Ci siamo stati la settimana scorsa. Un pugno nello stomaco non avrebbe fatto più male. Quello che mi ha colpito di più non sono solo i resti del campo, dove un numero ancora incerto fra i 3 e i 5 mila, sono stati ammazzati, a botte, impiccati, pochi sparati, e poi bruciati.. ma quello che vedete qui sotto: la mappa del quartiere:
la lettera B indica l'entrata. Vedete che lo stadio, oggi dedicato a Nereo Rocco e tutta una serie di abitazioni sono lì attorno. Magari non c'erano tutte in quegli anni, ma questa risiera non era in mezzo ai campi, lontana dalla gente. Le SS, tedesche, ucraine e d altro, mettevano musica a volume molto alto, aizzavano i cani, il tutto per coprire i rumori quando li facevano fuori. Questo conferma che in zona abitavano triestini. Ma da nessuna parte nel Museo si parla di loro. Molto poco delle truppe fasciste italiane che collaborarono, dentro e fuori la risiera, con le truppe di occupazione, ma zero proprio della cittadinanza che sentiva questi rumori assordanti.. la vita andava avanti.. pochi si sono dati alla macchia con i partigiani, e a loro va tutto il nostro rispetto.. ma gli altri? Non sarebbe ora di parlarne? Di ricordare, come si trova scritto dentro il museo, che fino al 1954 lo Stato italiano aveva fatto finta di nulla e che solo su istigazione di un tribunale tedesco le cose hanno cominciato a muoversi nelle istituzioni? ... Il dovere di memoria non ha ancora fatto breccia su questi punti?
lunedì 19 agosto 2013
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