Gallimard, Folio Policier 2000
Pendant que les théoriciens traquent ailleurs la chimère, le bled brûle.
Les pompiers qui se proposent d'intervenir ne sont autres que des
pyromanes. Ils ont tiré la bonne carte : l'intégrisme.
La confrérie était disponible, salivante de frustrations, belliqueuse,
endoctrinée. Hier, elle cultivait la haine. Aujourd'hui, elle divertit.
On n'apprend pas à son papa à faire des enfants. L'officialisation des
partis à caractère religieux était négociée dans le but exclusif de
légitimer la sédition. On a élevé la mouvance islamiste au rang des
prophéties, puis on l'a jetée aux orties. Forcément, les floués ont pris
les armes.
Le mal d'abord, l'aile armée du FIS. Ensuite de GIA, le bras de fer du
père. Cette guerre n'est qu'un chantier que se partage convivialement la
mafia politico-financière. Quand les fondations de son empire seront
enfin achevées, elle calquera des doigts et le calme reviendra comme
dans un rêve.
Duro da mandar giù. L'autore mescola la sua storia di scrittore e allo stesso tempo militare (in questo caso il commissario sta nella Polizia), nel pieno del periodo del terrorismo GIAista; si legge del personaggio e si pensa a Yasmina. Finisce male, perchè queste storie non possono che finire così. Vorremmo tanto dirci che, in fin dei conti, è solo una storia, un libro, e che nella vita reale poi è diverso. Ma non ci riusciamo, chiudiamo l'ultima pagina e andiamo avanti.
Leggete qui un'intervista all'autore su questo libro:
http://www.liberation.fr/livres/1998/07/09/yasmina-khadra-reconduire-le-diable-en-enferl-automne-des-chimeres-clot-dans-la-tristesse-et-le-dese_243440
lunedì 25 maggio 2015
martedì 19 maggio 2015
La Terra ai contadini – Quali misure per lo sviluppo? Brevi considerazioni di ieri e di oggi
In decenni recenti il tema della riforma agraria era tornato di moda,
soprattutto in Brasile e nelle Filippine dove i movimenti contadini portatori
di quelle istanze giocarono un ruolo importante nel ritorno a regimi
democratici nel 1985. Pian piano il tema però si è un po’ perso, sostituito
(volontariamente? Difficile dirlo) da altre tematiche che oggi troviamo al
centro dei discorsi delle organizzazioni contadine e indigene: diritto al cibo,
alla sovranità alimentare, riconoscimento dei diritti dei popoli indigeni e
lotta per una buona governanza. Fra questi spicca il tema dell’appoggio,
recente, di questi movimenti, al tema dell’agricoltura familiare (che noi in
Italia chiamiamo la Piccola Proprietà Coltivatrice), diventato simbolo della
riscossa contro le multinazionali dell’agribusiness e celebrato con l’Anno
Internazionale dedicato a questo tema nel 2014.
Questo slittamento terminologico e concettuale merita di lanciare alcune
piste di riflessione, con la speranza che sia possibile parlarne un giorno, al
di là dei soliti e ripetuti richiami contro l’accaparramento delle terre. Non
che lo slogan Reforma Agraria Ya! Sia scomparso del tutto, ma sembra di
assistere a un bagno di acqua gelata sui sogni di un tempo, in nome di un
realismo politico che non osa dire il suo nome.
Questo breve post non può esaurire questo tema, ma serve per provocare
amici e colleghi impegnati sulla tematica agraria e movimentista.
La domanda espressa che noi tutti ci poniamo, realisti e pragmatici,
riguarda cosa sia possibile proporre per il mondo rurale mondiale al giorno d’oggi
e che abbia una minima possibilità di fare proseliti in politica. La domanda implicita riguarda invece qualcosa
di più personale: non è che a forza di realismo, rischiamo di trovarci ad
appoggiare piattaforme politiche che in altri periodi storici ci avrebbero
visto sulle barricate?
Penso innanzitutto se sia ancora fattibile parlare di lotta di classe al
giorno d’oggi. Già scriverlo sembra quasi di bestemmiare in chiesa. Pochi
mohicani ancora si dilettano sulla rete a discettare di questo tema, mentre la
gran parte della sinistra mondiale (senza parla di centro-sinistra o di
centro-centro) ha abbracciato una visione che potremmo chiamare “interclassista”.
