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venerdì 7 marzo 2025

2025 L9: Florence Lotterie et Elise Pavy-Guilbert - Olympe de Gouges, Une femme dans la révolution


Flammarion, 2025

Paris, 3 novembre 1793. Olympe de Gouges meurt sur l’échafaud. Une fin tragique qui met un terme à une existence qui l’a conduite de Montauban, où elle est née, au cœur des salons et de la vie intellectuelle dans le Paris des Lumières. Jeune encore, la célèbre révolutionnaire avait rêvé de littérature et de politique, de chantiers sociaux, de nouveaux droits pour les exclus en raison de leur précarité, de leur couleur ou de leur sexe. Par la suite, Olympe de Gouges avait défendu d’une plume enlevée et souvent acidulée l’égalité civique : voter et « monter à la tribune » de l’Assemblée nationale, mais aussi élever son enfant tout en travaillant et en s’engageant dans la vie publique. Des positions hardies et d’une grande modernité, qui ne lui semblaient pourtant pas l’être…

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Una personalità indiscutibile del mondo femminista e non solo - candidato alla Top

8 marzo, un’occasione per riprendere il discorso sulla sfera domestica andando oltre le vecchie analisi marxiste


In questo post ci riferiamo, per brevità e chiarezza, a quanto esposto da Leopoldina Fortunati nel suo saggio L’Arcano della riproduzione -Casalinghe, prostitute, operai e capitale, pubblicato nel 1981 (Marsilio, Venezia, 1981). Come l’autrice ricorda, il libro nasce dalle lotte femministe dei primi anni 70, sulla scorta di quanto aveva scritto Mariarosa Dalla Costa nel suo Potere e sovversione sociale (Marsilio, Venezia, 1972; Ombre Corte, Verona, 2021).

Il punto di partenza all’epoca era la chiara posizione della sinistra che continuava a considerare il lavoro domestico come improduttivo, una delle attività marginali all’interno del modo di produzione capitalista: discutere di questi temi era, secondo loro, un perdere tempo ed energia rispetto alla imminente rivoluzione operaia.

Le posizioni della sinistra, se non hanno portato a nessuna rivoluzione, hanno indirizzato le poche iniziative istituzionali verso l’alleviare il lavoro domestico, fornendo servizi sociali tipo asili, doposcuola, case di riposo per anziani, servizi di vario tipo per i disabili, senza voler comprendere il significato del lavoro domestico all’interno del sistema capitalista e senza definirne la portata socio-economica.

È triste dover constatare, come lo ricorda ancora Fortunati, che a distanza di decenni, sul riconoscimento del lavoro domestico non si è ottenuto nessuna conquista significativa sul piano formale. Anche la campagna Wages for Housework promossa all’epoca, pur essendo stata piena di idee elettrizzanti, è rimasta ai margini del movimento femminista per l'ultimo mezzo secolo.

La situazione attuale al giorno d’oggi è molto preoccupante, con una forte tendenza al ritorno verso un dominio ancor più forte del maschio nella sfera domestica. Un’inchiesta realizzata da Consolab nel 2019 in cinque paesi europei conferma la forte sproporzione tra la carica di lavoro femminile e quella maschile nella sfera domestica. Ben il 75% delle intervistate dichiara “fare di più” del loro congiunto, con l’Italia a guidare la classifica con l’88% dichiarando fare di più del loro congiunto (https://www.ifop.com/publication/nettoyer-balayer-astiquer-la-persistance-des-inegalites-de-genre-en-matiere-de-partage-des-taches-menageres/).

Siccome al peggio sembra non esserci limite, dall’America trumpiana viene avanti un forte movimento regressivo portato dalle Mogli Tradizionali (TradWives) (https://it.linkedin.com/pulse/lo-tsunami-trad-wives-e-la-cecità-della-sinistra-italiana-paolo-flfcf).

In reazione a questo, e per riprendere le fila del percorso proposto da Dalla Costa ed altre sulla sfera domestica, abbiamo creato un gruppo aperto di lavoro, composto da donne e uomini provenienti da orizzonti diversi, il tutto con l’accompagnamento del gruppo Ecofem di cui faccio parte.

La nostra proposta parte dal considerare come elemento centrale, particolarmente nelle nostre società del Nord, il tempo e la sua ripartizione. Anche le Nazioni Unite hanno iniziato ad interessarsi al concetto di “time poverty”, (CFS of the UN, October 2023. Voluntary Guidelines on Gender Equality and Women’s and Girls’ Empowerment in the Context of Food Security and Nutrition) e noi approfondiamo questa chiave di lettura. Il tempo domestico è quella quantità necessaria per realizzare una serie di compiti che una coppia considera importanti per tenere a galla il rapporto (matrimonio, convivenza o altro). 

