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lunedì 23 settembre 2013

Sola alla vetta




Quindi ce l’ha fatta. Risultati al di là di ogni previsione, sia per lei che per i suoi fidati alleati liberali … che non sono riusciti ad entrare al Parlamento. 

E’ la nemesi di questa Cancelliera, tanto brava da farsi amare in patria, nell’ingordigia di avere tutto per lei e per loro, quanto da farsi detestare al di fuori delle sue quattro mura. Non è proprio come quel serpente che mangia se stesso (http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/File:Serpente_che_mangia_se_stesso.jpg), soprattutto perché lei mangia gli altri. Non solo i paesi piú deboli ma adesso anche i suoi alleati più deboli che, dallo stare al governo con lei, hanno guadagnato l’espulsione dal parlamento.

Chissà che effetto fa sentirsi lassù in alto, vincitori di tutto e di tutti, ma senza quei decimali che le avrebbero assicurato la maggioranza assoluta e, soprattutto, senza più amici né alleati. Non credo sia un buon segnale per noi europei. Governare da soli non fa mai bene, anche in democrazia, soprattutto quando questa solitudine rappresenta la solitudine di un popolo che vuol trarre profitto da questa crisi, a scapito di tutti gli altri, in nome di un “ordine e disciplina” che suona storicamente male in quelle bocche.

sabato 21 settembre 2013

Costruire ricordi

Non è difficile, conta molto la predisposizione d'animo. Ieri sera per esempio dovevamo uscire a mangiarci una pizza, ma poi abbiamo cambiato idea, come succede spesso. Charlie era già andata in palestra, così no abbiamo dato fondo ai resti.

Uscendo dalla palestra Charlie ha chiesto che pizze volevamo, ma oramai avevamo deciso di finire i resti del frigo. La domanda è arrivata puntuale: e per me, resta qualcosa?

Era una domanda dalle molteplici interpretazioni. Io ho scelto la seguente: "vorrei stare assieme a miei genitori, mangiare qualcosa di semplice e far due chiacchiere, prima di uscire con gli amici dopo cena. Non è che per caso vi è rimasto qualcosa?"

Sarà stata la fatica della settimana, il bisogno di fare qualcosa di fisico, semplice semplice... ed ho cominciato a spignattare come diciamo noi veneti. Nulla di complicato, giusto per farle una sorpresa inattesa... tovaglietta, piatto, posate e bicchiere, uno sprizzetto all'arrivo, due uova al tegamino, un po' di formaggio ed una insalatina verde...

Mi sono stupito io per primo che quello che contava non erano gli ingredienti, ma l'amore che ci mettevo... vederla mangiare e raccontarci la sua giornata.. ecco.. tutto qua.. un riucordo che sicuramente resterà per il futuro...

Un(e) tourier (ère) à la maison

Avoir un(e) tourier(ère) à la maison n' est pas chose commune.
Ce soir on fete entre autre chose l'annoversaire de marriage de mes parents, 21 septembre 1946. Des bons amis et des recettes très particulières:
pithiviers au jambon  blanc et bechamelle aux champignos (sur la droite de la photo)
friands à la viande
brioche, tout court

La terrine est déjà postée sur FB, les gigots vont partir maintenant sous terre...

Notre tourière a preparé aussi des sauces misterièuses...

à ce soir, pour les heureux invités...

