Scrive Jules Falquet, giovane e molto attiva ricercatrice femminista francese, parlando dei movimenti sociali (MST in particolare) e sfruttamento della donna nella sfera domestica:
"La piccola produzione familiare, una per l'autoconsumo e l'altra per il mercato locale, è un modello che si è rivelato efficace. Corrisponde alle abitudini della maggioranza dei contadini (anche con modelli familiari diversificati e nonostante alcune forme di lavoro comunitario). Questo sistema produttivo si basa però, come nessuno ignora, sullo sfruttamento del lavoro “gratuito” e invisibile delle mogli, dei figli e degli altri parenti dei “capi famiglia”. Ora, nel suo sostegno oggettivo alla piccola produzione familiare, il MST tace sull’implicita divisione sessuale del lavoro. È sorprendente che un movimento che cerca una trasformazione sociale radicale sia cieco di fronte allo sfruttamento delle donne e si schieri in difesa di un modello di famiglia patriarcale."
Jules Falquet: Três questões aos movimentos sociais “progressistas”: contribuições da teoria feminista à análise dos movimentos sociais in Lutas & Resistências, Londrina, n.1, set., 2006 (https://www.uel.br/grupo-pesquisa/gepal/revista1aedicao/lr.pdf)
Di questo silenzio pesante dei dirigenti del MST (e, più in là, de La Via Campesina), ne abbiamo parlato estensivamente anche noi nel nostro libro Quando Eva bussa alla porta – Donne, terre e diritti, Ombre Corte 2023.
Malgrado io continui a cercare evidenze che provino come, finalmente, si sia iniziata una lettura critica all’interno dei movimenti, non riesco a trovare nulla. Solo alcune contadine, appartenenti al MST – ma non a livello dirigenziale, osano parlarne. Con maggior forza lo fanno le donne della Unión de Trabajadores Agrícolas dell’Argentina. Vogliamo appoggiarci su queste piccole ma coriacee forze per spingere ad aprire pubblicamente questo dibattito così necessario.
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