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martedì 29 giugno 2010

continuando quello del 18 giugno: ma in che pease viviamo?

Credo non valga nemmeno la pena fermarsi sulla Federica Gagliardi, l'ultima (per il momento) di una lunga lista di ragazze che scortano il nostro amato premier dovunque egli vada. Nemmeno sul Brancher di turno (Brancher è stato il primo dirigente berlusconiano a finire in prigione durante quel buio periodo della storia italiana che fu tangentopoli. Era il giugno del 1993 e i magistrati del pool di Milano lo arrestarono per aver portato – in occasioni diverse – due valigette con dentro 150 milioni l’una al segretario dell’allora ministro della Sanità De Lorenzo: il ministero aveva infatti stanziato circa 40 miliardi per una campagna di spot sulla lotta all’Aids. ma una buona parte di quei soldi era andata alla Fininvest, sempre in prima fila nella pubblicità progresso. Nel buio della cella, Brancher fu illuminato dalla visita di Cesare Previti, che non era il suo avvocato, ma si fece passare come “assistente processuale” – una specie d’apprendista – del vero legale di Brancher, Daria Pesce. Interrogato dai magistrati, Brancher ammise di aver portato 300 milioni a De Lorenzo, ma rifiutò di applicare all’elargizione la fastidiosa definizione di “tangente”. Il suo stoico silenzio su presunte attività illegali del gruppo Berlusconi gli meritò il soprannome di “Greganti della Fininvest”, in ossequio ad un altro celebre imputato. Al processo, Brancher fu condannato a 2 anni e 8 mesi di carcere per violazione della legge sul finanziamento ai partiti e falso in bilancio. Rimesso in libertà, mise a frutto le sue doti di uomo che sa soffrire in silenzio, offrendosi come trait d’union tra Forza Italia e Umberto Bossi). Nemmeno sulla Scajola che i suoi mesi di prigione se li é fatti tutti.

Insomma, un titolo di merito per andare a lavorare con questo governo e questa gentaglia sembra essere quello di esser passati per le prigioni.

Quindi la notizia appena arrivata, condanna anche in appello di Marcello dell'Utri a 7 anni di galera (dopo i 9 presi in primo grado), di fatto fanno di lui un supercandidato, non solo a carichi mibnisteriali ma, se tanto mi da tanto, a un Superminisaterio o addirittura alla Presidenza del Consiglio non appena SuperSilvio lascerá il posto per qualche altra carica piú alta (o, a sua volta, per visitare Regina Coeli).

Facciamo i nostri migliori auguri al Sr. dell'Utri per la brillante carriera che lo aspetta, tanto siamo sicuri che in galera non ci passerá nemmeno un giorno.

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