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mercoledì 14 settembre 2022

Economia di Francesco (e Chiara) - si avvicina il Global event del 22-23-24 settembre ad Assisi

LA NOSTRA PROPOSTA



Alleanza Donna Madre Terra

 

"L'opposto della povertà non è la ricchezza, ma la giustizia". 

João Batista Libânio, sacerdote gesuita

 

Antecedenti

 

Nel maggio 2019, Papa Francesco ha lanciato un appello a giovani economisti di tutto il mondo per la costruzione di una nuova agenda economica mondiale. Assumendo l'economia come una questione di interesse collettivo, il Papa voleva mobilizzare gli economisti in senso lato, non in senso corporativo e disciplinare, ma includere tutti coloro tra ricercatori, attivisti e imprenditori/imprenditrici che fossero disposti a mettere insieme conoscenze e pratiche diverse per promuovere "una economia diversa, quella che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del creato e non lo depreda”(1).

 

A questo appello alla solidarietà globale e all’impegno per la lotta contro le disuguaglianze, hanno risposto più di 2.000 giovani da ogni parte del mondo. Divisi in 12 villaggi tematici(2), hanno cominciato a discutere insieme sulle caratteristiche degli attuali sistemi di produzione e ad esplorare varie aree di intervento per renderli maggiormente sostenibili in termini economici, sociali e territoriali. Temi come la crescita economica, l’inclusione sociale e la protezione ambientale sono stati largamente dibattuti durante i loro dialoghi organizzati in preparazione dell’incontro che si sarebbe dovuto tenere a fine marzo 2020 ad Assisi.

   

Purtroppo, la diffusione della pandemia in tutto il mondo ha impedito ai giovani di incontrarsi fisicamente ed ha indotto gli organizzatori a rinviare l’evento a nuova data. La frustrazione per il rinvio dell'evento presenziale non ha influito sullo spirito e sull'impegno dei giovani che hanno lavorato collettivamente per rispondere alla chiamata del Papa. Anzi, hanno fatto di più. Questo rinvio ha consentito loro di avere più tempo a disposizione e di trasformare quello che doveva essere una tre giorni di dibattiti in un processo di discussione, di condivisione di esperienze, competenze e conoscenze lungo sei mesi. Ha aiutato loro a cementare i rapporti tra di loro e tra i giovani economisti provenienti da ogni parte del mondo. Ha infine dato l’opportunità di costituire una rete di professionisti, preparati e attenti, oltre che pronti ad agire per il cambiamento.

 

Durante questi sei mesi, i giovani hanno organizzato numerosi webinar con esperti, docenti universitari di elevata caratura scientifica per discutere insieme e confrontarsi sui temi di maggiore attualità. Tra questi, ricordiamo quelli organizzati dal Villaggio Agricoltura e Giustizia, uno dei villaggi più attivi. I giovani economisti che hanno operato all’interno di questo villaggio hanno ascoltato Paolo Groppo (ex-FAO), Fritjof Capra (University of Berkley, Maura Latini (CEO di Coop Italia) e Carlo Petrini (Slow food Italia). Dal dialogo con questi esperti, hanno convenuto della urgenza di restituire il giusto riconoscimento sociale agli agricoltori, soprattutto piccoli e nei paesi del Sud del Mondo, in quanto produttori di cibo e custodi del paesaggio e di diversi servizi normativi, di approvvigionamento e di ecosistema culturale. 

 

I giovani di questo villaggio hanno poi lavorato tanto nella predisposizione di micro-progetti di sviluppo territoriale al fine di ridurre, almeno localmente, in alcune aree più in ritardo di sviluppo, gli effetti delle disparità territoriali e sociali.

 

Fra i tanti progetti elaborati, come sintesi delle aspirazioni di cambiamento che emergono dal Brasile e dall'America Latina, uno di loro, in particolare, merita attenzione: l'Alleanza Donna Madre Terra.

 

Il Brasile è diventato un punto di riferimento in questa costruzione, non solo perché è la seconda delegazione in ordine di grandezza, la prima fuori dall'Europa, ma soprattutto per l'articolazione sociale costruita attorno all'iniziativa – ribattezzata l'Economia di Francesco e Chiara (in onore di Santa Chiara, per ricordare quanto la dimensione femminile sia strutturale nel ripensare il futuro del mondo). Più di altri, i giovani brasiliani sono stati in grado di costruire un pensiero critico che abbracciasse anche la “dimensione femminile dell’economia” e una rete che, sotto questo nome esteso, ha attirato giovani provenienti da altri villaggi e altri paesi del Sud America.

