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giovedì 25 ottobre 2012

2012 L50: Giulio Massobrio - Occhi chiusi

Editore: Newton Compton La recensione fatta da Lara Crinó per la Repubblica delle Donne mi facilita il compito: Occhi chiusi è ambientato nei primi anni Sessanta al Alessandria , una città in cui a dar la sveglia, nelle mattine nebbiose del lungo inverno, è la sirena della fabbrica Borsalino, gli operai e le guardie girano in bicicletta e le memorie della lotta tra fascisti e partigiani fanno ancora male. Nella quiete apparente della provincia "dove non succede mai niente, ma succede di tutto" un uomo importante, l'architetto Cammei, viene trovato ucciso da un colpo di stiletto. A indagare è il Piazzi, un lungagnone bolognese malinconico e affascinante come si addice a un commissario. Lo aiutano in lunghi dopocena a base di grappa il professor Mario, sua moglie Carla e l'amica Franca, bellissimo medico che ha corso le Mille Miglia. Dietro l'omicidio e i delitti successivi c'è il marcio di un teatrino in cui la borghesia nasconde i suoi segreti per non rovinarsi gli affari. L'intreccio funziona e funziona l'atmosfera: è quella, tinta di nero e ancora efficace a cinquant'anni di distanza, della commedia all'italiana di Signore e signori di Germi, con la sua critica all'italica ipocrisia che tutto soffoca e tutto aggiusta. E' stata una piacevole scoperta che sicuramente andrá a finire nella Top dell'anno. Il mio 50esimo libro non poteva essere piú piacevole. L'impressione che risentiremo parlare di questo commissario....

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