domenica 30 giugno 2019
2019 L30: Shane Kuhn - Un stagiaire presque parfait
Ed. 10/18, 2016
Le stagiaire se caractérise par son insignifiance. On lui demande d'être corvéable à merci, mais pour le reste personne ne lui prête attention. Passant facilement inaperçu, le stagiaire est ainsi un parfait assassin en puissance. C'est la raison pour laquelle, depuis une dizaine d'années, John Iago enchaîne les stages en entreprise afin d'éliminer les cibles qu'on lui assigne : quelle meilleure couverture, en effet, pour un tueur à gage ? Ainsi vient-il tout juste de rejoindre l'un des plus grands cabinets d'avocats new-yorkais avec pour mission d'assassiner un des associés. À ses heures perdues, John a décidé d'écrire un Guide de survie à l'intention des jeunes stagiaires, illustré d'exemples tirés de sa propre expérience. Ce qui lui permet de donner quelques précieux conseils aux nouvelles recrues de Human Resources, Inc, la mystérieuse organisation qui l'emploie, spécialisée dans l'entraînement et le placement des " stagiaires ". Le problème, c'est que John n'est plus au top de sa forme. À chacun des trente-quatre meurtres qu'il a commis, quelque chose est mort en lui. Et, alors que l'heure de se retirer du jeu a sonné, la mission qu'on lui a confiée va s'avérer la plus dangereuse et la plus inattendue de toutes.
Simpatico, nella sua esagerazione. Ottimo per questo inizio estate.
giovedì 27 giugno 2019
2019 L29: Emily Ruskovich - Idaho
Gallmeister, 2019
Idaho, 1995. Par une chaude journée d’août, une famille se rend dans une clairière de montagne pour ramasser du bois. Tandis que Wade, le père, se charge d’empiler les bûches, Jenny, la mère, élague les branches qui dépassent. Leurs deux filles, June et May, âgées de neuf et six ans, se chamaillent et chantonnent pour passer le temps. C’est alors que se produit un drame inimaginable, qui détruit la famille à tout jamais. Neuf années plus tard, Wade a refait sa vie avec Ann au milieu des paysages sauvages et âpres de l’Idaho. Mais alors que la mémoire de son mari s’estompe, Ann devient obsédée par le passé de Wade. Déterminée à comprendre cette famille qu’elle n’a jamais connue, elle s’efforce de reconstituer ce qui est arrivé à la première épouse de Wade et à leurs filles.
Libro suggerito (coup de coeur) dai librai all'angolo Trois Bornes con Parmentier. A essere onesti non mi è piaciuto.... e non lo suggerirei,
martedì 25 giugno 2019
Elezioni FAO: prime domande al nuovo direttore generale
Ecco alcune domande che farei al nuovo DG, con riferimento ad alcuni programmi storici della FAO nonché posizioni ufficiali della stessa.
- Minoranze etniche e popoli indigeni: la FAO ha aumentato il volume di lavoro su questi temi, portando avanti delle posizioni in difesa dei diritti fondiari e del rispetto delle diversità etniche e culturali. Considerando la storia recente della Cina e del Partito Comunista da cui lei proviene, una storia di non rispetto dei diritti delle minoranze etniche, caso tipico il Tibet, che vengono tacciate di terrorismo, quali posizioni difenderà in quanto DG della FAO?
Risposta 1: Un attimo che chiedo a Xi Jinping
Risposta 2: Con i terroristi non si tratta
Risposta 3: Tutta colpa del governo precedente
2. Agricoltura di base familiare: la FAO è all’origine del più conosciuto programma d’appoggio all’agricoltura familiare, il PRONAF dei presidenti Cardoso e Lula in Brasile, nonché ha avuto un ruolo non secondario nell’organizzare l’anno internazionale dell’agricoltura familiare e, da quest’anno, nell’organizzare il decennio dell’agricoltura familiare. Il Partito Comunista Cinese, da cui lei proviene, storicamente ha sempre maltrattato i contadini di base familiari considerandoli dei borghesi deviazionisti. Ancora adesso la piena proprietà terriera non è consentita, e il governo dal quale lei proviene punta sulle grandi aziende, esattamente l’opposto dell’agricoltura familiare. In quanto DG della FAO, quali posizioni sosterrà?