 

Alleanza Donna Madre Terra

 

Sviluppata all'interno del Villaggio Agricoltura e Giustizia, l'Alleanza Donna Madre Terra costituisce un'importante agenda per promuovere il riconoscimento dei diritti di accesso (uso, gestione e eredità) delle donne alla terra, difendere i loro diritti alle risorse genetiche(3) e costruire relazioni eque intorno alla produzione, al commercio e al consumo di cibo sano.

 

Questo percorso si articola su due livelli principali: (i) il rafforzamento dell'agenda globale per difendere il diritto alla terra, la sovranità sulle risorse genetiche e il superamento delle disuguaglianze che limitano il pieno sviluppo delle capacità delle donne; e (ii) la costruzione di alleanze locali per la produzione e la commercializzazione del cibo.

 

Globale e locale sono, quindi, modalità complementari che dovrebbero portare concretezza e, allo stesso tempo, allargano l'orizzonte d'azione di questa Alleanza che vuole offrire risposte concrete alla domanda di Terra, Tetto e Lavoro(4) per le donne nelle campagne, nelle foreste e nelle aree lacustri e marittime del Brasile e del mondo.

 

Un’agenda globale

 

La disuguaglianza di genere è uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo sostenibile, alla crescita economica e alla riduzione della povertà. L’obiettivo di sviluppo sostenibile n.5 “Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze” definito dall’ONU vuole promuovere la parità di genere e l'empowerment delle donne, in ambito scolastico, lavorativo, famigliare. Per questa ragione, vuole dare alle donne maggiore visibilità e favorire la loro partecipazione al processo decisionale politico a livello locale e nazionale, oltre che eliminare tutte le forme di violenza contro di loro e le disparità economiche. Ambisce altresì ad eliminare tutte le pratiche dannose contro la sua salute e riconoscere e valorizzare la cura e il lavoro domestico non retribuito attraverso la fornitura di servizi pubblici, le politiche infrastrutturali e di protezione sociale e la promozione della responsabilità condivisa all'interno della famiglia e a livello nazionale. Infine, vuole intraprendere riforme per dare alle donne pari diritti alle risorse economiche, così come l'accesso alla proprietà e controllo del territorio e altre forme di proprietà, servizi finanziari, l'eredità e le risorse naturali, in accordo con le leggi nazionali.

 

Il progetto Alleanza Donna Madre Terra si configura quindi come un intervento che può aiutare a perseguire tale obiettivo, con particolare riguardo all’empowerment delle donne e al loro accesso alla proprietà terriera, oltre che al riconoscimento del loro essenziale ruolo economico e sociale nell’ambito delle comunità agricole locali. Parimenti, si inserisce a pieno titolo tra gli interventi che possono stimolare il dibattito a livello internazionale e l’azione di numerose istituzioni globali.

 

L'Alleanza Donna Madre Terra intende inserire le diverse voci provenienti dalla base dell’Economia di Francesco e Clara per facilitare l’articolazione di questo insieme di incontri e forum internazionali. Intende sollecitare interventi di Papa Francesco, delle organizzazioni giovanili e sociali sui diritti alla terra delle donne e proposte di cambiamenti nella legislazione e nelle politiche pubbliche affinché promuovano efficacemente i diritti e le capacità delle donne nello sviluppo rurale sostenibile.

 

Iniziative locali

 

Questa agenda internazionale si accompagna a un insieme di azioni locali legate alla produzione, alla trasformazione, alla commercializzazione, al consumo e allo smaltimento degli alimenti. Molte di esse sono già in corso e suonano come l'annuncio della costruzione di un nuovo sistema agroalimentare. Si basano sulla premessa fondamentale di accorciare i circuiti di commercializzazione attraverso attori in rete e soluzioni sostenibili e solidali già esistenti nei territori, integrate, incrementate e spinte verso nuove soluzioni a partire dall’Economia di Francesco e Chiara.

