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domenica 23 febbraio 2014

Un post triste




Grande Moby Dick, regina madre segui le stelle che sai
non fidarti della croce del sud,
la caccia non finisce mai. 

La notizia della morte di Francesco di Giacomo per molti di noi, amanti del Banco, è stata come un colpo al cuore. La vita continua, ma è più triste senza di lui.

Per questo siamo andati a camminare sul lungo mare a Santa Severa, per respirare un’altra aria, lontano dagli affanni romani, per vedere l’orizzonte libero, grigio verde come il Tirreno in questi mesi.

Aria nuova, o aria fritta? Ascoltando Tin Tin e le sue promesse, guardando la sua lista di ministri e leggendo il suo articolo su Repubblica di oggi, pensi che al peggio non c’è mai fine. Il movimentismo come fonte d’ispirazione politica, contro i vecchi blocchi sociali che, per fortuna dice lui, non esistono più. Non sparo a zero sul governo che ha formato, degno della qualità canora del Sanremo di quest’anno. Ma resto stupefatto dalla pochezza intellettuale; come diceva l’altro giorno un giornalista del Fatto, gli italiani si sono innamorati della postura di Renzi. Del contenuto, non si sa nulla e, come scrive anche Scalfari oggi, le sue proposte miracolose di far passare una riforma al mese su temi bloccati da anni rasentano molto il fideismo più che l’analisi politica. Poi guardi a ciò che non vede, quelle parole non dette, e quell’orizzonte così impreciso che permette di tirare a campare probabilmente, ma non certo a resuscitare una (ex) sinistra che sta portando al macero.

I blocchi sociali di una volta non esistono più. Questa la sua tesi centrale. Cioè il blocco conservatore da un lato e il blocco progressista sarebbero andati via, in ferie forse. Il fatto che il blocco conservatore si sia trasformato in un blocco ancor più aguerrito di finanzieri pirata, che controllano oramai non più solo l’economia ma il senso del divenire dell’essere umano, con i loro tentacoli che da un lato arricchiscono una fascia sempre più limitata e sempre più protetta, spingendoci lontano dalla natura, in mano a tecnologie, banche e un vuoto cosmico di pensieri e di cultura, e davanti a questi banditi, una massa di diseredati che aumenta sempre più, una massa che perde diritti ogni giorno che passa e che non trova più un argine politico in quei partiti che una volta si preoccupavano di loro.

Sono lasciati soli i senza diritti, gli espropriati che siamo noi ogni giorno di più. L’acqua bene pubblico fa parte del programma di Renzi? Il giorno che dira un chiaro e forte sì, allora sono pronto a cambiare opinione. Lo Stato come elemento centrale per dirimere l’economia, o lasciamo tutto al mercato, come pensa l’esimia ministra Guidi, portavoce della destra berlusconiana? E cosa diciamo a quei tanti che ogni giorno perdono il diritto alla salute? Renzi si schiererà contro i poteri forti dell’Ilva di Taranto? Si schiererà  afavore di Greening the economy, più energia solare o ritornerà alla carica diretta o indirettamente col nucleare (cosa in cui crede la stessa ministra di prima?). Andrà a braccetto con l’Agnellino americano o lo vedremo fuori dalle fabbriche a difendere i posti di lavoro? Il suo modello (per il lavoro) è quello della sua ministra (ancora lei, sempre la Guidi), che ha delocalizzato tutto o quasi nel sud del mondo?

Questo sarebbe il governo più a sinistra degli ultimi anni… attento Matteo che si fa presto a passare da un governo di sinistra a uno sinistro. Vediamo cosa farà da domani per gli esodati, per i senza casa, per un territorio italiano che viene giù dappertutto… Diritti, diritti e sempre diritti, questa è la linea del Piave tra i blocchi sociali che sono ancora lì, solo con una asimmetria ancor peggiore di prima. Chi sta dalla parte di chi li difende non può che essere progressista, ma chi trova le scuse per giustificare tagli al sistema di diritti, si è già caratterizzato da se. E non sarà il movimentismo che ci farà cambiare idea. O di qua o di la. E con Alfano e la Guidi è difficile immaginare anche che sia solamente di centro sinistra… molto più di destra centro. Auguri, all’Italia, non al governo.