2013 L37: L'uomo dei sogni - Jean-Christophe Rufin


Edizioni e/o 2012
 
Questa è la storia di un uomo che ha cambiato il proprio tempo partendo da un sogno di libertà. Il protagonista di questo romanzo si chiama Jacques Coeur e vive nel Medioevo in una Francia devastata dalla Guerra dei Cento Anni, con la sua coda di massacri, carestie e malattie. Un'epoca buia dalla quale Jacques, fin da ragazzo, sogna di fuggire. Non sopporta quella società immobile, dove l'ideale della cavalleria è stato rimpiazzato dai soprusi dei più forti, dove nessuno può uscire dal ruolo assegnatogli per nascita, dove il rapporto con il diverso è visto solo come crociata e guerra e non come possibile scambio e arricchimento. Il romanzo è assolutamente moderno e attuale. La spinta di Jacques a cambiare il mondo è la stessa che potrebbe sentire un giovane che sognasse di migliorare le cose oggi. Da figlio di artigiano, Jacques diventa banchiere del re di Francia, attraverso la sua intelligenza, i viaggi in Oriente, la scoperta che il denaro può essere uno strumento di benessere e di libertà. Jacques "inventa" il capitalismo, favorisce la crescita della nuova classe dei mercanti e dei borghesi che, assieme alle merci, faranno circolare il piacere, la pace e la libertà. Jacques sale ai vertici del potere ma resta un uomo di sogni. Il mondo può essere migliore - pensa, mentre i suoi nemici complottano per la sua disgrazia. E quando s'innamorerà della favorita del re, la sua vita sarà in pericolo e dovrà fuggire prima in Italia poi su un'isola greca. 

Gran bel libro. Rufin non si smentisce. Sarà in lizza per la top.

giovedì 12 settembre 2013

Cultura? Avete detto cultura?


Due notizie da segnalare: la prima dice l'Unesco in pericolo ed é apparsa su Le Monde Diplomatique del 4 settembre http://www.monde-diplomatique.fr/carnet/2013-09-04-Unesco
la seconda Une révolution pédagogique est en marche. Elle a pour nom un drôle de sigle : MOOC (pour massive open online course), apparso su LePoint.fr con data 28 agosto. 
 http://www.lepoint.fr/societe/education-salman-khan-le-petit-genie-qui-bouscule-les-profs-28-08-2013-1718622_23.php

Esiste un legame fra le due, penso io, e lo possiamo trovare nell'entusiasmo con cui la televisione francese ha trasmesso ieri sera un reportage su questo Sg. Salman Khan, fondatore della Khan Academy, una ONLUS che permette di avere accesso ad una piattaforma educativa gratuita.

Dopo averci ricordato che la rivista Time nel 2012 lo ha messo tra le cento persone piú influenti del mondo, ci hanno mostrato come grazie ai corsi messi on line, buoni per tutti i gusti, oramai possiamo anche far a meno degli insegnanti.

Vi consiglio di dare un'occhiata a questo qui sotto, un video preso (quasi) a caso (ero preoccupato di non trovare nel corso di storia antica gli Egizi; ma in realtá c'erano...): qualche migliaio d'anni di storia, una delle civiltá piú antiche e sviluppate, riassunte in un video di una decina di minuti. Ma é un trattamento democratico, dato che anche l'impero romano non merita piú dello stesso tempo.
https://www.khanacademy.org/partner-content/crash-course1/crash-course-world-history/v/crash-course-world-history-04

Non so se ridere, piangere od incazzarmi.

mercoledì 11 settembre 2013

11 de Septiembre de 1973: 40 años - Ultimo Mensaje de Salvador Allende (Golpe de Estado -Santiago de Chile)

http://www.youtube.com/watch?v=f-lyrg6afzw


Esta será seguramente la última oportunidad en que me pueda dirigir a ustedes. La Fuerza Aérea ha bombardeado las torres de radio Portales y radio Corporación. Mis palabras no tienen amargura, sino decepción, y serán ellas el castigo moral para los que han traicionado el juramento que hicieron. Soldados de Chile, comandantes en jefe titulares; el almirante Merino, que se ha autodesignado, más el señor Mendoza, general rastrero, que sólo ayer manifestara su fidelidad y lealtad al gobierno, también se ha denominado director general de Carabineros...

Ante estos hechos, sólo me cabe decirles a los trabajadores: ¡Yo no voy a renunciar! Colocado en un tránsito histórico pagaré con mi vida la lealtad del pueblo. Y les digo que tengo la certeza de que la semilla que entregáramos a la conciencia digna de miles y miles de chilenos, no podrá ser segada definitivamente.

