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lunedì 29 ottobre 2018

Elezioni in Brasile: Haddad passà 'a nuttata

Allora, i risultati sono oramai certi: il 56% dei votanti brasiliani ha detto NO al PT.

Siccome il PT è un partito gemello del PD, non gli passa nemmeno per la testa ai suoi dirigenti di chiedersi come mai siano riusciti a ingenerare un così grande rifiuto dopo esser stati il partito della speranza durante molti decenni.

Leggo commenti di vari contatti su FB, amici e non, e tutti sono lì addolorati per la vittoria di Bolsonaro e l'arrivo del "fascismo". Vedrete che fra poco cominceranno a dire che è colpa di chi lo ha votato, cioè che bisogna cambiare il popolo brasiliano.

Io sto aspettando da anni che il PT cominci a fare una seria autocritica per capire come sia stato possibile che un partito che si proponeva come "eticamente" diverso (introducendo una categoria come l'etica in politica che non centra nulla) sia riuscito a diventare in pochissimo tempo una banda di corrotti e ladroni come quei partiti che volevano combattere.

Ho già ricordato più volte quanti leader del PT siano in galera con condanne pesantissime per corruzione e malversazione, per cui non val la pena tornare su questo. Da tempo scrivevo anche che l'uscita di scena di Lula era per me una condizione sine qua non perché cominciassero a fare i conti in casa. Ceteris paribus, finché Renzi non si toglie di torno, nessuna discussione seria comincia nel PD.

E allora come possono pretendere che la gente li voti ancora? Questo è il segreto di Fatima. La questione non era la faccia di Haddad, ma il lascito storico di un partito che ha governato male, ha fatto il leccaculo del capitale finanziario, ha dimenticato la riforma agraria e non è riuscito a strappare una sola famiglia dalla fame e dalla povertà in modo strutturale. Finché avevano soldi (pochi) da dare in elemosina  il programma di Fernando Henrique Cardoso rimesso in moto da Lula per sostituire l'inutile Come Zero, ha funzionato, tenendo a galla e migliorando la vita di milioni di persone. Peccato però che non appena la crisi è tornata a farsi sentire e i tagli alla spesa pubblica ridiventati necessari (per seguire le prescrizioni della Banca mondiale e FMI) la povertà e la fame sono tornati.

Prendersela con Bolsonaro non serve a nulla, perché equivarrebbe a prendersela con chi lo ha votato, lo stesso errore che continua a are il PD. Cari amici brasiliani iscritti o simpatizzanti del PT, come potete pensare di tornare un giorno al governo finché non avrete fatto pulizia dentro il vostro partito?

Abbiate almeno voi il coraggio che il PD non ha in Italia, e guardatevi dentro. Dimenticate le litanie su Lula e cercate di analizzare come sia stato possibile che con lui al potere tutto questo sia successo. Sul serio credete ancora alla favola che Lula non sapeva nulla delle mazzette che il PT pagava ai tempi del Mensalao? Suvvia, diventate adulti, basta piangere e mettetevi al lavoro.



1 commento:

  1. Paolo, d'accordo, il PT come il PD devono fare autocritica, ma non basta...dire che il popolo non sbaglia mai fa proprio parte di quella narrativa populista che piace a tanti di questi tempi. Purtroppo la gente sbaglia eccome, perche' non si informa, é egoista e avida e tende facilemnte a incolpare altri (i migranti, l'europa, l'establishment, ecc) dei propri fallimenti. Votare uno come bolsonaro é un po come quello che se lo tagliava per fare un dispetto alla moglie. Incolpare Renzi se ora abbiamo Salvini e Di Maio é dargli fin troppa importanza; sono tanti i responsabili se ora abbiamo un governo di destra populista, compresa la sinistra italiana.

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