2014 L9: Henning Mankell La Lionne Blanche



Points Policier 1306

Scanie, avril 1992. Louise Akerblom, agente immobilière et jeune mère de famille, disparaît dans des conditions mystérieuses. Pendant ce temps, en Afrique du Sud, un groupe d'Afrikaners fanatiques prépare avec soin un attentat contre une importante figure politique. Quelques jours plus tard, le corps de Louise, le front troué d'une balle, est repêché dans un puits. L'inspecteur Wallander et son équipe enquêtent. Mais le passé de la victime est limpide et les recherches piétinent. C'est alors que les policiers découvrent près des lieux du crime le doigt tranché d'un homme noir. Y aurait-il un lien entre la réalité quotidienne de la province suédoise et la lutte politique sanglante qui se déchaîne à un autre bout du monde ? Wallander en sait peu sur l'apartheid ou sur la situation internationale. Et il ignore la relation qui peut exister entre l'ex-KGB et les nationalistes blancs d'Afrique du Sud. Cette fois, ce n'est plus le sort de quelques individus qu'il a entre ses mains, c'est le destin d'une nation.

Gran libro. Sarà sicuramente tra i candidati alla Top dell'anno. Consigliatissimo.

sabato 15 febbraio 2014

Forza Italia!



Ho mandato giù un paio di Fernet prima, per digerire le novità degli ultimi due giorni. Un nuovo governo che renderà felici tanti, quasi tutti. La Lega sta già festeggiando la partenza del Ministro Kienge, via basta negri al governo, solo ariani… Scelta Civica, che si lamentava di essere sottorappresentata (per un partito che vale l’1% difficile capire cosa significhi), arriveranno degli strapuntini in più, per cui qualche culo potrà accomodarsi in prima fila. Il Cavaliere disonorato ritrova improvvisamente gli onori e i piaceri di andare a visitare Napolitano, suo ex-grande amico. Migliaia di giornalisti vogliono fotografare il momento quando un pregiudicato verrà salutato calorosamente dal Presidente della Repubblica! I grilletti non stanno nella pelle, non vanno nemmeno alle consultazioni perché devono aver festeggiato fino a tardi. Cosa di meglio di questa farsa per mandare a quel paese la Casta attuale? Una vagonata di voti in più, immeritati, ma che arriveranno a maggio, alle europee. Alfano rischia di essere l’unico a non sapere se esser contento oppure no, ma come fa spesso ultimamente, non capisce ma si adegua.

Resta il PD. Ovviamente, e militarmente, festeggia il suo capo bulgaro illuminato sulla strada di Damasco. Una Guida con la G maiuscola, che alcuni, con piccolo cambio letterale, considerano un Giuda, sempre con la G maiuscola. Ecco Renzi e le sue misure shock (dice l’Avvenire di oggi). Anche lì, il rischio che da scioc diventino sciocche è grande. Le dichiarazioni altisonanti sono patrimonio comune di noi italiani, da quello che dal balcone di piazza Venezia se la prendeva con le plutocrazie al ballerino di Arcore, ne abbiamo avuti tanti. Adesso arriva lui, il “Ghe pensi mi” fiorentino che dovrà convincere che non sta trasformando il PD in Partito Democristiano, che riuscirà a fare cose progressiste con la stessa strana alleanza di centro destra di prima e dovrà soprattutto ricordarsi, perché NOI ce lo ricordiamo, che in casa sua ha sempre da chiarire quella storia dei 101 traditori, vero marchio di fabbrica di questo partito (che sembra trovare una sua coerenza fra quelli e il loro capo attuale). Incredibile che, a sinistra, ci siano pezzi di Sel che sarebbero pronti ad appoggiare questo governo, a conferma che il trasformismo non è mai morto.

Vabbè, andiamo a far colazione. Ricordiamoci le frasi storiche del Renzy: Berlusconi è finito. Io al governo? Ma siamo matti? Sono stato eletto per fare il Segretario e quello farò. Letta non si fida di me, ma sbaglia.
Un caro augurio all’Italia, non a quella del bunga bunga, ma a quella dei tanti che ogni giorno non riescono a mettere assieme pranzo e cena. Se credete nei miracoli, adesso siete serviti.

mercoledì 12 febbraio 2014

Rientro in Italia



Sono tornato oggi da un breve periodo passato a Nairobi. Ero lì per questioni di lavoro, sempre le solite storie di terre e diritti. Abbiamo lanciato un primo progetto in Kenya e, prossimamente, dovremmo fare altrettanto per quell’ altro in Somalia.

Ho avuto pochi contatti con l’Italia, dato che anche gli italiani frequentati laggiù seguono maggiormente i problemi locali piuttosto che le piccole beghe nostrane.

La prima cosa che ho fatto è stat di andare a prendere il giornale ed un cappuccino al bar, in modo che le notizie strillate in prima pagina fossero controbilanciate dal piacere di mandar giù un sapore migliore, quello del caffè e della spuma di latte.

