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mercoledì 21 agosto 2019

Ritornando sulla crisi


Scrivevo ieri che un eventuale nuovo governo a traino 5S-PD dovrebbe mettere un paio di punti chiave come priorità assolute. Non perché siano capaci di risolverle da soli, ma per dare un’impronta finalmente repubblicana all’azione di governo. Non dico che siano punti esclusivi, altri se ne possono aggiungere ovviamente, ma su uno in particolare voglio ritornarci. Si tratta della necessaria e urgente separazione tra banche commerciali e banche d’affari. Attualmente gran parte delle banche, italiane come tutte le altre, fanno scarsissimi affari con le attività tradizionali, dato che l’economia non cresce granché, cosa per cui, da anni, si sono buttate sulle speculazioni finanziarie, molte delle quali legate anche alle risorse naturali. In caso di speculazioni andate a male, i debiti sono coperti dal budget delle attività commerciali e, in caso estremo (vedi banche italiane) dal cittadino lamda.

Da anni oramai molti economisti hanno tirato l’allarme su questo casinò le cui responsabilità sono note a tutti per quanto riguarda la crisi del 2008 dalla quale non siamo più usciti.

Sia i 5S che la Lega avevano messo questo tema nel famoso contratto e, dal lato opposto, molti rappresentanti delle opposizioni di sinistra si erano detti più che d’accordo su un intervento su questo tema.

Non se n’è fatto nulla, malgrado il fatto che molti giornali segnalassero già all’inizio del 2018 un problema (limitato nei loro titoli alle banche tedesche e francesi) di circa 6.800 miliardi (di derivati tossici, difficili da esigere). 

Ricordo solo per chi ha poca memoria che sono queste stesse banche ad aver creato il problema Grecia, dato che l’essenziale del debito greco era in mano loro (cioè in mani private). Ma siccome le banche vanno protette anche più della mamma, ecco che Merkel e Sarkozy sono intervenuti per far diventare quei debiti (delle loro banche, private) un debito pubblico (greco), dopodiché hanno scatenato i cani di Bruxelles per gli inevitabili aggiustamenti strutturali che hanno distrutto la Grecia.

Bene, dal gennaio dell’anno scorso a oggi non si è mossa foglia. 

Pochi giorni fa è arrivata la notizia che la Deutsche Bank ha preventivato un bilancio mega-negativo dato che vuole separare queste due attività, considerando la seconda troppo a rischio. Bene, ho trovato solo il Manifesto che si è speso per spiegare quale sia il vero livello della crisi in atto: non 6800 miliardi, ma, la sola DB, ha in pancia qualcosa come 50 mila miliardi (pari a oltre 24 volte il PIL tedesco e al 12% del valore mondiale) https://ilmanifesto.it/grosso-guaio-alla-deutsche-bank/.

Spero cominciate a capire di cosa stiamo parlando: mica bruscolini, come diceva Totò…

Ovviamente dati affidabili sulla magnitudine del problema mondiale non ne esistono, ma già alcuni specialisti ci ricordano che oramai, al non far nulla per limitarle, i nostri governi sono oramai nelle mani di queste grandi banche (che hanno un budget totale, individualmente, uguale o superiore al PIL italiano o francese). 

Insomma, qualsiasi cosa vi diranno sulle cose da fare, le emergenze migranti e tutto il resto, il problema è questo: le banche e la finanza, da rimetterle sotto controllo subito. Ci sono anche già dei disegni di legge presentati, per cui non partirebbero da zero e, paradossalmente, potrebbero arrivare anche ad avere l’appoggio della Lega.


Se non partono da qui, meglio che facciate come me, e non andate a rivotarli la prossima volta. E quando la vera crisi vi arriverà fra capo e collo, almeno non dite che non lo sapevate.

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