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mercoledì 31 luglio 2024

2024 L29: Daisy Letourneur - Uomini non si nasce




Uomini non si nasce. Piccolo trattato femminista sulle mascolinità. Basta a ciascun giorno la sua pena - Daisy Letourneur - copertina

Fandango libri 2023

Autrice trans-femminista, Daisy Letourneur introduce in questo saggio rivoluzionario un elemento nuovo e ancora poco valorizzato nel panorama degli studi di genere, facendo di Uomini non si nasce uno snodo essenziale per approfondire le grandi mutazioni contemporanee.

La decostruzione della femminilità è sempre stata al centro del pensiero e degli studi femministi, a partire dalla famosa frase di Simone de Beauvoir: “Donna non si nasce, lo si diventa”.

La decostruzione della mascolinità o, più in generale, gli studi sulla mascolinità hanno invece fatto più fatica a diffondersi nonostante la centralità della discussione nel dibattito sulla fine (o meno) del sistema binario patriarcale, su cui si fonda, da millenni, la nostra società.

Ebbene, Letourneur riesce nel difficile compito di affrontare la mascolinità dalla prospettiva femminista di donna trans, posizione privilegiata che le permette di utilizzare la propria esperienza come esempio vivente della destrutturazione dell’identità dominante.

L’autrice si propone di esplorare e mettere in prospettiva le diverse forme di mascolinità attingendo al lavoro di pensator3 di spicco, da Judith Butler a Monique Wittig, ma anche di autrici più popolari come la fumettista svedese Liv Strömquist o la giornalista Victoire Tuaillon.

Attraverso le semplici domande: “Cosa significa essere un vero uomo? E uno falso? Un uomo etero può essere femminista? I maschi decostruiti sono il futuro del femminismo?”.

Letourneur costruisce un saggio divertente, a tratti sardonico, con l’aiuto di caricature e aneddoti, per insegnare agli uomini del futuro come diventare veri alleati del nuovo femminismo.

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Un libro che molti maschietti dovrebbero leggere



2024 L28: Cristina Cassar Scalia - Il castagno dei cento cavalli

Copertina del libro Il Castagno dei cento cavalli di Cristina Cassar Scalia

Einaudi, 2024

«La Boscaiola» era un tipo schivo, però non dava fastidio a nessuno: una di quelle persone che non sembrano avere amici e nemmeno nemici. Eppure qualcuno l'ha uccisa. Poi ha infierito sul suo cadavere come se avesse un intento preciso.

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Un altro bel momento passato in compagnia di Vanina e la sua squadra

lunedì 29 luglio 2024

2024 L27: Lea Ypi - Libera

Libera. Diventare grandi alla fine della storia - Lea Ypi - copertina

Feltrinelli 2023

Per la brillante e precoce undicenne Lea Ypi, il socialismo in stile sovietico dell’Albania aveva la promessa di un futuro preordinato, una garanzia di sicurezza tra compagni entusiasti. Questo finché non si è trovata aggrappata a una statua di pietra di Joseph Stalin, appena decapitata dalle proteste degli studenti. Il comunismo non era riuscito a realizzare l’utopia promessa. La biografia di ciascun cittadino, definita dall’appartenenza di classe e da altri elementi tutti legati al passato, poneva limiti rigidi al futuro individuale. Quando i genitori di Lea parlavano di parenti che andavano all’università o che si laureavano, parlavano di gravissimi segreti che Lea faticava a capire. E quando i primi anni novanta videro l’Albania e altri Paesi balcanici cominciare una transizione esuberante verso il libero mercato, gli ideali occidentali di libertà portarono il caos: una distopia di schemi piramidali, crimine organizzato e trafficanti di sesso. Una nonna elegante, intellettuale e francofona, un padre radical chic e una madre thatcheriana e ferocemente antisocialista, Lea Ypi cresce attraversando questi tempi di rivoluzioni e di grande disorientamento, con un’educazione politica unica e ricchissima, e lo racconta con grande talento letterario. Oggi Lea Ypi è una delle giovani filosofe politiche più all’avanguardia nel mondo ed è una voce di spicco della sinistra nel Regno Unito. Il suo memoir offre una prospettiva fresca e avvincente sulla relazione tra personale e politico, tra valori e identità, e pone domande urgenti sul prezzo della libertà.

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Un libro consigliatomi da un'amica di letture, che ringrazio ancora una volta. Mi è piaciuto molto e sarà sicuramente nella Top dell'anno.

lunedì 22 luglio 2024

Beni comuni e uguaglianza di genere: il caso emblematico del “tempo”


 

La lotta per i beni comuni (ricordiamo, solo per restare in Italia, il caso del referendum Acqua Bene Comune) è diventata una bandiera dei progressisti del mondo intero. Cosa buona e giusta, a cui ovviamente ci associamo.