Ho appreso così di aver perso l’ennesima caciara organizzata da Grillo e dal suo capo Casaleggio. Non mi mancano molto, dato che la loro approssimazione era evidente già da tempo. Anche loro, come molti altri prima, avevano avuto una felice intuizione iniziale, che li aveva fatti notare e seguire da molte persone di buon senso, salvo poi derivare nel mondo della fantasia, del razzismo e del qualunquismo più becero. Un anno è quasi passato da quando sono arrivati in Parlamento e se non fosse stato per questi schiamazzi o per le brighe interne sui rimborsi o sulle espulsioni delle poche voci fuori dal coro, nessuno si ricorderebbe più di loro. Ma va comunque ricordato che, anche grazie a loro, ci ritroviamo questo Presidente e questa alleanza di governo. Avevano avuto l’intuizione giusta proponendo Rodotà poi, forse pentitisi di esser stati giusti ed avanguardisti, lo hanno mandato a quel paese come oramai è di prassi da quelle parti. Che adesso le offese siano arrivate alla Presidente della Camera è solo perché lei è un personaggio pubblico rispettabile, il che ne fa automaticamente un bersaglio in modo che i giornali ne parlino. Metti che la coppia Grillo e Casaleggio se la fossero presa con Scaloja, quello della casa comprata a sua insaputa, o magari con il tesortiere della Margherita, quel Lusi che ha rubato soldi a palate.. o con mille altri di quel caravanserraglio.. ecco, allora in tanti saremmo stati con loro, ma non è detto che la notizia sarebbe arrivata in prima pagina. Per G.&C. l’importante è che si parli di loro, in modo che, quando usi i motori di ricerca, il loro brand sia sempre in alto. Pensano che in quel modo gli italiani li voteranno, solo perché alla fine sono gli unici a far casino.

Tolto il disturbo stellato, la notizia del giorno è nella rapidità con cui “Tin Tin” Renzi ha contraddetto (ma non era la prima volta ad essere onesti) le sue precedenti dichiarazioni. Ricordate tutti cosa aveva detto su Berlusconi (forse non gli era piaciuto il menù a casa sua), per cui con lui mai più patti, mai più nulla.. e poi eccolo lì a tirarlo fuori dalla naftalina e rimetterlo al centro dei giochetti romani. Questa volta è stato ancora meglio. Ero partito lasciando Tin Tin con le sue dichiarazioni che escludevano categoricamente una sua ascesa al governo. Sono stato votato per fare il Segretario del Partito e quello è il mio compito. Giusto, bravo, per quello ti hanno votato. Non mi interessa andare a Palazzo Chigi.. Giusto, d’ accordo… Ha anche risposto per scritto a questa domanda (Renzi Primo Ministro?): Ma siamo matti?

Entro il fine settimana Letta sarà stato buttato via come un calzino sporco,  e rimpiazzato da colui che mai e poi mai avrebbe voluto andare a Palazzo Chigi. Va a finire che gli toccherà usare la frase di Scaloja: lo faranno primo ministro a sua insaputa.
Pensare poi che ci sia della gente che crede ancora che Tin Tin sia il futuro di un partito di centro sinistra, proprio non riesco a capire. Renzi è un vecchio dentro; democristiano della specie di quelli degli anni 70, interessato al potere, dove metterà adesso i suoi uomini (o donne) nei posti chiave delle grandi imprese i cui AD stanno per essere rimpiazzati, e che per i prossimoi dieci anni ci bombarderà con le famose riforme che solo lui sa fare. Sapesse almeno preparare la ribollita… ma qui ce la serve fredda.. e la gente se lo beve.

Ricordiamoci sempre una delle Leggi di Murphy: se una cosa può peggiorare, peggiorerà! Ecco, questo è quello che ci prepara Tin Tin. Il suo fregio sembra dire: Qui lo dico e qui lo nego! Che sostituisce, parzialmente, il vecchio motto secondo cui le promesse valgono solo per chi le ascolta. Prepariamoci quindi all’ennesimo cambio della guardia: guardiamoci indietro e cerchiamo di ricordare una sola cosa buona abbia fatto il governo Monti.. e poi quello Letta… ecco, questo è il trend e chi sogna che con Tin Tin le cose miglireranno penso io viva in un altro mondo. Al massimo riuscirà a spaccare anche SEL, ma non mi sembra che sia un gran risultato. Un governo nuovo verso il quale anche Berlusconi guarda con simpatia, ti da una gran voglia di riprendere l’aereo subito. Che poi ci sia ancora una consistente parte dell’elettorato pronta a rivotare G&C, allora definitavamente ti rendi conto che non abbiamo più speranze.

