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domenica 14 ottobre 2012

Diaz: per non dimenticare

Gli articoli di questa settimana sul bambino di Cittadella portato via con la forza dalla polizia e le successive scuse del loro capo, Manganelli (un nome, un programma) mi hanno fatto tornare in mente le altre scuse dello stesso Manganelli dopo la sentenza della Cassazione sui fatti occorsi quella notte di luglio 2001 a Genova, quando venne sospesa la Costituzione della Repubblica italiana. Ho quindi comprato il film (DIAZ) e l'abbiamo guardato in famiglia ieri pomeriggio. Le reazioni di incredulità di fronte a tanta violenza, gratuita, da parte dei celerini, poliziotti che assomigliavano molto, nel loro agire, ad altri che vedemmo in scena con le camice brune e nere ai tempi di "quando c'era Lui" e del suo amico coi baffetti. Un film duro da digerire, ma necessario per ricordare. Riporto qui sotto un articolo del giornale di Genova. | Il dramma di quella notte | Roma - Confermata, dalla Cassazione, la responsabilità dei vertici della polizia alla catena di comando a Genova, il 22 luglio del 2001, la notte del pestaggio e dell’arresto illegale dei no-global alloggiati alla scuola Diaz durante il G8. Diciassette i dirigenti che escono compromessi da questo esito processuale che comporta anche la sanzione accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni che si ripercuoterà sulla carriera professionale dei poliziotti di rango perché si apriranno i procedimenti disciplinari finora congelati in attesa del verdetto. È stata così sostanzialmente confermata, nella parte più rilevante, quella relativa alla catena di comando, la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Genova il 18 maggio del 2010. Tra i “big” condannati, per aver firmato i verbali falsi che giustificavano il blitz violento accusando le vittime di aver opposto resistenza accoltellando un agente e nascondendo molotov, ci sono il capo dell’anticrimine Francesco Gratteri (4 anni), il capo del Servizio centrale operativo Gilberto Caldarozzi (3 anni e 8 mesi), e il capo del dipartimento analisi dell’Aisi Giovanni Luperi (4 anni). Gli altri dirigenti con condanna irrevocabile a tre anni e otto mesi sono Filippo Ferri, Massimiliano Di Bernardini, Fabio Ciccimarra, Nando Dominici, Spartaco Mortola, Carlo Di Sarro, Massimo Mazzoni, Renzo Cerchi, Davide Di Novi, Salvatore Gava e Pietro Troiani. Uno sconto di pena ci sarà per l’ex capo della mobile Vincenzo Canterini - ora in pensione - che aveva avuto la pena più alta, cinque anni, dalla quale si dovrà sottrarre la condanna per lesioni ma non per il falso. Per tutti loro si profila una sostituzione nell’incarico. Dopo undici anni di attesa, le vittime - 63 i feriti, molti in maniera grave e permanente come il giornalista inglese Mark Covell, 93 gli arrestati in modo illegale rimasti in carcere tre giorni senza poter comunicare con nessuno - hanno ottenuto il via libero definitivo al diritto al risarcimento contro il quale si era battuta l’Avvocatura dello Stato. La Suprema Corte, invece, ha dichiarato prescritte le condanne a tre anni di reclusione (comunque coperti dal condono) per otto cosiddetti “pesci piccoli”, i caposquadra del settimo reparto della celere di Roma, accusati di lesioni. La decisione ha come effetto il venir meno della sanzione accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per Fabrizio Basili, Ciro Tucci, Carlo Lucaroni, Emiliano Zaccaria, Angelo Cenni, Fabrizio Ledoti, Pietro Stranieri, Vincenzo Compagnone. Per Massimo Nucera e Maurizio Panzieri è stata rideterminata al ribasso - da tre anni e otto mesi a tre anni e cinque mesi - la condanna per la messinscena dell’accoltellamento. http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2012/07/06/APHSPUsC-diaz_definitive_condanne.shtml Ricordiamoci bene che, malgrado i tentativi di scaricare le mele marce, siamo invece di fronte alla solita cultura della violenza che non si è mai interrotta nemmeno al passaggio dal Regime alla Repubblica. Fosse stato per le autorità, politiche e istituzionali, di quella notte non saremmo mai venuti a sapere nulla.

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