Finalmente
cominciamo a vedere sul serio cosa significa non aver voluto occuparsi dei
problemi del sud del mondo, anzi, aver fatto di tutto, per colpa o omissione,
per peggiorarli. Chiamiamoli perseguitati in fuga dalle guerre, immigrati,
clandestini o come si voglia, resta il fatto che quest’anno dovremmo celebrare
la milionata di arrivi. Un trend chiaramente destinato a salire verso vette di
cui non abbiamo idea di dove possano situarsi.
Di fronte alle
reiterate tirate d’orecchie della Chiesa cattolica (anche lei, meglio tardi che
mai, arrivata a capire che questo fenomeno di massa necessita un approccio
serio, attivo e che tocchi il sancta sanctorum del modello economico in
vigore), le risposte più sguaiate sono venute dall’ex padano Salvini (ex-padano
perché adesso è un nazionalista convinto).
Il segretario generale
della CEI, quel Monsignor Galantino di cui tanto si parla in questi giorni, ha
giustamente commentato che quelle del Salvini e company sono roba da piazzisti
da quattro soldi (senza nulla togliere ai piazzisti di professione, sia detto
ben chiaro) http://www.repubblica.it/vaticano/2015/08/10/news/immigrati_galantino_cei_contro_loro_piazzisti_da_4_soldi_-120738402/
Dato che mi pagano
anche per guardare oltre il Tevere, vi consiglio di leggere anche quest’altro
articolo http://www.newrepublic.com/article/122441/corn-wars
sulle guerre del mais, e su come oramai gli americani considerino la protezione
dei semi ibridi di mais prodotti dalla Monsanto, Dupont e company come dei beni
essenziali alla sicurezza nazionale. Interessante da leggere perché conferma la
stessa analisi che sto facendo da parecchi anni, sulla base di dati pubblici
che ho già citato parecchie volte, sulla difficoltà che avranno paesi come la
Cina a soddisfare le necessità alimentari di una popolazione crescente ma anche
meno povera. Il cambio di dieta costa caro in termini di quantità di grano da
produrre e sembra fuor di dubbio che ai ritmi attuali il gap fra bisogni e
disponibilità sarà fuori controllo in pochi anni. Quindi andar a rubare varietà
ibride in casa d’altri fa parte delle strategie per accelerare la ricerca in
agricoltura e aumentare la produttività. Altra possibilità, già in corso da
tempo, è quella di andarsi a prendere la buona terra agricola laddove sia
disponibile, in modo da produrre quanto serve per il proprio mercato. Non è che
siano cattivi i cinesi, sono semplicemente pragmatici e quindi di fronte a un
problema che non ha molte soluzioni, loro cercano quelle migliori per loro.
In caso non ci
riuscissero, magari si incazzerebbero, per cui rischieremmo di ritrovarceli
davanti in contesti ancor peggiori degli attuali.
Dunque, loro
prendono le terre dove le trovano, per esempio in Africa, cercano di rubare le
nuove varietà ibride, il tutto per produrre di più perché la crisi la sentono
venire. I profughi economici non avendo alle spalle uno Stato come la Cina,
devono risolvere individualmente i loro problemi. Ed è giusto che, dopo aver
ripetuto per decenni che lo Società non esiste ma che esistono solo individui (Thatcher
docet), questi individui cerchino di
andare là dove pensano si possa stare meno peggio. Sbagliato continuare a
vedere tutto in un’ottica eurocentrica, perché queste migrazioni di necessità
le abbiamo dappertutto, America, Asia, Europa dell’Est e dell’Ovest, Africa e
Oceania.
Quindi a quelli
che continuano a pensare in piccolo, o che vorrebbero respingerli, magari con
le cannonate, cerchiamo di ricordar loro che quello che stiamo vedendo è solo
la punta dell’iceberg di un sistema economico che abbiamo voluto, un sistema
che depreda il pianeta e i suoi abitanti a favore di una infima minoranza. Nei
prossimi anni andrà ancora peggio, questo non abbiamo bisogno di modelli
matematici o algoritmi particolari per prevederlo, dato che per riuscire a
invertire le rotte dovremmo innanzitutto cambiare il modello economico,
renderlo più egualitario e meno consumatore di energia. Ci vorranno decenni perché
questo si capisca, l’unico dubbio è se per arrivare a capire queste cose avremo
bisogno di passare per la terza guerra mondiale che sempre più leader mondiali,
non ultimo il nostro Presidente della Repubblica cominciano a mettere nei loro
discorsi ufficiali.
Nessun commento:
Posta un commento