Ma siccome sono un ingenuo, ho continuato la lettura del mio giornale, alla ricerca di altre chicche del genere. E le ho trovate, in particolare la baruffa fra Dalla Valle e il giovane angellino: si vede che hanno frequentato i salotti buoni… “Azienda nana” dice l’agnellino a Della Valle, e l’altro replica: “Vai a lavorare”..seguito da un breve escursus sul quanto la Fiata abbia preso all’Italia e come, ai primi segnali di crisi, se ne siano scappati all’estero, per concludere come questa gente non meriti nessun rispetto. Giusto! Firmo anch’io… resta quell’amaro in bocca che ti fa capire come nemmeno nei piani alti ci sia un minimo di viisone comune, quel “sistema Paese” di cui la Confindustria si riempie sempre la bocca, chiaramente non appartiene ai suo iscritti. Ricordo solo il gesto simbolico del conte Marzotto che il mese scorso ha rimesso il titolo di Cavaliere della Repubblica causa la condanna di Berlusconi (invitato ad andarsene via per indignità) e chiedendo solidarietà agli altri cavalieri iscritti alla stessa associazione. Non si ricorda un solo nome di imprenditore che abbia intrapreso quella strada.

Insomma, questo è il ceto industriale che abbiamo e questi i partiti che ci ritroviamo. Per carità di Patria non parlo nemmeno più delle giravolte di Casini o di quella banda di mezze tacche leghiste che, di fronte alla condanna del loro Cota, si mettono a gridare che è finita la democrazia.
Dall’estero, quando sono indulgenti, ci guardano compatendoci, poi però non pigliamocela se nelle conversazioni private i toni sono diversi.

Tempo fa un bel film dei fratelli Coen,  “Questo non è un paese per vecchi” ha fatto molto parlare anche in Italia, per le varie similitudini possibili. A me sarebbe venuto da pensare che, quanto a somiglianze, si poteva accorciare il titolo: Questo non è un paese!!!

PS. Cosa incredibile, il giornale in questione ha anche dedicato un intero settore centrale alla crisi del Centrafrica. Mi son chiesto, leggendo l’ottimo articolo della giornalista, se questo unico serio riferimento ad una delle tante crisi in corso, era stato inserito come un contentino per quei lettori, come me, che pensano prima a capire il mondo dove siamo inseriti e poi, alla fine, guardano anche alle piccole baruffe nostrane… Resto un mohicano che cerca ancora dei quotidiani che portino i lettori ad interessarsi al mondo… lo so che sogno… ma ci provo… il provincialismo italiano non è solo colpa degli italiani come cittadini, ma anche di chi sceglie di dare certi tagli agli organi di informazione. Parlarci per settimane di “Dudù” deve essere una strategia che fa vendere… ma mentre nel resto del mondo e magari nei paesi a noi vicini e dove abbiamo interessi, ostaggi o imprese che lavorano, succedono montagne di cose da raccontare .. e che poi raramente vengono raccontate (a parte Internazionale ovviamente), mi stupisco sempre meno di questa deriva, simile alle retrocessioni calcistiche… sognavamo di vincere il Mondiale, poi magari ci troviamo in serie Lega Pro… ma almeno diciamocelo: ci stiamo scavando la fossa da soli.

2014 L8: Kary Mullis - Ballando nudi nel campo della mente



Nobel per la chimica nel 1993, Kary Mullis è divenuto una leggenda per la scoperta della PCR (Polymerase Chain Reaction), una tecnica che ha rivoluzionato il mondo della chimica e della genetica. Esperto surfista e contestatore nella Berkeley negli anni Sessanta, Mullis è l'unico Nobel ad aver descritto un possibile incontro con gli alieni. Scienziato dalle curiosità senza limiti, Mullis si è spesso scontrato con le posizioni "ortodosse" della scienza, rifiutando di accettare qualsiasi teorema fondato su prove di seconda mano o testimonianze indirette, come mostrano gli aneddoti curiosi qui narrati in tono ironico e brillante. Mullis spazia con passione e umorismo dal metodo scientifico alla parapsicologia, dai ragni velenosi al virus HIV e all'AIDS, dall'effetto serra all'astrologia, dal processo a O.J. Simpson alla possibilità di accendere una lampadina con i poteri della mente. Un libro che sfida a mettere in discussione l'autorità della scienza dogmatica, mostrando pagina dopo pagina come vive, lavora (e si diverte) una delle menti più brillanti del XX secolo. 

Libro interessante, provocativo. Le sue affermazioni sulla mancanza di prove della relazione HIV AIDS è alquanto stupefacente, ma meriterebbe un approfondimento dato che chi lo scrive è un premio nobel e non un contaballe da Arcore. Altrettanto stupefacente la sua critica radicale sull'inutilità del panel internazionale che si occupa di cambio climatico (IPCC), trattati addirittura da parassiti (p. 214). La sua tesi è che siano dei cacciaballe che non sanno nulla sul clima.. se pensiamo che è solo grazie ai loro rapporti che qualcosa si sta muovendo a livello mondiale.. uno resta perplesso...