Se siamo d’accordo su questo punto iniziale, allora dobbiamo andare a vedere
cosa si intende con questo termine e quando sia stato promosso nell’agone
politico per la prima volta (almeno a casa nostra). Trovo quindi su wiki che con
il termine interclassismo si intende una qualsiasi concezione politica e
sociale che promuova la collaborazione tra le diverse classi sociali e la
conciliazione tra i loro differenti interessi, rifiutando il principio della lotta
di classe e propugnandone la convivenza armonica. Meglio ricordare subito ai
lettori più giovani che non si tratta di un principio né nuovo né recente.
Qualcuno lo ha proposto ben prima del nostro attuale Primo ministro. In particolare
questo qualcuno si pose il problema, come faremmo noi professionisti del tema,
di come di ridurre le differenze di classe all'interno del mondo rurale, soprattutto
in quei paesi dove questa frangia costituisca la componente di gran lunga
prevalente della società.
L’interclassismo proposto quindi per le campagne abbraccia
la collaborazione di classe in contrapposizione all'individualismo del sistema
capitalista, a cui oppone l'unità delle classi sociali davanti all'interesse
nazionale e quindi conferendo allo Stato il ruolo di mediatore nelle
controversie tra esse.
Nel nostro paese, e come in gran parte dei paesi
del sud del mondo dove il settore agricolo e rurale è ancora dominante, si sono
posti problemi legati alla precarietà e povertà del trattamento del lavoratore
agricolo (il bracciante, che mette a disposizione le sue braccia come forza
lavoro), il miglioramento produttivo delle terre attraverso, per esempio, le bonifiche
e finalmente, il tema scottante dell’espropriazione dei grandi latifondi.
La questione bracciantile è molto presente ancora
oggigiorno. In Brasile il sindacato agricolo più grosso nel mondo rurale si
chiama CONTAG, Confederazione del lavoratori agricoli (cioè dei braccianti).
Ridurre il numero dei braccianti con provvedimenti che permettano di sviluppare
le piccole e medie proprietà (l’agricoltura familiare), verrebbe considerato,
credo, come un passo progressista, in avanti.
Noi avevamo anche un serio problema di terreni
acquitrinosi, i francesi li chiamerebbero i Bas-Fonds, che una volta bonificati
potrebbero rendere un gran servizio alla produzione agricola. Da noi vennero così
fondati i consorzi di bonifica gestiti e finanziati dallo Stato, attivi sia
nella bonifica di aree paludose e malariche che per la gestione del patrimonio
silvo-pastorale, il tutto dentro un quadro legislativo chiaro che era stato
approvato in precedenza.
In linea di massima, il recupero dei bas-fonds,
anche se molto utile, non è mai stata una risposta sufficiente al problema
agrario. Ecco perché la questione dell’espropriazione
dei latifondi appare sempre come il tema più delicato. Se un governo attaccasse
questo problema espropriando i terreni di latifondisti e grandi
proprietari, possessori di migliaia di ettari di terra perlopiù lasciata incolta
ed improduttiva, coltivata a grano o lasciata a pascolo dando luogo a sole
rendite parassitarie, probabilmente saremmo tutti lì ad applaudire.
L’ultima vertente, sulla quale attualmente la
nostra coscienza ambientalista avrebbe qualche remora, riguarda i processi di
colonizzazione di nuove terre vergini e incolte, e la creazione dei borghi
rurali.
Noi avemmo un governo, anzi un regime che fece
tutto questo, e che gli valse l’appoggio di una massa consistente della
popolazione. Lascio a voi indovinare di chi si sia trattato.
lunedì 18 maggio 2015
Bergamo: Festival Fare Pace - giovedi alle 18.00. Perché bisogna ripetere le cose già dette
Questo giovedì
sarò ospite al Festival Fare la Pace di Bergamo per parlare di risorse naturali
accaparrate e per aiutare a capire a che gioco stiamo giocando su questa terra.