 

Resta però che questa lotta tende a dimenticare un tema che, a giudizio mio e degli amici del gruppo informale Men Against Patriarchy – 4 Domestic Equality, è molto importante, per non dire strutturale della società diversa e migliore che vogliamo costruire. Parlo del “tempo”.

 

Tutti noi, crescendo, compiamo delle scelte quotidiane, magari micro-scelte se vogliamo, ma che fanno capo al controllo (magari non totale) del nostro tempo: cosa fare questo pomeriggio? Con chi andare a vedere un film? Tutti e tutte abbiamo un tempo nostro, privato, che noi scegliamo come usare: frasi come “non perder tempo”, “chi ha tempo non aspetti tempo” e simili, rinviano tutte allo stesso concetto, la “proprietà privata” del nostro tempo.

 

Tutto cambia nel momento in cui cominciamo a vivere le prime esperienze amorose. A partire dal quel momento, il tempo nostro comincia a coniugarsi col tempo dell’altra persona. Non diciamo più: “cosa faccio stasera”, ma “cosa vuoi che facciamo stasera”. Quel plurale di fatto indica il passaggio dal “nostro” tempo, bene privato, a una zona nuova, grigia se vogliamo, di un tempo che diventa bene comune. 

 

È la fase della passione amorosa, della scoperta dell’altra persona, dove domina questa voglia di fare assieme, di conoscere e di pensare al futuro come a un qualcosa da costruire assieme, che si limiti a un’uscita serale, le prossime vacanze o la vita intera.

 

Questo momento di bene comune andrebbe maggiormente valorizzato, perché è lì che si può costruire una parità uomo-donna che, spesso, tende a scomparire quando dal momento passionale si passa al momento razionale. In quel passaggio è quasi sempre l’uomo a prendere il sopravvento, ad appropriarsi di quel bene comune, il “tempo condiviso” della coppia, per farne un bene privato, personale, dove a decidere la sua utilizzazione sarà principalmente, magari solamente, lui, il maschio.

 

Noi, con la nostra battaglia sull’asimmetria di potere nella sfera domestica, ci interessiamo esattamente a questo momento. Fermare, prima che sia troppo tardi, la deriva patriarcale che porta il maschio ad appropriarsi del tempo femminile per metterlo sotto il suo controllo, e cercare di far ripartire una dinamica di condivisione, di pensare assieme cosa fare del tempo comune di ogni coppia. Mettere più tempo maschile nei compiti necessari a tenere in piedi una coppia (compiti la cui lista, variabile, sarà definita dalle persone stesse) serve quindi a liberare tempo femminile, così da riequilibrare il rapporto.

 

Ecco quindi che la lotta per i beni comuni e la lotta per l’uguaglianza di genere trovano un punto di contatto strutturale, cosa che non ci sembra sia così evidente nei dibattiti attuali.

 

Ad ottobre andremo a presentare la nostra proposta al Festival della Sociologia che si terrà a Narni (Umbria) ad ottobre. Per chi fosse interessata/o, prossimamente indicheremo giorno, ora e luogo della nostra sessione. 

domenica 14 luglio 2024

2024 L26: François Garde - Ce qu'il advint du sauvage blanc


Au milieu du XIXe siècle, Narcisse Pelletier, un jeune matelot français, est abandonné sur une plage d’Australie. Dix-sept ans plus tard, un navire anglais le retrouve par hasard : il vit nu, tatoué, sait chasser et pêcher à la manière de la tribu qui l’a recueilli. Il a perdu l’usage de la langue française et oublié son nom. 

Que s’est-il passé pendant ces dix-sept années? C’est l’énigme à laquelle se heurte Octave de Vallombrun, l’homme providentiel qui recueille à Sydney celui qu’on surnomme désormais le «sauvage blanc». 

Inspiré d’une histoire vraie, Ce qu’il advint du sauvage blanc a été récompensé par huit prix littéraires, dont le Goncourt du premier roman 2012.

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Partito bene, ma alla fine mi ha lasciato un po' scettico...


martedì 2 luglio 2024

2024 L25: Maurizio de Giovanni - Pioggia

 

Einaudi Stile Libero 2024

«Non smetterà mai di piovere. Continuerà per sempre. Non sarà piú possibile uscire all'aperto, l'acqua salirà, raggiungerà i piani alti dei palazzi, tutti moriranno e l'umanità si estinguerà insieme agli animali in terra. Sopravvivranno solo i pesci. Non smetterà mai di piovere, e non importa. Sarà meglio, anzi, cosí questa maledetta città si laverà, alla fine».

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La saga di Pizzofalcone continua, sempre piacevole da leggere