Il tempo di ogni persona ha un valore che va al di là del prezzo (salario) che il mercato potrebbe indicare. Il tempo è una quantità limitata per tutte le persone, e la sua ripartizione nell’arco della giornata è frutto di negoziazioni che sono parzialmente dipendenti dalla nostra volontà specifica ma anche da costrizioni esterne nonché da altre variabili strutturali come il livello di reddito, di educazione etc.. In questo ambito, il trade-off fra le varie utilizzazioni del tempo dipende, ovviamente, anche dalle asimmetrie di potere fra le persone. La valorizzazione sociale che viene data ai vari possibili usi del tempo è frutto di una costruzione sociale dominata largamente dal maschio, cosa per cui le attività più “importanti” socialmente, quelle di prima scelta, sono affidate ai maschi, mentre le secondarie restano nell’ambito femminile. 

Considerando il tempo e la sua ripartizione come elemento centrale in una teoria dell’uguaglianza, significa uscire dal mondo dell’economia e iniziare a viaggiare verso lidi diversi, ancora da definire. 

Nel nostro quadro concettuale, non esiste interscambiabilità di tempo con denaro. Anche se certe attività domestiche possono essere esternalizzate (e quindi monetarizzate il che rimanda al livello di stipendio disponibile), come la pulizia di casa, la cura degli anziani …, ne resteranno sempre alcune che devono essere realizzate dalla coppia o da una delle due persone. 

Che questa non sia la strada da percorrere è abbastanza evidente quando si consideri che il lavoro di colf, badante, aiutante domestica, stiratrice, sono professioni in larghissima parte esercitate solo da donne (spesso sottopagate).

Ecco quindi chiarito l’ambito della nostra proposta: la centralità del tempo e il suo valore. Tempo che non si può comprare ma tempo che va equamente condiviso. Due domande sorgono quindi spontanee: tempo per fare cosa e cosa si intende per “equamente”.

Per definire il “cosa” fare, possiamo riallacciarci alle riflessioni proposte dall’INSEE, che identifica tre perimetri di attività (compiti), necessari a un equilibrio nella vita di coppia: da quelle più fondamentali (che identificano un perimetro ristretto, come, ad esempio ….), spostandoci poi verso attività importanti ma non così tanto come le prime, (caratterizzando un perimetro intermedio …) ed infine un perimetro più largo dove si concentrano attività più ludiche. Coppie diverse, per reddito, cultura, luogo di abitazione etc., avranno delle attività parzialmente diverse, cosa per cui non è possibile determinare a priori una lista esaustiva di tutte le attività rilevanti. Questo comporta un altro aspetto metodologico (la co-costruzione della lista comune) sul quale torneremo più avanti.

Per quanto esaustiva sia poi la lista delle cose da fare, va ricordata la necessità di includere anche la componente di mental load, cioè tutto quanto riguarda la pianificazione, il monitoraggio etc… 

Finalmente, relativamente alla seconda domanda, cosa si intenda per equa ripartizione, riteniamo che il punto di equilibrio tra le due persone interessate, vada ricercato, negoziato e concordato tra di loro. In altre parole, “equa ripartizione” non significa un obbligo di arrivare al 50% per ogni stakeholder, ma andare verso una ripartizione che le persone interessate considerino come equa dal loro punto di vista. Ovviamente in questo campo entrano in gioco le asimmetrie culturali e di potere, l’educazione ricevuta fin da piccoli/e, che possono portare a distorcere il livello di equità. 

Ecco perché l’approccio da noi proposto considera come elemento strutturante la partecipazione tanto degli uomini che delle donne. Questo perché, essendo il tempo (quotidiano, settimanale, mensile) a disposizione una quantità finita, il cammino verso una equa ripartizione significa, quasi inevitabilmente, che per poter guadagnare tempo libero a propria disposizione, bisogna che qualcun altro metta maggiormente del suo tempo per la realizzazione di parte dei compiti sopra indicati.

Il nostro quadro concettuale si basa sull’approccio negoziale, inteso come un processo attraverso il quale le due parti cercano di raggiungere un’intesa che si traduca in una soluzione appagante dei bisogni individuali sulla base di una volontà di scambio. Il terreno della negoziazione, nel nostro caso è una situazione di contrasto, di posizioni differenti, dove ognuno si attiva per tutelare i propri interessi ma secondo un’ottica di mutuo vantaggio. Risorsa fondamentale della negoziazione, infatti, è la capacità degli attori coinvolti di cogliere e intuire non solo i benefici personali ma anche quelli della controparte. 