Risposta 1: Chiedetelo a Graziano
Risposta 2: Puntiamo molto sull’esperienza delle Comuni agricole, e daremo a tutti una copia del libretto rosso di Mao
Risposta 3: Tutta colpa del governo precedente
3. Lotta contro la desertificazione: la FAO lavora da anni su questo tema, anche se con scarsi risultati. Nessun dubbio che sia un problema crescente sia nell’Africa sub-sahariana che in paesi importanti come il suo. In Cina, secondo fonti della China State Forestry Administration le areee desertiche si stanno espandendo con una superficie annuale variabile tra i 2460 e i 10400 Km2 l’anno. Vista la situazione, cosa ha intenzione di fare in quanto DG della FAO?
Risposta 1: Negare la realtà. Il programma cinese va benissimo e il deserto è stato fermato, quindi continueremo a proporre il nostro modello come esempio
Risposta 2: Invece di continuare a piantare alberi dappertutto, pianteremo direttamente dei contadini, in particolare quelli che non la pensano come me
Risposta 3: Fare come stiamo pensando di fare in Cina, e cioè spostare le città, così da evitare l’insabbiamento
4. Lotta contro la desertificazione (2): secondo uno studio sulla Great Green Wall cinese fatto da Su Yang e pubblicato nel 2004, solo il 15% dei 66 miliardi di alberi piantati dal 1978 in poi, sono sopravvissuti. La domanda è: dove è sparito Su Yang?
Risposta 1, 2 e 3: Non mi intrometto negli affari interni di un paese, anche se è il mio
5. Land Grabbing: la Cina, paese dal quale lei proviene, è uno dei grandi attori responsabili del Land Grabbing, basti pensare al caso del Pro-Savana organizzato dall’ex-presidente Lula assieme al presidente del Mozambico. Dappertutto i movimenti contadini e le ONG internazionali si sono ribellate, e anche la FAO ha dimostrato preoccupazione per questo fenomeno. In quanto DG lei ha intenzione di fare:
Risposta 1: Dirò a Xi Jinping di fermarsi subito (scherzo!)
Risposta 2: Avete già rotto le scatole con le VGGT, cosa volete ancora?
Risposta 3: E’ tutta colpa del governo precedente
6. Human rights approach: da parecchi anni la FAO, così come altre agenzie ONU, difendono un approccio allo sviluppo basato sui diritti umani, proprio quelli che è così difficile far rispettare nel suo paese d’origine. Come ha intenzione di comportarsi?
Risposta 1: come la risposta 1 precedente
Risposta 2: Va bene i diritti, ma i doveri? Vogliamo parlarne?
Risposta 3: L’importante è lo sviluppo economico, come ha appena detto l’amministrazione americana parlando alla conferenza sullo sviluppo della Palestina. I diritti non interessano più nessuno
7. Ambiente e cambio climatico: Malgrado le dichiarazioni di impegni della Cina per rispettare gli accordi della COP21, i dati del 2018 indicano un aumento delle emissioni imputabile ai paesi asiatici, Cina e India in testa. L’economia del suo paese è ancora dominata dal carbone che, oltre all’inquinamento, si porta dietro tutto il problema del non rispetto dei diritti delle comunità locali. Lei cosa intende fare come futuro DG?
Risposta 1: Pregherò la Madonna
Risposta 2: Dirò che bisogna aver pazienza (e intanto pregare la Madonna)
Risposta 3: Ma che volete da me? Mica faccio miracoli
giovedì 20 giugno 2019
Elezioni FAO: Forza Cina (ironico)
Caro Salvini,
mi raccomando fai votare il candidato cinese al tuo ministro dell'agricoltura, così avrete un Direttore Generale alla FAO che porterà l'esperienza del suo paese per risolvere i grandi problemi legati all'alimentazione e all'agricoltura. Mi vien da chiedere però di quale esperienza stiamo parlando?
La Cina è un paese la cui capitale si sta seppellendo sotto milioni di tonnellate di sabbia provenienti dall'avanzata del deserto che, per quanti tentativi abbiano fatto, non riescono proprio ad arrestare. Anche lì hanno applicato il vecchio sistema comunista e cioè negare la realtà e fare propaganda sul mega progetto della grande muraglia verde. Bravi comunicatori i cinesi sono riusciti anche a vendere l'idea della muraglia verde agli africani. Peccato che in Cina non stia funzionando malgrado la tanta propaganda.
