I giorni e le settimane passano, e la guerra lampo di Putin non da i risultati sperati dal satrapo. Grazie al sostegno, anche militare, che l’occidente sta fornendo all’Ucraina, la resistenza, già ben organizzata di suo, sta tenendo le proprie posizioni, costringendo ogni giorno di più l’invasore a ripensare la sua tattica.
La strategia di fondo non cambia. Oramai i vari esperti che sento nelle televisioni estere, sembrano d’accordo nel ritenere che Putin, solo al comando, oramai ha una sola ossessione in testa, cioè di piegare l’Ucraina costi quel che costi. Anche se probabilmente si rende conto che le difficoltà non fanno altro che aumentare, l’idea di fermarsi, ordinare alle truppe di tornare a casa, abbandonando Crimea e Donbass, non gli passa nemmeno lontanamente per la testa. Questo taglia la testa a qualsiasi idea di negoziazione in vista di una pace, che appare oggettivamente lontanissima e, penso io, impossibile da raggiungere con Putin al potere.
Detto questo, gli scenari possibili sono quelli di un incancrenirsi della guerra per gli anni a venire, magari abbassando il livello ma restando sempre una guerra aperta, oppure, come non finiscono di minacciare in questi giorni, si passa al livello superiore, usando le testate nucleari. L’esito finale sarebbe sicuramente deleterio sia per noi europei e americani, e altrettanto per le popolazioni ucraine e per la Russia: tutti insieme appassionatamente saremmo spazzati via, lasciando campo libero agli altri giocatori rimasti, Cina in primis.
Non ci sono dubbi che per il mondo occidentale questa catastrofe sarebbe fatale per i secoli a venire. La fine delle nostre civilizzazioni, delle religioni cattoliche, luterane e protestanti, potrebbe però, paradossalmente, significare l’inizio di una nuova era per il continente africano.
Capisco che quel che scrivo sia considerato come molto cinico, resta che, se a Putin gli scappa il dito sul bottone atomico, tutto il circo si mette in moto in maniera automatica, e non saranno le nostre marce per la pace a cambiare qualcosa.
Vista quindi dall’Africa, la sparizione del mondo occidentale avrebbe molti aspetti positivi, oltreché qualcuno anche negativo. Ovviamente non parlo delle élite corrotte che stanno al potere nella gran maggioranza dei paesi, e i cui soldi sono ben nascosti nelle nostre banche. Penso alla gente comune e in particolare per le contadine e contadini che, finalmente, non dovrebbero più sottostare al grabbing dei paesi del nord (certo, resterebbe la Cina, qualcosa dell’India, ma comunque poca cosa ancora), non avrebbero più mercati intasati da prodotti del nord e, al contrario, gli si aprirebbero dei mercati per i loro prodotti, dato che nulla più sarà coltivabile nei suoli americani, europei e russi.
Non avranno più le compagnie petrolifere a rubargli il petrolio, oppure le tante compagnie minerarie a rubare tutto quello che il loro sottosuolo detiene. Lo stesso per le foreste, dato il calo drastico di domanda internazionale per legname da costruzione.
Certo, magari non avranno più molta energia per illuminarsi, ma per chi ha un’idea di come si viva nelle campagne africane, questo è l’ultimo dei problemi. Ci saranno anche meno armi in circolazione, almeno quelle prodotte nei nostri paesi, per cui è anche possibile che calino i conflitti armati.
L’economia mondiale si fermerà per un bel po’, la Cina non sapendo a chi esportare i propri prodotti in realtà non potrà approfittare della nuova opportunità ed è anzi probabile che a quel punto ne approfitti per mettere le mani su Taiwan scatenando così un altro conflitto in Asia che terrà impegnato chi si sia salvato da quello Russo-Ucraino.
Ci sarà più spazio per le produzioni latinoamericane, ma anche lì il modello dell’agribusiness, così dipendente dai mercati esteri (sia per gli inputs che per vendere), rischia di lasciare finalmente il posto alle agricolture contadine di bassa scala.
Le emissioni di CO2 e l’inquinamento in generale, una volta passata la buriana atomica, si ridurrà per parecchi decenni, per cui anche Madre Terra tirerà un sospiro di sollievo.
Peccato solo che noi non ci saremo …