 

Nel caso brasiliano, quattro di loro meritano di essere evidenziate:

-       La prima corrisponde alla rete che collega i gruppi di produzione e consumo di alimenti sani e intende coinvolgere le valute sociali e altre tecnologie sociali focalizzate sullo sviluppo delle comunità rurali e urbane. Ci proponiamo di sostenere e incentivare forme di consumo, produzione, e commercializzazione consolidate e idonee alle comunità”.

-       La seconda iniziativa si concentra sulla promozione dell'offerta di alimenti nelle periferie urbane. A tal fine, promuove azioni di agroecologia nelle periferie e la strutturazione di mercati e punti di commercializzazione alternativi per alimenti freschi, sani e a prezzi equi, seguendo l'esempio delle esperienze del Collettivo di Consumo Rurale Urbano - Solidarietà Biologica (CRU - SOLO) e del Mutirão do Bem Viver, che operano in 16 stati brasiliani.

-       La Rete Josué de Castro per la sicurezza alimentare e nutrizionale è la terza iniziativa di riferimento. È stato creata con la partecipazione dei giovani del villaggio Agricoltura e Giustizia al fine di rafforzare e articolare le discussioni e le politiche pubbliche sulla sicurezza e la sovranità alimentare tra il mondo accademico, la società civile e i governi degli Stati e dei comuni brasiliani. 

-       Infine, la campagna di Educazione per una vita sostenibile fa eco e rafforza le formazioni in spazi di apprendimento già consolidati, come scuole rurali, comunità ecclesiastiche, associazioni di quartiere, università, collettivi e movimenti popolari che, in qualche modo, stanno già percorrendo strade per nuove economie. Le cosiddette Case di Francesco e Chiara rafforzano e potenziano queste iniziative, in quanto nascono come spazi per la promozione di processi autogestiti e formativi. In questo modo, essi fanno eco e danno significato ai principi, ai valori e agli atteggiamenti dell'Economia di Francesco e Chiara come movimento globale di giovani. Articolandosi con l'Alleanza Donna Madre Terra, cercano di ospitare varie iniziative volte a combattere la fame e l'insicurezza alimentare, attraverso la conoscenza dell'uso integrale del cibo, la produzione per l'autoconsumo nelle campagne e nelle città, e la diversificazione delle diete alimentari. Le Case di Francesco e Chiara nascono come spazi formativi, luoghi di vita da cui nascono, pianificate e realizzate, nuove economie.

 

Sono molti i fronti d'azione dei giovani coinvolti nella promozione dell'Economia di Francesco e Chiara; questo coinvolgimento si riflette nelle diverse iniziative che compongono l'alleanza. L'appello del Papa ha dato vita a una potente rete di persone con sogni, speranze e progetti impegnati nella giustizia socio-ambientale e nel buon vivere. Riconoscere che le persone fanno parte di un percorso di continuità, che si consolida nella misura in cui viene assunto da chi lo abbraccia, fa parte della missione di ri-animare l’economia.

 

Perché questa attenzione particolare alle donne?

 

Le donne sono le principali responsabili della promozione della sovranità alimentare. Sono loro che realizzano la maggior parte del lavoro per proteggere le sementi locali, la coltivazione di orti e piante medicinali e la gestione di piccoli animali. Nonostante ciò, le donne rurali e i loro figli sono tra i segmenti sociali più colpiti dalla fame(5).

 

Nelle città, analogamente, le donne affrontano giornate lavorative doppie o triple, combinando il lavoro, la cura della casa e della famiglia e lo studio, e sono anche più vulnerabili all'insicurezza alimentare. Soprattutto nel Sud del mondo, il numero di famiglie monoparentali guidate da donne è cresciuto e un buon numero di loro vive alla periferia delle grandi città, in luoghi situati nei cosiddetti “deserti alimentari”, cioè in luoghi dove l'accesso ad alimenti in natura o minimamente lavorati è scarso o inesistente. 

 

Secondo la Sintesi degli indicatori sociali (SIS) del 2019 dell'IBGE(6), le donne hanno maggiori difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro e a rimanere occupate, hanno un reddito più basso e sono più soggette all'informalità rispetto agli uomini. In termini di assistenza, le donne dedicano circa 21,3 ore alla settimana alle attività di cura e ai compiti domestici, contro le 10,9 ore degli uomini.

