lui.
Tsipras magari perderà, ma almeno avrà messo al centro il vero problema dell’Europa e del mondo attuale. Non si può continuare ad andare avanti contro la maggioranza dei popoli. Non si può distruggere la natura in nome della finanza, non si può distruggere il lavoro in nome di benefici per gli azionisti e non si può distruggere la democrazia in nome dell’efficienza.

Wolfgang il Terribile e la sua controfigura politica sono un passato che ci ha portato guerre e dolori, dal 1870, al 1914, al 1939…. Questa è la Germania che conosciamo e questa è la Germania che nono vogliamo. Il rischio è una guerra non di territori da conquistare o di carri armati da distruggere. Sarà diversa, con il sud del mondo che vorrà venire da noi, per il semplice principio dell’acqua: mio padre muratore mi insegnava che l’acqua fa livello, per cui tende ad andare là dove ce n’è meno per pareggiare il livello. Nello stesso modo gli sfruttati del sud del mondo vengono e verranno da noi finché i nostri livelli di vita non si uguaglieranno. Se non ce la faranno a piedi verranno con altri mezzi, tanto oramai i diseredati del sud ce li creiamo in casa, a Kilometro zero, nostrani. Sono sempre più arrabbiati e dato che non abbiamo risposte alle loro domande, vanno da chi dà loro queste risposte, anche se a noi non piacciono. L’Isis e tutti sti terroristi hanno uno story-telling che fa breccia, mentre noi non abbiamo più nulla da contrapporre.

Intanto andiamo avanti a distruggere il pianeta, in nome dei nostri piccoli egoismi non guardiamo mai il senso di quello che le nostre Ditte fanno all’estero. La stessa ragione per cui abbiamo lasciato prosperare la mafia prima e adesso una mafia verde che vive e prospera sui rifiuti, quelli nostri. La logica è la stessa, dove non c’è più Società, Comunità, l’Homo Economicus cerca profitti immediati, confortato da decenni di acculturamento che andava in questa direzione.

Non riusciremo a venirne fuori senza aver capito che oramai tutto si tiene, le quattro grandi crisi non si possono più trattare separatamente; bisogna quindi iniziare da quanto abbiamo più vicino, cioè l’ALTRO. Ama il prossimo tuo un po’ più di te stesso, dice il Comandante Francesco. Ecco, a questo si riassume il nodo centrale: da lì si deve ripartire.

Nessun commento:

Posta un commento