La Cina poi è quel paese che è riuscito, sotto il controllo del partito di Mao e oggi di Xi Jinping, a distruggere l'agricoltura contadina, inventandosi quel terribile sistema delle comuni agricole. Oggi la Cina è lontanissima dall'assicurarsi una autosufficienza alimentare e l'unico rimedio che hanno trovato è quello di scombussolare i mercati mondiali e diventare uno dei grandi attori del Land Grabbing, a scapito dei diritti delle popolazioni locali e delle produzioni locali.
Parlavo di diritti? Beh, anche in questo la Cina ci porta la sua millenaria esperienza di non riconoscere nessun diritto al cittadino sottomesso al volere imperiale prima e del partito poi. Una autocrazia che sfiora il regime dittatoriale dove nessuna voce dissidente è permessa, proprio quel che ci vuole per rianimare lo sfiancato corpo tecnico della FAO, quasi distrutto nel suo morale dall'Ayatollah Grazianhi.
Magari la Cina ha qualcosa da apportare sul tema ambientale: le tantissime esperienze di inquinamento locale dove le rivolte locali sono fermate a colpi di polizia ed esercito, ecco una soluzione a cui non avevamo pensato: Contro il Cambio Climatico e l'inquinamento, mandiamo l'esercito (forse a questo pensa Salvini, a mandare gli Alpini).
Cosa resta ancora di buono da insegnarci? Come inquinare i fiumi, come spostare milioni di persone di minoranze etniche in nome del progresso, e potremmo continuare.
Forza Cina allora.
mi raccomando fai votare il candidato cinese al tuo ministro dell'agricoltura, così avrete un Direttore Generale alla FAO che porterà l'esperienza del suo paese per risolvere i grandi problemi legati all'alimentazione e all'agricoltura. Mi vien da chiedere però di quale esperienza stiamo parlando?
La Cina è un paese la cui capitale si sta seppellendo sotto milioni di tonnellate di sabbia provenienti dall'avanzata del deserto che, per quanti tentativi abbiano fatto, non riescono proprio ad arrestare. Anche lì hanno applicato il vecchio sistema comunista e cioè negare la realtà e fare propaganda sul mega progetto della grande muraglia verde. Bravi comunicatori i cinesi sono riusciti anche a vendere l'idea della muraglia verde agli africani. Peccato che in Cina non stia funzionando malgrado la tanta propaganda.
La Cina poi è quel paese che è riuscito, sotto il controllo del partito di Mao e oggi di Xi Jinping, a distruggere l'agricoltura contadina, inventandosi quel terribile sistema delle comuni agricole. Oggi la Cina è lontanissima dall'assicurarsi una autosufficienza alimentare e l'unico rimedio che hanno trovato è quello di scombussolare i mercati mondiali e diventare uno dei grandi attori del Land Grabbing, a scapito dei diritti delle popolazioni locali e delle produzioni locali.
Parlavo di diritti? Beh, anche in questo la Cina ci porta la sua millenaria esperienza di non riconoscere nessun diritto al cittadino sottomesso al volere imperiale prima e del partito poi. Una autocrazia che sfiora il regime dittatoriale dove nessuna voce dissidente è permessa, proprio quel che ci vuole per rianimare lo sfiancato corpo tecnico della FAO, quasi distrutto nel suo morale dall'Ayatollah Grazianhi.
Magari la Cina ha qualcosa da apportare sul tema ambientale: le tantissime esperienze di inquinamento locale dove le rivolte locali sono fermate a colpi di polizia ed esercito, ecco una soluzione a cui non avevamo pensato: Contro il Cambio Climatico e l'inquinamento, mandiamo l'esercito (forse a questo pensa Salvini, a mandare gli Alpini).
Cosa resta ancora di buono da insegnarci? Come inquinare i fiumi, come spostare milioni di persone di minoranze etniche in nome del progresso, e potremmo continuare.
Forza Cina allora.
domenica 16 giugno 2019
Elezioni FAO e proteste a Hong-Kong
Ecco il vero burattino del futuro Direttore Generale della FAO.