 

Questo lavoro quotidiano, base della produzione e della riproduzione sociale delle famiglie e della società in generale, è invisibile perché non è monetizzato. In altre parole, le attività svolte dalle donne non sono riconosciute come lavoro. Questa è una delle ragioni della maggiore incidenza della povertà tra le donne, soprattutto tra le donne di colore. Secondo i dati dello stesso SIS/IBGE per il 2018, la percentuale di donne nere o mulatte nelle famiglie con incidenza di povertà(7) era pari al 33,5%, mentre il 15,6% degli uomini bianchi era in questa condizione.

 

Nel caso delle donne rurali, accade che lo spazio degli orti, dei cortili produttivi e della gestione dei piccoli animali sia generalmente inteso come un'estensione dello spazio domestico. Di conseguenza, anche il lavoro delle donne dedicato a queste attività agricole non è percepito e contabilizzato come tale dalle loro famiglie e dalle comunità rurali in generale (Jalil, 2009).

 

Un altro aspetto rilevante riguarda il modo di produrre cibo e preservare la vita, la socio-biodiversità e le risorse genetiche. Storicamente escluse dal processo di modernizzazione agricola produttivista che ha avuto luogo nel paese negli anni '70, la cosiddetta rivoluzione verde(8), le donne sono diventate le principali custodi dei semi locali e delle tecniche produttive tradizionali che vivono in armonia con l'ambiente.

 

Il contributo delle donne rurali va quindi oltre la promozione della sovranità alimentare e si estende anche alla sovranità idrica ed energetica, e in particolare alla conservazione delle risorse genetiche dei territori.

 

Pertanto, sebbene producano cibo e salute e contribuiscano efficacemente alla conservazione dell'ambiente, il ruolo delle donne è trascurato e messo a tacere dal punto di vista sociale, economico e politico. La violenza del silenzio delle donne coesiste con altre forme di violenza che quotidianamente si abbattono su di loro.

 

Le barriere all'accesso alla terra e ai fattori di produzione e commercializzazione sono tra le principali ragioni della posizione subordinata delle donne nelle nostre società. In diversi paesi del Sud del mondo l’accesso alla terra è un diritto formalmente negato alle donne. Nei paesi in cui le donne possono possedere legalmente la terra, il possesso è sistematicamente ostacolato dalle tradizioni, dai costumi e dalle pratiche produttive.

 

I problemi vanno dalle difficoltà nell'ottenere credito per la produzione e l'acquisto di terreni; alla discriminazione delle giovani donne nella successione ereditaria; ai catasti e alle politiche pubbliche di accesso alla terra che spesso ignorano le donne come proprietarie in caso di riforma agraria e di altri interventi a sostegno dell’acquisto della terra. Per quanto riguarda il credito, vale la pena di notare che globalmente si stima che le donne ricevano solo l'1% del totale dei prestiti agricoli (Fraser, 2009). Si tratta di un circolo vizioso, poiché per ottenere il credito spesso sono necessari titoli di proprietà come garanzia, un fattore che esclude la maggior parte delle donne.

 

Nel caso del Brasile, i dati del censimento agricolo IBGE del 2017 hanno mostrato che le donne costituiscono solo il 18,7% dei produttori rurali. Pur avendo registrato un notevole incremento rispetto al 12,6% rappresentato nel precedente Censimento del 2006, guidano solo 947 mila degli oltre 5 milioni di aziende agricole del Paese. 

 

Un altro aspetto della disuguaglianza si manifesta in relazione alla quantità di terra controllata dalle donne (in Brasile): all’incirca 30 milioni di ettari, pari all'8,5% della superficie totale delle aziende agricole del paese. I dati confermano anche che più grande è la dimensione delle aziende, minore è la partecipazione delle donne e viceversa. Ma le donne risultano essere il doppio degli uomini nelle aziende con una superficie inferiore a 1 ettaro.

