Lo Stato Nazione
é morto, viva lo Stato Nazione. Nato dal disfacimento degli imperi dell’800, e
funzionale ad un modello di sviluppo economico che necessitava di spazi
maggiormente consolidati, i mercati nazionali, lo Stato Nazione ha vissuto il
suo apogeo nel secolo trascorso da poco, in particolare al momento della spartizione
delle colonie europee in Africa e Asia. Sono stati inventati così una serie di entità
territoriali che rispondevano più alle visioni e agli interessi delle ex
potenze coloniali, piuttosto che alle consolidate realtà etnico territoriali
locali.
Il progressivo
emergere di un modello economico ancora più potente, passato sotto il nome di globalizzazione,
ha progressivamente messo sotto scacco lo Stato Nazione, sempre meno utile al
dispiegarsi di forze economico e finanziarie non più rispondenti (solo) a
criteri di bandiera ma soprattutto necessitose di spazi sempre più ampi. Da lì
il consolidarsi di mercati supra nazionali, il MEC nel caso europeo. Le crepe
sono andate via via ingrossandosi, finché non solo diventava sempre meno
funzionale rispetto ad interessi maggiori, ma anche rispetto a forze
localistiche che tiravano dalla parte opposta. La progressiva perdita di valore
dei nostri Stati membri a scapito di Bruxelles, piaccia o meno, risponde a
questa necessità dettata dal mercato globale e da quelle forze che lo
controllano (certamente non noi cittadini). Si andrà sempre più verso quel
comando superiore, lasciandoci qui da noi a discutere dei dettagli ininfluenti
alla marcia globale. Dall’altra parte, in quelle entità regionale create dal
nulla con la decolonizzazione, la frantumazione ha cominciato a prendere il via.
Lo smantellamento dell’ex Jugoslavia è stato il segnale più vicino a casa
nostra, così come il separarsi dell’Eritrea dall’Etiopia aveva annunciato per
tempo quello che stiamo vedendo oggigiorno. Il Sudan del Sud si è staccato dal
Sudan, il Somaliland oramai è un paese indipendente dal resto della Somalia e,
di fronte a casa nostra, la Libia si sta disintegrando in almeno due entità diverse.
La pretesa italiana di riuscire a fermare la storia fa sorridere, soprattutto
visti i pochi mezzi a disposizione. Gli Stati artificiali si disfanno, e pian
piano si comincia a mettere in riga anche quei paesi più grossi che non hanno
capito che musica si stia suonando. Il caso dell’Argentina è esemplare in
questo. Un giudice americano sta decidendo il futuro di un paese, dando ragione
a una banda di speculatori il cui unico scopo è di rapinare la gente. Fra uno
Stato e un interesse privato deve vincere il privato. Questa è la stessa logica
che aveva fatto sì che una multinazionale del tabacco citasse in giudizio l’Uruguay
di Pepe Mujica. Ed è questo il nostro futuro europeo con il trattato segreto
che la Commissione sta negoziando con gli americani, dando ancora una volta
ragione agli interessi privati su quelli degli Stati membri.
Ci si prepara un
futuro dove da un lato risorgeranno ancor di più particolarismi da Medio Evo,
micro comunità territoriali (Padania e
simili) che credono di poter rifugiarsi in un cantuccio e così sfuggire al
controllo crescente che la finanza sta prendendo sul mondo, e dall’altro al progressivo
accumularsi di ricchezza in sempre meno mani, non più responsabili
(accountable) rispetto a governi o paesi, ma solo responsabili di fronte agli
azionisti. La politica dello struzzo, il rifugiarsi nel “particulare” non servirà
a nulla, se non a distogliere forze ed energie rispetto alla vera battaglia che
è quella dell’opporsi con ogni mezzo a questa globalizzazione. La discussione
sulla governabilitá va portata al livello dove si sta dando la battaglia, cioè
non solo a livello di singoli paesi ma anche al livello superiore, dove vengono
decise ed imposte politiche e programmi che hanno un effetto immediato sulle
vite di milioni di cittadini. Cosa serve parlare di buona governanza a casa
propria se poi ti impongono una troika che viene a dettare l’aggiustamento
strutturale (non temporale, parziale, ma strutturale, cioè eterno) della tua
economia, senza che tu, libero cittadino, possa poter dire alcunché?
Ecco perché
invece di dividere le forze dobbiamo unirle. Magari non vinceremo lo stesso,
ma almeno proviamoci.
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