Il tema dell’accaparramento
(il Land Grabbing) si è imposto in questi anni recenti sulla scorta di una
sensibilizzazione crescente di fasce giovanili nel mondo intero. Questo è
positivo, perché dimostra innanzitutto che malgrado le dosi di valium che le
televisioni, radio e giornali ci propinano quotidianamente, ci sono ancora
persone (voglio credere siano addirittura in crescita) che si guardano attorno
curiose di capire cosa sta succedendo in giro e vogliose di partecipare. Fare
qualcosa, in un mondo che ci sfugge via, dove a mano a mano che entriamo nei
menadri dei temi chiave, finanza, ambiente, sfruttamento, migrazioni… ci
rendiamo conto che si sale subito a una scala superiore, al di là delle nostra
portata, … ecco, aver ancora voglia ed energia per “fare qualcosa” mi sembra un
primo segnale di vita. Importante.
Noi che questi
fenomeni li abbiamo studiati per anni e che ci abbiamo lavorato sopra per
difendere i diritti delle comunità e dei popoli indigeni, abbiamo una
responsabilità morale di passare il nostro capitale di “sapere” a chi si
accinge ad entrare in quest’arena. Soprattutto perché con gli anni abbiamo
imparato a capire quanto subdola sia la strategia che ci sta dietro. Qui non si
tratta più di prendersi le terre e le acque o la sabbia dei popoli del Sud, il
confronto va ben al di là e cercare di spiegarlo in modo semplice sarà lo scopo
di questa serata. Speriamo riuscirci.
Siamo sottoposti
quotidianamente a un bombardamento di
informazioni false, tendenziose oppure
nella zona grigia fra il certo e l’incerto, il cui primo scopo è di metterci
paura rispetto a tutto quello che sta oltre l’uscio di casa nostra. In questo
modo ci richiudiamo in noi stessi, mentalmente, e facendo così rimpiccioliamo
anche il nostro cervello. Di fatto questo serve a far sì che alla fine
deleghiamo tutto quello che sta oltre l’uscio a chi si propone di farlo al
nostro posto. Rimpiazzare la nostra
capacità di pensare, riflettere, ecco il primo comandamento. Firmare una
lettera in bianco a qualcuno che poi deciderà per conto nostro. Contro questo
dobbiamo lottare. Riappropriarci del nostro spazio mentale, riapprendere a
uscire di casa e andare verso gli altri, per capire a che gioco ci stanno
obbligando a giocare.
Percorso
difficile perché implica energia, studio, curiosità e soprattutto andare contro
il mainstream isolazionista e caciarone. Non si tratta di buttarla in vacca, di
chiacchiere da Bar Sport, ma del nostro futuro, nostro come razza umana. Ecco perché
eventi come Bergamo servono, per far circolare idee, coinvolgere giovani che
ancora hanno voglia di pensare e capire. Tutto ciò è precondizione all’azione. Ma
questo verrà dopo, per il momento contentiamoci di vincere la paura e andare
avanti nella comprensione del complicato. Non si può semplificare tutto,
soprattutto in un mondo che diventa sempre più complesso e dove trovi che a
spiegarti i principi dell’ecologia politica pratica siano gli ex-banchieri
della JP Morgan, quelli che hanno creato i famosi derivati finanziari della
crisi del 2008. Non basta quindi stupirsi o fermarsi alla prima reazione
superficiale. Bisogna andare oltre e chiedersi il perché delle cose. Come è
stato possibile che si sia arrivati a questo momento di crisi che mette assieme
finanza, ecologia, cultura … Se non lo facciamo non capiremo perché il Papa
parli già da mesi di una terza guerra mondiale che è già cominciata (http://www.repubblica.it/esteri/2014/08/18/news/papa_francesco_terza_guerra_mondiale_kurdistan-94038973/).