 

Questa realtà patriarcale influenza anche le condizioni della successione rurale. Si parla molto delle difficoltà di mantenere la gioventù rurale in campagna. Le giovani donne incontrano difficoltà ancora maggiori rispetto agli uomini, a causa di una serie di pregiudizi da parte dei padri e dei fratelli, che si estendono a tutta la società. Basti ricordare che solo l'1,3% di tutti i produttori rurali sono uomini di età inferiore ai 25 anni, mentre le donne della stessa fascia d'età corrispondono allo 0,3% dei produttori. In generale, le loro proprietà soffrono anche di un minore accesso all'acqua e alle macchine agricole. A questo proposito, è da notare che le donne guidano solo il 14,7% delle imprese con veicoli; il 5,7% con attrezzi e macchinari; il 5,6% con trattori.

 

Un ultimo aspetto degno di nota è la presenza delle donne nelle cooperative. A causa di giornate lavorative doppie o triple, le donne hanno meno tempo a disposizione per dedicarsi alle attività comunitarie e politiche. I pregiudizi e la violenza che affrontano negli spazi decisionali, come i consigli di amministrazione delle associazioni e delle cooperative, si aggiungono alla mancanza di tempo e contribuiscono al fatto che solo il 5,3% delle produttrici rurali brasiliane siano legate a qualche forma di cooperativa nelle zone rurali.

 

La grande Alleanza per la vita delle donne e del Pianeta

 

L'Alleanza Donna Madre Terra è un modo per garantire la sovranità alimentare e per superare le disuguaglianze che storicamente hanno afflitto la vita delle donne, in particolare delle donne nelle campagne, nelle foreste e nelle aree lacustri e marittime. Questo perché indica un percorso percorribile per la garanzia della sovranità delle donne sugli alimenti e sulle risorse genetiche attraverso la promozione dell'accesso alla terra e la costruzione di relazioni eque intorno alla produzione, al commercio e al consumo di cibo.

 

La forza e la volontà dei giovani dell'Economia di Francesco e Chiara e di tanti altri che dovranno aggiungersi è nella messa in discussione del sistema attuale e nella capacità di idealizzare e articolare gli sforzi globali e locali per l'inversione delle disuguaglianze storiche e strutturali che stanno colpendo la vita delle donne e che hanno un impatto su tutti nella Casa comune.

 

Sotto la guida di Papa Francesco, rispondendo alla sua chiamata, questa enorme sfida ha un grande potenziale. Dovrà certamente essere rafforzata da un'ampia gamma di forze nazionali e internazionali, governi e organizzazioni della società civile per tradurre questo sogno in realtà concreta: attuare politiche e legislazioni e promuovere pratiche locali che diano centralità alle donne nel mondo rurale, promuovendo sistemi agroalimentari sostenibili e la sovranità alimentare dei territori e dei paesi.

 

Le due encicliche sociali del Magistero di Francesco ricordano che, sulla via della creazione di un'economia della cura giusta, democratica e partecipativa, dobbiamo contare sul sostegno di questi agenti di trasformazione. Gli impegni stabiliti con gli attori delle periferie globali sono iniziati nel 2014, quando i rappresentanti dei Movimenti Popolari Mondiali (tra cui i movimenti per le nuove economie) si sono incontrati con Francesco e si sono messi d’accordo per un'agenda impegnata nel consolidamento dei pilastri: Terra, Tetto e Lavoro(9).

 

L'Alleanza Madre Terra cerca di rafforzare questi impegni, a pochi anni di distanza dall’inizio del percorso, in un momento che oggi appare maturo per un ulteriore consolidamento.

 

Autori:

 

Andrei Thomaz Oss-Emer, Master in Filosofia dell'Università Federale di Pelotas, docente presso la Scuola di São Francisco de Assis, rete educativa SCALIFRA-ZN.

Lea Vidigal, laureata in Giurisprudenza all'Università di San Paolo, Master e dottorato in Diritto economico all'Università di San Paolo.

Lilian de Pelegrini Elias, laureata in Economia all'Università Federale di Santa Catarina, Master e PhD in Sviluppo Economico all'Università Statale di Campinas.