Grazie all'aiuto anche dell'ayatollah Grazianhi
a fine mese arriveranno i cinesi a comandare. La domanda ovvia è: quale può essere il punto comune tra questi due personaggi?
La risposta l'abbiamo sotto gli occhi: come le proteste in corso a Hong-Kong mostrano bene, Xi non sopporta il concetto di diversità di opinione, di diritto alla parola etc. etc. Noi che abbiamo dovuto sopportare 8 lunghi anni come direttore generale (e altri 4 prima come assistente direttore generale) un'ipocrita che faceva appendere sui muri della FAO quella che enfaticamente ha chiamato "Our Vision", e dove si legge del rispetto della diversità di opinioni e tutto il resto, seguito da una pratica di cacciare via tutti quelli che la pensavano diversamente, tagliando diritti a destra e a sinistra, ecco, noi abbiamo la risposta al quesito. L'ayatollah si trova meraviglia con un burattino che non sopporta i diritti degli altri, la diversità di opinione etc.
Sarà interessante vedere all'opera il burattino nella più grande agenzia tecnica delle Nazioni Unite: verranno cancellati i programmi che portano avanti un "Rights based approach", quelli sull'agricoltura familiare, il lavoro in appoggio alle minoranze etniche e indigene, per non parlare del genere... L'ayatollah ha posto le basi per la distruzione della FAO e adesso il burattino si trova un'autostrada davanti.
E pensare che qualcuno ha anche creduto che l'ayatollah fosse un uomo di sinistra.
Vien da chiedersi se la paura di tornare in Brasile non abbia a che fare con la paura di finire come il suo mentore.
lunedì 10 giugno 2019
Elezioni in FAO: dal BRAXIT al nuovo arrivo …
Fra poche settimane i ministri dell’agricoltura dei paesi membri della FAO voteranno per eleggere il nuovo Direttore Generale o, magari, una prima Direttrice Generale.
Il fatto importante è che, dopo 8 lunghi anni, si realizza la BRAXIT, cioè la dipartita dei brasiliani capitanati dall’oramai ex Ayatollah Grazianhi, e i suoi sgherri latinoamericani. I suoi sodali europei (italiani e italiane, spagnoli e altro), forse riusciranno nella solita operazione di cambio della casacca, per prepararsi a servire, da buoni cortigiani leccaculi, il nuovo padrone.
Grazie all’ayatollah Grazianhi chiunque si presenti a Via delle Terme di Caracalla con un passaporto brasiliano deve vergognarsi. Ma molti altri dovrebbero vergognarsi, a cominciare dalla Gang messa a capo di un’operazione che era destinata a distruggere l’agenzia.
Otto anni per mettere a zero il morale delle truppe, l’unico vero capitale di cui la FAO disponeva. Un capo senza idee e senza strategia, a parte quella di colpire sempre e ovunque il proprio personale, se ne va con la coda tra le gambe. Arrivato con propositi che, per chi lo conosceva, erano delle fanfaronate basate sul nulla, tipo voler “eradicare” la fame, se ne va con un bilancio di tre anni di fila con numeri crescenti di persone che soffrono la fame.
In giro nei corridoi tronano ancora i messaggi relativi alla Vision della FAO, in particolare il “rispetto per la diversità di opinioni”. Balle. Come ho sperimentato in prima persona, chiunque la pensasse diversamente è stato messo in disparte e pian piano spinto a lasciare. L’ayatollah ha trasformato un grande programma della FAO, Comunicazione per lo sviluppo, in una macchina di propaganda degna di altri emuli con la croce uncinata. Mal gliene incolse perché, non avendo nulla di concreto da propagandare, si è ritrovato con un discredito che solo i suoi occhi ciechi non riescono a vedere.
La fame ricomincia a crescere anche a casa sua, dato che il suo mentore Lula non ha mai avuto il coraggio di realizzare quelle riforme strutturali, tipo la riforma agraria, che avrebbero dato delle basi solide alle politiche di aiuto. Limitandosi a distribuire delle briciole dei miliardi che entravano grazie ai prezzi elevati delle commodities che esportavano, e lasciando il grosso dei soldi in mano all’agribusiness, ecco che, non appena la bonanza è finita, anche i soldi per le politiche clientelari del PT sono finiti.
