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domenica 22 novembre 2015

Povera patria


Povera Patria cantava anni fa Franco Battiato. Leggo gli articoli sui giornali, ascolto i tanti commentatori sulle reti italiane, francesi e latinoamericane e trovo sempre la stessa analisi. Hanno colpito i nostri valori e la Francia in quanto simbolo di questi valori. Mi sembra incredibile non leggere o ascltare nessuna analisi che parta dalla duplice costatazione di cosa siano diventati i “nostri” di valori e cosa sia diventata la vita per la metà dell’umanità. I nostri valori hanno smesso da tempo di essere quelli di libertà, uguaglianza e fratellanza, per diventare i valori di borsa, il MIB, il CAC40 e simili. Siamo diventati una società di rapaci dove pochi riescono a mettersi in tasca somme enormi delle quali non sanno nemmeno cosa fare, e il resto sopravvive in una transizione verso il terzo mondo che abbiamo davanti e che oramai è venuto da noi. Inutile chiuderci gli occhi e cercare le gocce nel mare. Ci sono. Non dico di no, ma sono gocce nel mare di una finanza di ladri, in mezzo a una crisi ecologica dalla quale non vogliamo venirne fuori per non toccare i soliti noti della finanza mondiale. Le nostre istituzioni sono carta straccia, trovare un sindaco o un presidente di regione che sia persona sana e onesta sembra quasi missione impossibile. Spingiamo sempre più verso una società di consumi che oramai non possiamo più permetterci, ed ecco che la crisi arriva anche da noi. Le nostre pubblicità ci spigono a cambiare la macchina ogni due per quattro, il telefono prima ancora di sapere usarlo, i vestiti almeno due volte al giorno, profumi, giocattoli e tutto il resto, con il condimento finale che se per caso vi restano due lire in tasca andate a giocarvele a ste macchinette fregasoldi.

Siamo risuciti a distruggere anche l’unico sogno che ci teneva assieme, noi più grandi e le generazioni Erasmus, quello di un’Europa unita ed aperta. Oramai meglio chiamarla FEU, Former European Union, dato che siamo tornati indietro di 50 anni.

Alcuni mi dicono: stai sempre a criticare, ma cosa si potrebbe fare? Da anni vado in giro a ripetere che le imposizioni dei programmi di aggiustamento strutturale che la Banca Mondiale e l’FMI hanno imposto ai paesi del sud, tagliando educazione, salute e servizi agli agricoltori, hanno preparato il terreno ai problemi attuali, così come le insensate sovvenzioni che continuiamo a dare alle nostre agricolture del nord. Basta fare il contrario di tutto ciò. Spendere e spandere per educazione, salute e agricoltura familiare, e allora comincieremmo a discutere. I soldi? I soldi ci sono, lo sanno benissimo i nostri politici. I soldi sono o messi dentro il buco nero delle spese militari, che sarebbero sufficienti, se eliminate del tutto, a risolvere i problemi del mondo e rinforzare una classe media dappertutto, oppure i soldi, come ben sanno i maghi della finanza, ed anche il nostro Draghi, si inventano. La massa monetaria attuale è composta per lo più di moneta virtuale, creata dal nulla dai maghi della finanza. Comunque, anche senza andare a creare moneta virtuale, basterebbe quella vera. Se per caso sentite uno dei politici, al governo o all’opposizione, dire una cosa del genere, fatemi un fischio.

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