Luiza Dulci, laureata in Economia presso l'Università Federale del Minas Gerais, Master in Sociologia presso l'Università Federale di Rio de Janeiro, e dottorando in Scienze Sociali, Sviluppo e Agricoltura presso l'Università Federale Rurale di Rio de Janeiro

Valentina Cattivelli, Phd in Economics and Management for the Agricultural Systems at Universita’ Cattolica Piacenza-Milano, ricercatrice sui temi dell’agricoltura sociale e dell’orticultura urbana. Coordinatrice del Villaggio Agricoltura e Giustizia (Economy of Francesco)

Elisabetta Basile DPhil (Oxford University), già Professore Ordinario di Economia dello Sviluppo, Facoltà di Economia, Sapienza Università di Roma, membro senior del Villaggio Agricoltura e Giustizia (Economy of Francesco). Ultimo libro pubblicato Building Development Studies in the New Millennium, Palgrave/Macmillan, Basingstoke (curato insieme a Isa Baud, 2019).

Paolo Groppo, Funzionario (R) FAO Servizio Regimi fondiari, membro Equipe Senior Villaggio Agricoltura e Giustizia (Economy of Francesco). Ultimo libro pubblicato: La crisi agraria e eco-genetica spiegata ai non specialisti (Meltemi, 2020)

 

 

Riferimenti bibliografici

 

Alimentando Politiche. Cibo Deserti. S/d. Disponibile a questo link: https://alimentandopoliticas.org.br/wp-content/uploads/2019/03/Desertos-Alimentares.pdf

Fraser, Arabella. Sfruttare l'agricoltura per lo sviluppo. Rapporto di ricerca Oxfam. Londra: Oxfam International, 2009. Disponibile a questo link: https://www.researchgate.net/publication/242098882_Harnessing_Agriculture_for_Development

Jalil, Laetícia Medeiros. Donne e sovranità alimentare: la lotta per la trasformazione dell'ambiente rurale brasiliano. 2009. 197p. Dissertazione (Master in Scienze Sociali). Istituto di Scienze Sociali e Umane. Università Federale Rurale di Rio de Janeiro.

Sintesi degli indicatori sociali. Un'analisi delle condizioni di vita della popolazione brasiliana: 2019. IBGE - Coordinamento degli indicatori demografici e sociali. Rio de Janeiro: IBGE, 2019.

Disponibile a questo link: https://biblioteca.ibge.gov.br/visualizacao/livros/liv101678.pdf   

 

Note

(1) http://www.vatican.va/content/francesco/it/letters/2019/documents/papa-francesco_20190501_giovani-imprenditori.html  

(2) Tra marzo e novembre 2020, i 2.000 giovani economisti hanno lavorato all’interno di 12 diversi villaggi tematici. Volutamente provocatori, i titoli dei villaggi suscitano interesse e stimolano "il pensiero fuori dagli schemi". Si basano infatti sull’accostamento di due termini che nell’attuale accezione del linguaggio economico assumono significati opposti, ma appaiono complementari nella prospettiva di Economy of Francesco: Management & Gift; Finance & Humanity; Work & Care; Agriculture & Justice; Energy & Poverty; Business & Peace; Women for Economy; CO2 of Inequalities; Vocation & Profit; Business in Transition; Life & Lifestyle; and Policies and Happiness.

(3) Come previsto dalla Convenzione sulla diversità biologica (CBD) e dal Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l'alimentazione e l'agricoltura.    

(4) https://www.vaticannews.va/pt/vaticano/news/2020-10/argentina-terra-teto-trabalho-papa-francisco-fratelli-tutti.html

(5) Secondo i dati della FAO (FAO, 1996), in molti paesi africani le donne rappresentano il 70% del lavoro sul campo; sono responsabili di fornire il 90% dell'approvvigionamento idrico domestico e dal 60 all'80% della produzione alimentare consumata e venduta dalla famiglia. Il lavoro delle donne equivale a 100% della lavorazione degli alimenti, 80% delle attività di stoccaggio e trasporto degli alimenti e 90% della preparazione del terreno prima della semina. Queste cifre dimostrano il ruolo cruciale che le donne africane svolgono nella produzione agricola su piccola scala e nel mantenimento dei mezzi di sussistenza delle loro famiglie (Vivas, 2020)

(6) https://www.ibge.gov.br/estatisticas/sociais/saude/9221-sintese-de-indicadores-sociais.html

(7) Reddito familiare pro capite inferiore a 5,50 USD PPP al giorno

(8) http://dspace.unive.it/bitstream/handle/10579/13874/847781-1224078.pdf?sequence=2

(9) http://www.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2014/october/documents/papa-francesco_20141028_incontro-mondiale-movimenti-popolari.html

 

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