Negoziare la ripartizione del tempo necessario alla realizzazione di una serie di compiti la cui esaustività dovrà essere mutualmente accettata dalle due parti. Il punto di partenza però deve considerare la storica asimmetria di potere a tutto vantaggio del maschio e deve mettere in essere delle attività volte a livellare il terreno di gioco (levelling the playground).

Questo perché non sarebbe sufficiente proporre una semplice negoziazione tra maschio e femmina di una coppia alla ricerca di una equa ripartizione, accettando come un dato di fatto immutabile il retaggio storico e culturale che impone alla donna una serie di compiti: il risultato finale rischierà di essere la perpetuazione dello stesso dominio attualmente in essere.

Dialogo-Negoziazione-Concertazione, con una attenzione specifica a livellare il terreno di gioco, così che attori/attrici giochino un fair game. 

Da queste premesse emergono vari punti strutturanti la proposta, che ricordiamo brevemente:

1. Centralità del tempo e non fungibilità col denaro

2. Necessità di lavorare simultaneamente con uomini e donne

3. Cose da fare (e da pianificare/monitorare): perimetri che si allargano in funzione della importanza (da centrale a periferica) dell’attività: dialogo tra le parti per concordare la lista definitiva

4. Obiettivo dell’equa ripartizione: negoziazione e concertazione tra le parti che va accompagnata da

5. Attenzione particolare alle asimmetrie di potere (evidenti o nascoste)

In termini concreti, noi proponiamo di misurare queste asimmetrie nella sfera domestica attraverso un Indice di Parità Domestica (IPAD) che serva come strumento di advocacy per accompagnare il percorso di quelle istituzioni, sindacati, movimenti o altro, che abbiano mostrato una base di interesse per le tematiche legate all’uguaglianza di genere, ma che non si siano messe ad approfondire il tema dentro le loro organizzazioni. Un primo test è stato realizzato con un partito progressista italiano, permettendo di mettersi d’accordo sul punto di partenza. Da lì inizierà un percorso di sensibilizzazione, formazione ed educazione interno per poter mostrare come questi squilibri si possano ridurre. 

Voler lavorare con maschi e femmine è un aspetto su cui insistiamo parecchio, e questo per due ragioni. Da un lato, se si tratta di riequilibrare il tempo dedicato ai compiti domestici, è ovvio che per poter aumentare il tempo disponibile per le donne bisogna convincere i maschi a metterne di più da parte loro, per cui tutto l’approccio negoziale che consideri le asimmetrie di potere esistenti prende tutto il suo senso. Dobbiamo lavorare assieme, precisando che il pubblico a cui ci dirigiamo non è qualsiasi movimento, partito o altro, ma chi sia di suo già interessato a queste tematiche. Il secondo argomento è legato alla necessità di costruire alleanze politiche per portare avanti una proposta che voglia ambire a diventare parte delle politiche pubbliche di un paese avanzato.

Il gruppo di lavoro è aperto, per cui chi fosse interessata/o può contattarmi.









mercoledì 19 febbraio 2025

2025 L8: Sibilla Aleramo - Una donna

Una donna - Sibilla Aleramo - copertina

Feltrinelli 2012

Questo romanzo di Sibilla Aleramo fu pubblicato per la prima volta nel 1906. La fortuna immediata del volume, sia in Italia che nei paesi in cui fu tradotto, fece scoprire al mondo un'autrice che avrebbe fornito negli anni altre grandi prove del proprio talento. Una delle principali ragioni del successo del libro fu il suo tema: si tratta infatti di uno dei primi libri femministi apparsi da noi. Al cuore di questo romanzo ampiamente autobiografico c'è la sua autrice. Come scrive Emilio Cecchi nella postfazione, «con l'Aleramo, non si trattava più di un'autrice, d'una artista soltanto: si trattava anche d'una rivendicatrice della parità femminile, d'una ribelle». A più di un secolo dalla sua prima pubblicazione, questo vibrante ritratto di una donna che lotta per il diritto a vivere con pienezza e libertà la sua vita si conferma una lettura imprescindibile.

