Così scrive l’Accademia svizzera di scienze naturali: i gene drive sono elementi genetici che aumentano il tasso di ereditarietà di una determinata proprietà in organismi che si riproducono sessualmente. Possono essere utilizzati per diffondere una determinata proprietà in popolazioni che vivono allo stato selvatico, al fine di modificarle o ridurle (https://scnat.ch/it/uuid/i/045a3073-e301-5215-a0a0-3ca3d5b85a78-Gene_Drive_vantaggi_rischi_e_possibili_applicazioni).
Meno diplomatico, ma più chiaro, questo rapporto (https://www.etcgroup.org/sites/www.etcgroup.org/files/files/etc_gene_drive_organisms-web_fr.pdf ) del gruppo ETC ci mette in guardia contro questa nuova frontiera del profitto basata sull’ingegneria genetica.
“Gli organismi Gene Drive (GDO) sono progettati per diffondere intenzionalmente i loro tratti impiantati attraverso un’intera popolazione e potrebbero facilmente essere progettati per causare l’estinzione o la sostituzione di un’intera specie.
La GDO è stata definita dai critici una “tecnologia sterminatrice”. Ciò può essere spiegato da due ragioni. In primo luogo, sembra che gli sviluppatori della tecnologia stiano attivamente considerando l’uso della GDO per eliminare le specie considerate indesiderabili. In secondo luogo, poiché alcune specie apparentemente distinte si incrociano in natura, provocando il trasferimento di geni tra di loro, è possibile che anche le cosiddette specie non bersaglio (specie diverse da quelle previste) possano essere minacciate di estinzione. Se tale trasferimento genico avesse luogo, i cambiamenti genetici potrebbero diffondersi rapidamente tra specie di insetti simili. Seguendo la logica dei loro inventori, le GDO sono potenzialmente una tecnologia di estinzione di massa per insetti e altri organismi.”
L’applicazione iniziale (di cui sembra andar fiera anche l’università di Padova) di cui si va parlando da alcuni anni è quella della lotta alla malaria. Invece di continuare le ricerche sull’Artemisia, la “soluzione” a cui si sta pensando (e lavorando) prevede “controllare le popolazioni di insetti vettori attraverso la modificazione del loro genoma” (https://ilbolive.unipd.it/it/news/gene-drive-biotecnologia-estinguere-malaria). In parole più semplici, di sterminarle geneticamente. Qualche dubbio è venuto anche allo stesore dell’articolo, quando si chiede: “Una volta inserite in natura le zanzare geneticamente modificate, chi ci dice che mutazioni casuali non altereranno la sequenza genica dove è inserito il gene drive, rendendolo così inefficace? In altri termini, come possiamo essere sicuri che questo sistema davvero funzioni e non si perda per strada?”
Renzo Arbore, in una vecchia pubblicità per una birra di cui non ricordo il nome, ci diceva: Meditate, gente, meditate!
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