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venerdì 1 agosto 2014

Non ne abbiamo piú bisogno



Lo Stato Nazione é morto, viva lo Stato Nazione. Nato dal disfacimento degli imperi dell’800, e funzionale ad un modello di sviluppo economico che necessitava di spazi maggiormente consolidati, i mercati nazionali, lo Stato Nazione ha vissuto il suo apogeo nel secolo trascorso da poco, in particolare al momento della spartizione delle colonie europee in Africa e Asia. Sono stati inventati così una serie di entità territoriali che rispondevano più alle visioni e agli interessi delle ex potenze coloniali, piuttosto che alle consolidate realtà etnico territoriali locali.

Il progressivo emergere di un modello economico ancora più potente, passato sotto il nome di globalizzazione, ha progressivamente messo sotto scacco lo Stato Nazione, sempre meno utile al dispiegarsi di forze economico e finanziarie non più rispondenti (solo) a criteri di bandiera ma soprattutto necessitose di spazi sempre più ampi. Da lì il consolidarsi di mercati supra nazionali, il MEC nel caso europeo. Le crepe sono andate via via ingrossandosi, finché non solo diventava sempre meno funzionale rispetto ad interessi maggiori, ma anche rispetto a forze localistiche che tiravano dalla parte opposta. La progressiva perdita di valore dei nostri Stati membri a scapito di Bruxelles, piaccia o meno, risponde a questa necessità dettata dal mercato globale e da quelle forze che lo controllano (certamente non noi cittadini). Si andrà sempre più verso quel comando superiore, lasciandoci qui da noi a discutere dei dettagli ininfluenti alla marcia globale. Dall’altra parte, in quelle entità regionale create dal nulla con la decolonizzazione, la frantumazione ha cominciato a prendere il via. Lo smantellamento dell’ex Jugoslavia è stato il segnale più vicino a casa nostra, così come il separarsi dell’Eritrea dall’Etiopia aveva annunciato per tempo quello che stiamo vedendo oggigiorno. Il Sudan del Sud si è staccato dal Sudan, il Somaliland oramai è un paese indipendente dal resto della Somalia e, di fronte a casa nostra, la Libia si sta disintegrando in almeno due entità diverse. La pretesa italiana di riuscire a fermare la storia fa sorridere, soprattutto visti i pochi mezzi a disposizione. Gli Stati artificiali si disfanno, e pian piano si comincia a mettere in riga anche quei paesi più grossi che non hanno capito che musica si stia suonando. Il caso dell’Argentina è esemplare in questo. Un giudice americano sta decidendo il futuro di un paese, dando ragione a una banda di speculatori il cui unico scopo è di rapinare la gente. Fra uno Stato e un interesse privato deve vincere il privato. Questa è la stessa logica che aveva fatto sì che una multinazionale del tabacco citasse in giudizio l’Uruguay di Pepe Mujica. Ed è questo il nostro futuro europeo con il trattato segreto che la Commissione sta negoziando con gli americani, dando ancora una volta ragione agli interessi privati su quelli degli Stati membri.

Ci si prepara un futuro dove da un lato risorgeranno ancor di più particolarismi da Medio Evo, micro comunità  territoriali (Padania e simili) che credono di poter rifugiarsi in un cantuccio e così sfuggire al controllo crescente che la finanza sta prendendo sul mondo, e dall’altro al progressivo accumularsi di ricchezza in sempre meno mani, non più responsabili (accountable) rispetto a governi o paesi, ma solo responsabili di fronte agli azionisti. La politica dello struzzo, il rifugiarsi nel “particulare” non servirà a nulla, se non a distogliere forze ed energie rispetto alla vera battaglia che è quella dell’opporsi con ogni mezzo a questa globalizzazione. La discussione sulla governabilitá va portata al livello dove si sta dando la battaglia, cioè non solo a livello di singoli paesi ma anche al livello superiore, dove vengono decise ed imposte politiche e programmi che hanno un effetto immediato sulle vite di milioni di cittadini. Cosa serve parlare di buona governanza a casa propria se poi ti impongono una troika che viene a dettare l’aggiustamento strutturale (non temporale, parziale, ma strutturale, cioè eterno) della tua economia, senza che tu, libero cittadino, possa poter dire alcunché? 

Ecco perché invece di dividere le forze dobbiamo unirle. Magari non vinceremo lo stesso, ma almeno proviamoci.

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