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Riletto un'altra volta, rimane sempre un grande libro molto consigliato! Candidato alla Top dell'anno!

sabato 15 febbraio 2025

2025 L7: Aldo Cazzullo - L'Italia de noantri


Mondadori, 2009

"Noantri" è la parola chiave dell'Italia di oggi. L'Italia dei clan, delle famiglie, delle fazioni. Del dominio dei rapporti personali. Della politica divenuta prosecuzione degli affari con altri mezzi. Un paese mai così frammentato, eppure mai così uguale dal Piemonte alla Sicilia: unificato dall'egemonia di Roma e del Mezzogiorno. "Forse al Nord si evade il fisco meno che al Sud? Forse il traffico è meno congestionato e non si suona il clacson per strada? Forse al Nord non si paga il pizzo, non si pratica l'usura, non si sfrutta la prostituzione, non si cede al racket, non si accolgono gli investimenti della camorra?" Aldo Cazzullo parte dalla sua città, Alba, dove ancora trent'anni fa "i miei nonni non avrebbero mai mangiato una pizza", e dove ora si vive di turismo quasi come a Taormina. E dalla sua terra, le Langhe, cuore dello scandalo del Grinzane Cavour e di un Piemonte che ha rinunciato all'idea di diversità dal resto del paese. 

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Primo libro che leggo di questo Cazzullo... momenti interessanti ma in generale mi sembra molto raffazzonato, tipico da giornalista di questi tempi

sabato 8 febbraio 2025

2025 L6: Olivier Truc - Le premier renne

Le premier renne par Truc

Editions Métailié, 2024


Laponie suédoise.

Des corbeaux et des loups. Des rennes et des rêves.
Et Anja, une jeune Sami, marginalisée. A qui on a confié le pouvoir de tuer.
Anja, celle qui voulait écouter les pierres de la toundra.
Celle qui ne veut plus se taire. Celle qui ne veut plus plier.
Celle qui voudra inventer le grand récit.
En pleine période du marquage des faons, un troupeau de rennes est décimé le long de la voie ferrée qui transporte le minerai de fer.
Nina Nansen et Klemet Nango, enquêteurs de la police des rennes, se retrouvent au cœur d’un conflit qui déchire un clan d’éleveurs sami.
Les enjeux énormes des terres rares et de la survie des Sami en tant que peuple se télescopent. Pour sauver la planète et assurer la transition énergétique, faudra-t-il sacrifier ce peuple d’éleveurs de rennes ?
Face à une colonisation qui ne dit pas son nom, Anja va entrer en résistance. Avec ses propres méthodes. Et ses démons qui vont croiser ceux de Klemet.


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Top dell'anno, super raccomandato.

lunedì 27 gennaio 2025

2025 L5: Inès Léraud & Pierre Van Hove - Champs de bataille

 Couverture de la BD Champs de bataille : L'Histoire enfouie du remembrement d'Inès Léraud et Pierre Van Hove - Éditions Delcourt

Delcourt, 2024

L'Histoire enfouie du remembrement

Le "remembrement". Cette politique décisive pour le déploiement de l'agriculture intensive a été peu documentée. Aucun livre d'histoire ou de sociologie n'a été consacré aux perdants de cette politique ni aux résistants à ce bouleversement.

 

À la sortie de la Seconde Guerre mondiale, l'État fait redessiner les terres agricoles dans la plupart des campagnes françaises. Accessibilité des champs par des machines, regroupement des parcelles et disparition des haies et talus. C'est le "remembrement". L'objectif est que la paysannerie produise davantage, que le pays atteigne son auto-suffisance alimentaire et que la France devienne une puissance agricole mondiale.


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Per chi si occupa di "sviluppo" agricolo questo è un libro da leggere!!!

domenica 26 gennaio 2025

2025 L4: Dominique Sylvain - Kabukicho


Kabukicho par Sylvain

Points 2016

À la nuit tombée, Kabukicho, sous les néons, devient le quartier le plus sulfureux de la capitale nipponne. Au cœur de ce théâtre, les faux-semblants sont rois, et l’art de séduire se paye à coup de gros billets et de coupes de champagne. Deux personnalités dominent la scène : le très élégant Yudai, dont les clientes goûtent la distinction et l’oreille attentive, et Kate Sanders, l’Anglaise fascinante, la plus recherchée des hôtesses du Club Gaïa, l’un des derniers lieux où les fidèles apprécient plus le charme et l’exquise compagnie féminine que les plaisirs charnels. 
Pourtant, sans prévenir, la jeune femme disparaît. Le piège de Kabukicho s’est-il refermé ? À Londres, son père reçoit sur son téléphone portable une photo où elle apparaît, les yeux clos, suivie de ce message : "Elle dort ici". 
Bouleversé, mais déterminé à retrouver sa fille, Sanders prend le premier avion pour Tokyo, où Marie, colocataire et amie de Kate, l’aidera dans sa recherche. Yamada, l’imperturbable capitaine de police du quartier de Shinjuku, mènera quant à lui l’enquête officielle. 
Entre mensonges et pseudo-vérités, il sera difficile de démêler les fils d’une manipulation démoniaque ; pour le plus grand plaisir du lecteur.


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Mi è piaciuto assai, come gli altri libri di questa scrittrice