Tienen la fuerza, podrán avasallarnos, pero no se detienen los procesos sociales ni con el crimen ni con la fuerza. La historia es nuestra y la hacen los pueblos.

Trabajadores de mi patria: quiero agradecerles la lealtad que siempre tuvieron, la confianza que depositaron en un hombre que sólo fue intérprete de grandes anhelos de justicia, que empeñó su palabra de que respetaría la Constitución y la Ley, y así lo hizo. En este momento, definitivo, el último en que yo pueda dirigirme a ustedes, quiero que aprovechen de la lección: el capital foráneo, el imperialismo, unido a la reacción, creó el clima para que las Fuerzas Armadas rompieran su tradición, la que les señalara el general Schneider y que reafirmara el comandante Araya, víctimas del mismo sector social que hoy estará en sus casas, esperando por mano ajena reconquistar el poder, para seguir defendiendo sus granjerías y sus privilegios.

Me dirijo sobre todo a la modesta mujer de nuestra tierra, a la campesina que creyó en nosotros, a la obrera que trabajó, a la madre que supo de nuestra preocupación por los niños. Me dirijo a los profesionales de la Patria, a los profesionales patriotas, a los que desde hace días estuvieron trabajando contra la sedición auspiciada por los colegios profesionales, colegios de clase para defender también las ventajas que una sociedad capitalista les da a unos pocos.

Me dirijo a la juventud, a aquellos que cantaron, que entregaron su alegría y su espíritu de lucha. Me dirijo al hombre de Chile, al obrero, al campesino, al intelectual, aquellos que serán perseguidos. Porque en nuestro país el fascismo ya estuvo hace muchas horas presente, en los atentados terroristas, volando los puentes, cortando la línea férrea, destruyendo los oleoductos y los gasoductos, frente al silencio de los que tenían la obligación de custodiar los bienes del Estado... La historia los juzgará.

Seguramente radio Magallanes será acallada y el metal tranquilo de mi voz no llegará a ustedes. No importa; me seguirán oyendo. Siempre estaré junto a ustedes. Por lo menos, mi recuerdo será el de un hombre digno, que fue leal a la lealtad del pueblo. El pueblo debe defenderse pero no sacrificarse; el pueblo no debe dejarse arrasar ni acribillar, pero tampoco puede entregarse.

Trabajadores de mi patria: tengo fe en Chile y su destino. Superarán otros hombres este momento gris y amargo donde la traición pretende imponerse. Sigan ustedes sabiendo que mucho más temprano que tarde, de nuevo abrirán las grandes alamedas por donde pase el hombre libre para construir una sociedad mejor.

¡Viva Chile!

¡Viva el pueblo!

¡Vivan los trabajadores!

Estas son mis últimas palabras. Tengo la certeza de que mi sacrificio no será en vano; tengo la certeza de que, por lo menos, habrá una lección moral, que castigará la felonía, la cobardía y la traición."

La risposta al Land Grabbing? Il giubbotto catarifrangente ad alta visibilità





Sto oramai perdendo la speranza. Da tempo stiamo provando a parlare con settori impresariali “progressisti”, a parole ben intenzionati e sensibili rispetto ai drammi del mondo ed in particolare al fenomeno dell’accaparramento delle terre delle comunità locali, indigene e quanto altro. Cerchiamo di spiegar loro che esistono leggi e saperi centenari che portano ad usare e soprattutto a gestire le risorse naturali in un modo diverso dal nostro attuale, piú equilibrato. Inoltre proviamo a spiegare loro che in certi paesi esistono anche politiche e leggi che, anche se non troppo rispettate dai loro politici, riconoscono dei diritti consuetudinari su quei territori. Questo non vuol dire proprietà privata e nemmeno che nessun altro possa entrare lí. Semplicemente vuol dire che bisogna bussare alla porta con gentilezza, chiedere permesso, e soprattutto discutere con loro e col governo quel che si vuol proporre e fare. La gentilezza, la cortesia, il rispetto degli altri, sono le basi del contratto sociale. Il passaggio al rispetto dei diritti diventa quasi una ovvietà nel momento in cui riconosciamo gli Altri come parti di noi stessi.