Sta esagerando
lui? Oppure ha informazioni segrete che solo i suoi Servizi hanno per cui ne sa
più di noi? Oppure, dico io, sta mettendo assieme i pezzetti di un puzzle che
abbiamo sotto gli occhi tutti quanti, basta andarlo a vedere e cercare i
pezzetti che pian piano si incastrano. Un puzzle composto da una mega crisi
ecologica, finanziaria e culturale-umana le cui basi sono state poste oltre una
quarantina di anni fa. I più giovani si ricordano, forse, che nel 1969 l’uomo
(americano) è andato sulla Luna. Ma probabilmente non ricordano o non sanno che
il presidente americano dell’epoca, quel Nixon che fu costretto a dimettersi
per gli ascolti illegali del Watergate, firmò lui il decreto che metteva fine
al regime monetario che aveva garantito stabilità e zero inflazione per tutto
il dopoguerra. La rottura del Gold Standard è roba sua, la mano, anche se gli
interessi che ci stavano dietro erano ovviamente più grossi. Anche lì vale
sempre la stessa domanda: perché? Perché mettere fine a un sistema che
garantiva pace e tranquillità economica a tutto l’Occidente? Proveremo dare una
risposta, spero coerente anche se magari di parte, a questo. E come mai in
parallelo negli stessi anni inizia una distruzione sistematica di tutti i
progressi legislativi in materia ambientale che si erano realizzati negli anni
precedenti? Le basi dei disastri attuali sono state poste in quegli anni. Così
come si sono ridotte al minimo le capacità governative dei paesi del Sud, via i
piani di aggiustamento strutturale, un modo finanziario di portar via la sovranità
nazionale e metterla sotto il cappello del FMI e Banca Mondiale. Salvo poi oggi
scoprire che questi stati sono deboli e non riescono a controllare le pulsioni
terroristiche che emergono. Chiediamoci sempre il perché e quando tutto questo
è cominciato.
Spero avervi
numerosi giovedì sera.
2015 L23: Charlotte - David Foenkinos
Gallimard 2014
Ce roman retrace la vie de Charlotte Salomon, artiste peintre morte à vingt-six ans alors qu'elle était enceinte. Après une enfance à Berlin marquée par une tragédie familiale, Charlotte est exclue progressivement par les nazis de toutes les sphères de la société allemande. Elle vit une passion amoureuse fondatrice, avant de devoir tout quitter pour se réfugier en France. Exilée, elle entreprend la composition d'une œuvre picturale autobiographique d'une modernité fascinante. Se sachant en danger, elle confie ses dessins à son médecin en lui disant: "C'est toute ma vie." Portrait saisissant d'une femme exceptionnelle, évocation d'un destin tragique, Charlotte est aussi le récit d'une quête. Celle d'un écrivain hanté par une artiste, et qui part à sa recherche.
Ero un po' sorpreso al vedere la forma come il libro era stato scritto. Ma ho deciso di provare a leggere qualche pagina... e sono arrivato alla fine prima che finisse il week-end. Consigliato. Probabile Top
Ce roman retrace la vie de Charlotte Salomon, artiste peintre morte à vingt-six ans alors qu'elle était enceinte. Après une enfance à Berlin marquée par une tragédie familiale, Charlotte est exclue progressivement par les nazis de toutes les sphères de la société allemande. Elle vit une passion amoureuse fondatrice, avant de devoir tout quitter pour se réfugier en France. Exilée, elle entreprend la composition d'une œuvre picturale autobiographique d'une modernité fascinante. Se sachant en danger, elle confie ses dessins à son médecin en lui disant: "C'est toute ma vie." Portrait saisissant d'une femme exceptionnelle, évocation d'un destin tragique, Charlotte est aussi le récit d'une quête. Celle d'un écrivain hanté par une artiste, et qui part à sa recherche.
Ero un po' sorpreso al vedere la forma come il libro era stato scritto. Ma ho deciso di provare a leggere qualche pagina... e sono arrivato alla fine prima che finisse il week-end. Consigliato. Probabile Top
2015 L22: Yeruldelgger - Ian Manook
Le Livre de Poche 2015
Patrick Manoukian, alias Ian Manook
Cinq ans plus tôt, Kushi, la fille de l'inspecteur Yeruldelgger a été enlevée et assassinée pour l'obliger à abandonner une enquête sur la corruption liée au rachat des terres de la steppe mongole.
La découverte du cadavre d'une autre fillette va le replonger dans les mêmes tourments. Dans un pays à l'histoire et aux paysages sauvages, une guerre sale d'argent et de pouvoir s'est déclarée autour d'une des richesses minières les plus rares et les plus convoitées de la planète.
Pour lutter contre les puissances qui veulent s'accaparer son pays, Yeruldelgger va puiser ses forces dans les traditions héritées des guerriers de Gengis Khan, dans les techniques modernes d'investigation, et dans la force de ses poings.
Parce qu'un homme qui a tout perdu ne peut rien perdre de plus. Il ne peut que tout reconquérir. Peu à peu, sans pitié ni pardon...
