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sabato 20 ottobre 2012

Mercato degli Affitti: come risolvere un problema eterno

Da quando mondo è mondo, la questione degli affitti è una questione importante e irrisolta per tutti i governi, di qualsiasi colore siano. Chi ha provato ad affidarsi al mercato e chi a regole più stringenti e a promuovere la costruzione di case popolari da parte dello Stato... nessuna delle due parti, nella realtà, è riuscita a creare i presupposti per uscire fuori da una situazione imbarazzante per tutti. Quando lo Sttao ha provato a inventarsi il ruolo di costruttore e di gestore di case popolari, è sempre finita che gli amici degli amici hanno avuto un accesso prioritario alle case, appartamenti, per non parlare poi dei politici (ricodarte dove viveva D'Alema e quanto pagava d' affitto a Trastevere?). Guardo in Francia, con la sua lungimirante politica degli HLM (abitazioni ad affitto moderato) e non ne trovi uno che funzioni. Insomma, buone intenzioni ma scarsi risultati. Lasciare al mercato non ha dato nessuna risposta al problema perchè il mercato, come funziona nei nostri paesi, è un'istituzione ottima per chi sta in alto, ha i soldi, i conattti e le protezioni (e raccomandazioni). Per tutti gli altri, la maggioranza, non serve a nulla. Il risultato evidente è che chi ha un appartamento da affittare, difficilmente lo mette sul mercato, perchè non si fida delle leggi e di chi gli può arrivare in casa. Malgrado le garanzie iniziali, scopriamo sempre di più che anche le garanzie ufficiali (copia del contratto di lavoro per esempio) possono essere inventate e compratre su internet per 50 euro. Per cui la soluzione più semplice è di NON affittare. Meglio tenere lì il capitale che tanto col tempo aumenterà. Dall'altro lato, chi cerca casa, non la trova via i canali ufficiali. L'unica possibilità che funziona sono le raccomandazioni e le conoscenze familiari. Il risultato è che abbiamo un patrimonio enorme vuoto e che non passa dal mercato, di fronte a una domanda enorme ma senza possibilità di essere corrisposta. Eppure la risposta c'è, ed è molto semplice. Ma forse proprio per questo i politici non ci pensano. La questione centrale, come sempre, è legata alla mancanza di fiducia fra chi potrebbe mettere l'appartamento (che ha paura di non essere pagato e non rivedere più il proprio bene restituito) e chi cerca da affittare. Se siamo d'accordo su questo punto, è ovvio che non sarà mai sufficiente una risposta basata sull'aumento delle garanzie che chi affitta deve prestare ai proprietari, perchè tanto resterà sempre il dubbio. Poi aggiungiamoci i dubbi di un mercato del lavoro sempre più precario per cui quello che sembra sicuro oggi domani potrebbe non esistere più, come lavoro, come fabbrica. Immaginate allora quelli che fanno un lavoro precario, call-center, scrittori, artisti.. quelli sono destinati a non poter mai trovare le garanzie necessarie. Dal punto di vista dei proprietari, l'impressione è che le leggi e i tribunali, nonchè le associazioni di categoria, siano sempre più svilupapti a favore dei fittavoli e contro i proprietari. Essendo chiaro che di quel che si tratta è di convincere i propietari ametter ei loro beni sul mercato, potremmo pensare aun meccanismo molto semplice: le associazioni di categoria a difesa dei fittavoli prendano delle assicuarazioni e incitino le persone che cercano un affitto a registrarsi con loro. L'assicuarazione sarà sul rischio che i fittavoli non paghino la locazione. In questo modo, il proprietario X, al momento di affittare il suo bene, riceverebbe come garanzia la copertura da parte dell'associazione di categoria che si porterebbe garante, via l'assicurazione, nel caso il fittavolo non paghi a tempo e nelle somme convenute. Questo semplice accorgimento sposterebbe l'onere della prova sulle salle non solo di chi cerca l'affitto, ma anche delle associazioni che li aiutano. Tali associazioni sarebbero quindi incentivate a fare attenzione alle persone che si associano da loro, dato che sarebbero loro a pagare, nonchè a negoziare dei contratti chiari e non troppo cari con le assicurazioni. Da parte dei proprietari, a quel punto, verrebbe meno un fattore chaive che limita la messa sul mercato di case e appartamenti. Tanto, che paghi l'inquilino o che sia l'assicurazione, i soldi arriverebbero tale come stipulato. Nulla poi impedisce che queste assicurazioni copra no anche il rischio che, a scadenza contratto, la rescissione non sia rispettata secondo le regole prescritte. Il costo sarebbe limitato, da pagarsi da parte del fittavolo, il che allegerirebbe la pressione sui proprietari e riuscirebbe, senza ombra di dubbio,. a smuovere un mercato che nessuna legge e nessuna istituzione è mai riuscita a fare.

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