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mercoledì 11 settembre 2013

La risposta al Land Grabbing? Il giubbotto catarifrangente ad alta visibilità





Sto oramai perdendo la speranza. Da tempo stiamo provando a parlare con settori impresariali “progressisti”, a parole ben intenzionati e sensibili rispetto ai drammi del mondo ed in particolare al fenomeno dell’accaparramento delle terre delle comunità locali, indigene e quanto altro. Cerchiamo di spiegar loro che esistono leggi e saperi centenari che portano ad usare e soprattutto a gestire le risorse naturali in un modo diverso dal nostro attuale, piú equilibrato. Inoltre proviamo a spiegare loro che in certi paesi esistono anche politiche e leggi che, anche se non troppo rispettate dai loro politici, riconoscono dei diritti consuetudinari su quei territori. Questo non vuol dire proprietà privata e nemmeno che nessun altro possa entrare lí. Semplicemente vuol dire che bisogna bussare alla porta con gentilezza, chiedere permesso, e soprattutto discutere con loro e col governo quel che si vuol proporre e fare. La gentilezza, la cortesia, il rispetto degli altri, sono le basi del contratto sociale. Il passaggio al rispetto dei diritti diventa quasi una ovvietà nel momento in cui riconosciamo gli Altri come parti di noi stessi.

Ma il discorso non passa. Obnubilati dal desiderio di fare soldi, di portare la “modernità” tecnologica, credendo in cuor loro in una assiomatica superiorità del nostro modo di vivere, le loro risposte, anche quelle bene intenzionate, battono sempre su un punto: da loro ci sono tante terre vuote che, con i nostri mezzi, potrebbero assicurare la sicurezza alimentare di cui il mondo ha bisogno.

Provare a spiegare loro che non è cosí, che non ci sono terre “vuote” ma che si tratta di sistemi di produzione diversi dai nostri e dove i diritti esistono, proprio non passa.

Per questa ragione ho pensato, nella mia deriva depressiva, che forse l’aggeggio che meglio di altri potrebbe aiutarci tutti a capire che su quelle terre ci sono persone che ci vivono e ci lavorano, sarebbe quella di offrire loro dei giubbetti catarifrangenti ad alta visibilità. Cosi magari anche con le foto satellitari riusciranno a farsi vedere e gli impresari capiranno che la sotto c’è sempre un cuore che batte.


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