Ma il discorso non passa. Obnubilati dal desiderio di fare soldi, di portare la “modernità” tecnologica, credendo in cuor loro in una assiomatica superiorità del nostro modo di vivere, le loro risposte, anche quelle bene intenzionate, battono sempre su un punto: da loro ci sono tante terre vuote che, con i nostri mezzi, potrebbero assicurare la sicurezza alimentare di cui il mondo ha bisogno.

Provare a spiegare loro che non è cosí, che non ci sono terre “vuote” ma che si tratta di sistemi di produzione diversi dai nostri e dove i diritti esistono, proprio non passa.

Per questa ragione ho pensato, nella mia deriva depressiva, che forse l’aggeggio che meglio di altri potrebbe aiutarci tutti a capire che su quelle terre ci sono persone che ci vivono e ci lavorano, sarebbe quella di offrire loro dei giubbetti catarifrangenti ad alta visibilità. Cosi magari anche con le foto satellitari riusciranno a farsi vedere e gli impresari capiranno che la sotto c’è sempre un cuore che batte.


domenica 8 settembre 2013

2013 L36: Atom[Ka] - Franck Thilliez



Éditeur : Fleuve noir (2012) 

Lucie Henebelle et Franck Sharko, policiers dans la fameuse section criminelle du 36, Quai des Orfèvres, tentent de se remettre d'un drame qui a failli les séparer. Ils essaient de faire un enfant, en vain. Et à quelques jours de Noël, ce qui les attend est loin d’être l’annonce d’un heureux événement. À l’heure où tout le monde rentre se réchauffer, le froid, la mort et les souvenirs maudits guettent.
Une affaire d'envergure démarre alors. Christophe Gamblin, journaliste de faits divers, est retrouvé mort de froid, enfermé dans son congélateur. Sa collègue et amie a disparu, alors qu'elle enquêtait sur un gros dossier dont personne ne connaît le contenu. Sa seule trace est son identité griffonnée sur un papier, détenue par un enfant errant, très malade, aux organes déjà vieillissants. En parallèle, une ancienne affaire de femmes enlevées refait surface : des victimes jetées vivantes mais inconscientes dans des lacs quasi gelés, et secourues in extremis par des coups de fil mystérieux à la police.

Tandis que l'enquête s'accélère, Sharko est confronté à de vieux démons. Une ombre évolue dans son sillage, jouant avec lui de manière dangereuse, et semblant particulièrement lui en vouloir. Un duel secret et cruel s'engage alors, détruisant le flic à petit feu.

Un bel giallo. Bravo l' autore scoperto grazie a mia cognata. Vien voglia di leggere il resto... Sarà candidato alla Top

2013 L35: Ce que je sais de Vera Candida - Véronique Ovaldé

Editeur : L’Olivier Parution : 20 Août 2009 

Quelque part dans une Amérique du Sud imaginaire, trois femmes d'une même lignée semblent promises au même destin : enfanter une fille et ne pouvoir jamais révéler le nom du père. Elles se nomment Rose, Violette et Vera Candida. Elles sont toutes éprises de liberté mais enclines à la mélancolie, téméraires mais sujettes aux fatalités propres à leur sexe. Parmi elles, seule Vera Candida ose penser qu'un destin, cela se brise. Elle fuit l'île de Vatapuna dès sa quinzième année et part pour Lahomeria, où elle rêve d'une vie sans passé. Un certain Itxaga, journaliste à L'Indépendant, va grandement bouleverser cet espoir.  

bella storia, letta proprio con piacere. Sarà nei candidati alla Top2013...