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giovedì 25 febbraio 2010

Pashupatinath, dove si scopre che i cinesi non sono turisti graditi

La giornata nasce con programmi diversi. Mentre io vado a discutere Terre (ne parlerò con calma nei prossimi giorni, promesso), Christiane se ne va alla ricerca di spezie e the.
L’uscita non è delle migliori dato che l’inquinamento la rimanda a casa mezza morta un’ora dopo. Capiamo quindi che quando la guida indica Ktm fra le città più inquinate, in effetti non sbaglia di molto.
A sto punto, rimessa un po’ in sesto, ed io sempre col mio seminario, si prepara un programma per il pomeriggio: dopo negoziazioni degne di Totò riesce a farsi portare dal tassista al tempio induista di Pashupatinath. L’ effetto è subito molto forte perché si trova nel mezzo di una cerimonia di incinerazione: la guida spiega gentilmente che ci sono posti per mettere i corpi per tutte le caste, una in fila all’altra, in modo che non si tocchino (per l’amor di Dio, toccarsi è il peccato più grave sembrerebbe), nemmeno dopo morti. Tecnicamente esiste una uguaglianza, e tutti passano per il camino in un tempo stabilito di 4 ore e mezza. Tronchi grossi, impilati con estrema precisione, chissà se di essenze diverse per le diverse caste, e poi si accende il fuoco: per il padre tocca al figlio più vecchio, mentre per la madre tocca al più giovane. Le donne non possono partecipare, perché quando lo facevano avevano una strana tendenza a buttarsi sul fuoco per morire assieme al marito.
Ceneri, escono da questo fuoco, e sono buttate al fiume. E ci si bagna, il giorno dopo, a mo’ di purificazione.
Poi la visita alle grotte dove vivono i Santi (da verificare): vecchietti centenari, arzilli con i loro capelli lunghi da far invidia a Bob Marley (metteremo le foto..).
Essendo la guida una persona che parla un inglese piano, di facile comprensione, il dialogo si stabilisce. E quindi, una volta attorniata da venditori ambulanti, ed essendo in giro una comitiva di cinesi (stanno finendo le celebrazioni per l’anno nuovo) che, stranamente, nessun venditore assale, sorge spontanea la domanda del perché io sì e loro no: e la risposta è che non sono graditi i cinesi, sono chiusi, non comprano niente e nemmeno ascoltano.
Il ritorno dal tempio permette una sosta al supermercato dove ci si riempie di spezie, dal cardamomo, al coriandolo, al mix di un tipo e poi dell’altro, per non parlare dei the…
Intanto è finita la sessione nostra, col mio interlocutore nazionale molto contento per come è andata (in effetti sono molto felice anch’io), per cui partiamo alla ricerca del mio regalo per questa missione: un vestito tradizionale nepalese che, quando lo vedranno a Roma, mi spareranno due occhi grandi così. Raja ci porta quindi nel cuore di Ktm, forse dalle parti di Kilagal Tole. Di sicuro siamo in una zona dove di turisti non ne vedi nessuno, zero, nada, nisba. La stessa sensazione delle calli di Venezia, però senza moto.. oppure i quartieri spagnoli di Napoli (in questo caso senza la paura). Non ci si tocca, già detto, per cui le acrobazie sono degne di Valentino Rossi. Si gira per stradine sempre più strette, piene di negozietti incredibili, di colori, luci, gente tranquilla, che sputa per terra così come noi veneti imploriamo la madonna (ed il resto). Ma insomma basta star attenti. Templi dappertutto, uno più incredibile dell’altro e ovviamente di religioni diverse.
La piazzetta centrale, la più vecchia, piccola con tre templi ed edifici vecchi di vari secoli, con almeno cinque strade che ci si affacciano, è piena di vita come al San Paolo di Napoli quando giocava Maradona. Una sensazione di vita vera, finchè arriviamo quindi dal mio sarto. Negoziazione incredibile, soprattutto perché il mio amico vuole farmi avere il vestito in tempo per la cerimonia finale di venerdi. Scegli il tessuto, i colori, prendi le misure, discuti la lunghezza, il gilet, si o no, a due colori o uno, con o senza cappello… insomma un’avventura… andateci….
PS di Christiane: Il regalo per me è il cappello tradizionale.. non vi dico quando mi ha misurato la testa… mon dieu, ma questo è Ganesh, il dio elefante… non aveva mai misurato una testa di questa dimensione…. Paolo è diventato quindi un semi dio.. ricordarsi che Ganesh porta la fortuna.. good luck

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