Bel libro, sullo stesso stile di quel che faccio io.. racconta una storia in sottofondo che sa di resource grabbing, sfruttamento di un popolo e tutto il resto. Il nostro eroe e' un po' troppo supereroe, spacca facce, ginocchia e tutti quanti .. sopravvive agli scontri piu' duri.. ma resta un bel libro da leggere. Potrebbe finire nella Top
martedì 5 maggio 2015
2015 L21: Céu de origamis - Luiz Alfredo Garcia-Roza
Companhia das Letras 2009
Cecília é uma secretária competente. Depois que seu patrão sai do consultório dentário ela guarda todo o equipamento, desliga os aparelhos, tranca a porta e vai embora. Doutor Marcos é um homem tranquilo, e o trabalho com ele é sem sobressaltos. Hoje ele e a mulher vão jantar em casa de amigos. Fato raro, pensa a secretária. Em geral, doutor Marcos e a mulher ficam em casa. Estranho, para um casal jovem como eles...
Cecília gosta de trabalhar no consultório. Tudo é sempre tão perfeitamente previsível que Cecília jamais poderia imaginar que no dia seguinte receberia a visita da polícia em busca de informações sobre seu patrão. Na véspera, doutor Marcos desaparecera sem deixar sinal. Não havia registro de acidentes de trânsito nem de nenhum tipo de ocorrência policial. Só que ele simplesmente não chegara em casa.
E, como se não bastasse, havia um detalhe absurdo: o carro de doutor Marcos estava estacionado exatamente onde deveria estar, em sua vaga na garagem do prédio onde morava. O que teria acontecido com doutor Marcos? Sobre ele, Cecília explicaria a Espinosa: "Sempre foi atencioso e gentil, nunca alterou a voz, nunca reclamou com mau humor de alguma coisa. Ele parece irreal".
Sentado na praia de Copa, ler as historias do Delegado Espinosa è sempre um prazer.
Da conoscere, uno dei tre che ho comprato sarà sicuramente nella top.
Cecília é uma secretária competente. Depois que seu patrão sai do consultório dentário ela guarda todo o equipamento, desliga os aparelhos, tranca a porta e vai embora. Doutor Marcos é um homem tranquilo, e o trabalho com ele é sem sobressaltos. Hoje ele e a mulher vão jantar em casa de amigos. Fato raro, pensa a secretária. Em geral, doutor Marcos e a mulher ficam em casa. Estranho, para um casal jovem como eles...
Cecília gosta de trabalhar no consultório. Tudo é sempre tão perfeitamente previsível que Cecília jamais poderia imaginar que no dia seguinte receberia a visita da polícia em busca de informações sobre seu patrão. Na véspera, doutor Marcos desaparecera sem deixar sinal. Não havia registro de acidentes de trânsito nem de nenhum tipo de ocorrência policial. Só que ele simplesmente não chegara em casa.
E, como se não bastasse, havia um detalhe absurdo: o carro de doutor Marcos estava estacionado exatamente onde deveria estar, em sua vaga na garagem do prédio onde morava. O que teria acontecido com doutor Marcos? Sobre ele, Cecília explicaria a Espinosa: "Sempre foi atencioso e gentil, nunca alterou a voz, nunca reclamou com mau humor de alguma coisa. Ele parece irreal".
Sentado na praia de Copa, ler as historias do Delegado Espinosa è sempre um prazer.
Da conoscere, uno dei tre che ho comprato sarà sicuramente nella top.
2015 L20: Les yeux plus grands que le ventre - Jo Soares
Folio Gallimard 2014
Dans le Rio de Janeiro de l’immédiat avant-guerre sévit un tueur en série ayant une particularité : il ne s’attaque qu’aux femmes très grosses. Ainsi disparaissent une prostituée polonaise, une religieuse incapable de résister à la gourmandise, l’attachée de l’ambassade d’Allemagne et plusieurs jeunes femmes de la bonne société carioca. Le commissaire Noronha est chargé de l’enquête. Esteves, un ex-policier portugais reconverti dans la pâtisserie, lui prête main-forte. Au fil de leurs investigations, ils se rendent dans les quartiers chauds de la ville, au superbe Opéra de style Art nouveau un soir de première, assistent à une course automobile. Noronha et Esteves doivent rassurer les femmes de Rio, qui estiment toutes qu’elles ont les yeux plus grands que le ventre.
In preparazione del viaggio a Rio ... storia simpatica di Jo Soares, famosissimo intrattenitore brasiliano. Da leggere sotto l'ombrellone...
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