Un uomo che non aveva combinato nulla in politica a casa sua, e dove i suoi sodali senatori del PT già parlavano di sostituirlo dopo poche settimane della presa funzione, è stato chiamato a guidare la più grande agenzia delle Nazioni Unite. Dietro di sé rovine fumanti, e l’unica scusa che il suo portaborse ufficiale Rodrigo Castaneda va ripetendo da oltre un anno, è che dopo sarà ancora peggio e che riampiangeremo Graziano. Beh, che possa andare ancora peggio di così è possibile, soprattutto dopo che è risultata evidente la scelta dell’ayatollah di dare una mano al candidato cinese, a cambio della promessa di dargli uno strapuntino come consigliere.
Restavano poche cose da distruggere, e poche parole chiave da far sparire: una di queste è il “rights based” approach. Una parola, diritti, che con un DG cinese possiamo buttare nell’immondizia, dato il disinteresse totale da parte loro. Restano delle briciole di lavoro sull’agricoltura familiare, sui regimi fondiari e sulle minoranze etniche. Poca cosa, perché il passaggio dell’ayatollah ha ridotto tutto ai minimi termini. Immagino facilmente i consigli che gli sta prodigando: eliminare i resti del lavoro sull’agricoltura familiare, un tema al quale non ha mai creduto come documento nel mio libro recente A Manà, pubblicato da Elmi’s World.
Si profilano anni ancora più bui di prima. In Brasile, la perdita di credibilità del PT, di Lula e dei suoi soci nel malaffare, hanno aperto le porte a una destra fascista e ignorante come quella di Bolsonaro. Cosa potrà mai succedere adesso alla FAO?
domenica 9 giugno 2019
2019 L28: Banana Yoshimoto - High& Dry Primo amore
Feltrinelli, 2011
Yuko è in grado di vedere cose che gli altri non vedono, e di indovinare i desideri e i pensieri di chi le sta intorno grazie a una sensibilità fuori dal comune. Compiuti quattordici anni, tutto sembra assumere sfumature misteriose, e il mondo si popola di bizzarre creature. Yuko sta imparando ad assegnare un colore a ogni stato d'animo e a ogni emozione; a insegnarglielo è Kyu, il suo maestro di disegno, che ha il doppio dei suoi anni. Quando dal fusto di una pianta fuoriescono degli strani omini verdi, loro sono gli unici a vederli. Nello stesso istante, Yuko assapora l'incanto sottile del primo amore. Sospesa tra realtà e immaginazione, un'adolescente va incontro alla vita accompagnata dagli affetti più cari, e scopre, giorno dopo giorno, i turbamenti del cuore, la tenerezza dei sentimenti e la difficoltà di diventare grande.
Dopo essere arrivato a stento a finire il libro 1 di Murakami (1Q84), con i suoi omini blu, ecco che mi ritrovo con un'altra visionaria che vedi gli omini verdi.... Vabbè, non avendo più quattordici anni non riesco a capire la magia di questa scrittura che mi sembra vuota...
venerdì 7 giugno 2019
2019 L27: Jean-Cristophe Rufin - Le tour du monde du roi Zibeline
Gallimard, 2017
– Mes amis, s'écria Benjamin Franklin, permettez-moi de dire que, pour le moment, votre affaire est strictement incompréhensible.
– Nous ne demandons qu'à vous l'expliquer, dit Auguste. Et d'ailleurs nous avons traversé l'Atlantique pour cela.
– Eh bien, allez-y.
– C'est que c'est une longue histoire.
– Une très longue histoire, renchérit Aphanasie, sa jeune épouse que Franklin ne quittait plus des yeux.
– Elle traverse de nombreux pays, elle met en scène des drames et des passions violentes, elle se déroule chez des peuples lointains dont les cultures et les langues sont différentes de tout ce que l 'on connaît en Europe...
– Qu'à cela ne tienne! Au contraire, vous mettez mon intérêt à son comble...»
Comment un jeune noble né en Europe centrale, contemporain de Voltaire et de Casanova, va se retrouver en Sibérie puis en Chine, pour devenir finalement roi de Madagascar...
Come si direbbe di un gran vino: Un Grand Cru!
Candidato alla Top dell'anno.
domenica 2 giugno 2019
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