Come già scritto nei giorni scorsi, l’Unione Europea sta correndo alla sua disfatta. Gli scenari ipotetici erano due: da un lato riuscire a cacciare la Germania e gli altri (pochi) paesi del Nord (3 o 4), e restare noialtri assieme per una Unione di tipo diverso, oppure andarcene noi.
La negoziazione in seno all’eurogruppo iniziava su buone basi: 14 a favore degli eurobond e 5 contrari. Il risultato finale è che hanno vinto i 5. Adesso, salvo una bomba atomica nella riunione dei capi di stato e di governo, verrà ratificato un accordo che, per quanto riguarda noi paesi del sud, è una vera e propria Caporetto. Con l’accordo raggiunto dai ministri ieri, nei fatti si è preparato il letto per Salvini e la Meloni. L’Italia ne esce a pezzi, la nostra economia non si tirerà su, e loro avranno tutto l’agio di dire che la colpa è stata di un governo di pezzenti, che ha ceduto ancora una volta a Frau Merkel, la stessa che aveva guidato (assieme a Sarkozy) la trasformazione del debito privato ellenico (essenzialmente di banche tedesche e francesi) in debito pubblico, per poi costringere la Grecia a entrare nel bagno di sangue accettato da una sinistra che si era venduta anche l’anima.
Il risultato lo abbiamo sotto gli occhi. La Grecia non recupera e noi ci stiamo infilando nella stessa trappola.
L’accordo raggiunto riguarda essenzialmente i soldi del MES, rimessi sul tappeto su insistenza tedesca e olandese. Sono soldi che i paesi membri dell’eurogruppo (19 su 27), possono spendere per spese varie, ma condizionati a una serie di riforme stile Grecia (cioè ti mandano la Troika a casa). Per fare un favore agli italiani, ecco allora il contentino di accettare la condizionalità zero per le spese sanitarie. Dato che il governo ha detto, anche fino a due ore fa che il MES non lo userà, diventa tempo perso discuterne.
La discussione vera riguardava i miliardi che saranno necessari per la ripresa economica, molto ma molto di più di quanto vengano messi a disposizione dal MES. La battaglia era per avere gli eurobond accettati da chi non li voleva, ma la battaglia è stata persa. Anche lì c’è un contentino, quello della lettera aggiuntiva dove si parla dei futuri recovery bond che saranno discussi l’anno prossimo, all’interno del bilancio UE. Come cantava Mina: parole, parole, parole.
Il senso della battaglia di Conte (strano non aver mai sentito Zingaretti o quelli di LEU pronunciarsi) era chiara: avremo bisogno, noi paesi del sud (Spagna, Italia, Francia, Irlanda, Grecia, Portogallo, Belgio, Lusemburgo …) di molti soldi per rilanciare l’economia. L’unico capace di farlo è lo Stato, dato che il settore privato, quando ce n’è bisogno, non c’è mai. Quindi, un cambiamento radicale di modello economico, il che vorrebbe dire anche un cambio radicale di persone: tutti quelli che per anni ci hanno riempito la testa dell’idea che bisognava ridurre lo stato ai minimi termini, ecco, tutti quelli lì dovrebbero sparire. Assieme al vaccino contro il Covid-19 dobbiamo vaccinarci contro quei politici, di vario colore politico. Altrimenti, il prossimo Covid-20, arriverà molto presto (per la semplice ragione che in tutto sto casino non si è mai sentita una sola grande multinazionale dire che si era sbagliata a disboscare mezza Amazzonia o mezza foresta del Congo).
Quindi, se vogliamo uscirne assieme, la messa a disposizione di miliardi affinché gli stati possano rilanciare l’economia, è un assioma. Per cercarli a tassi favorevoli e per non far sprofondare ulteriormente quelli messi male, bisogna partire con l’idea della mutualizzazione. Tutti concorrono ad aiutare e questo, alla lunga, costerà soldi a Germania e Olanda, ma è il prezzo dello stare assieme. Io ti aiuto da un lato, comprando il tuo export tedesco, e tu mi aiuti, mutualizzando il debito, così io stato italiano trovo i soldi per far ripartire l’economia italiana, che poi ti compra le macchine tedesche. Ma i tedeschi e gli Olandesi, seguiti da altri tre, non vogliono.
Benissimo, almeno le cose sono chiare. Che noi italiani siamo poi incapaci di usare al massimo i fondi europei, anche questo è vero. E dovremo imparare a scrivere progetti in modo tale che siano accettabili, per cui i soldi già disponibili e che non riusciamo a spendere, diventino memorie del passato.
Tutto questo non esime dal dare un giudizio altamente negativo a quelle forze che, storicamente, sono sempre state causa di problemi in Europa. E torniamo quindi ai tedeschi. Due volte ci hanno tirato in guerra, e abbiamo sempre dovuto perdonarli e condonargli il debito che avevano. Adesso ci riprovano con questa ostinazione, che è figlia di una visione economica neoliberale che va combattuta fino all’ultimo sangue. Sono loro il gran nemico dell’Europa, loro e i loro sodali olandesi, austriaci e finlandesi.
L’Unione Europea nei fatti è morta, adesso bisognerà aspettare le prossime elezioni per certificarla: le stravinceranno le destre, alle quali si assocerà una parte dei 5 stelle e allora inizierà il cammino lungo e tortuoso per uscire da questa gabbia di matti.
Spiace che a sinistra non ci sia nessuno a capirlo, perché quando non ci saranno soldi per far ripartire l’economia (una economia diversa ovviamente, più solidaria, ecologica e sociale, una economia che non necessariamente cerchi la “crescita”, ma la ripartizione, insomma quando gli italiani realizzeranno che non c’è trippa per gatti, voteranno in massa per Salvini e la Meloni.
Ma ricordiamoci che è stata Frau Merkel a metterci nella m….
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