Edizioni e/o 2013
A Perpignan l'autunno è una stagione tumultuosa, contesa tra violente
raffiche di vento e piogge torrenziali. Con un tempo così, nessun
poliziotto dovrebbe avventurarsi all'esterno. Tuttavia un pensionato
pied-noir viene ritrovato morto nel suo appartamento, ucciso con una
pallottola alla testa... La sigla OAS lasciata nei pressi del cadavere,
la distruzione qualche giorno più tardi di una controversa stele e la
scoperta di un altro ex francese d'Algeria ammazzato al volante della
propria macchina seminano il panico. Il tenente Sebag, che tra l'altro
ha promesso a sua figlia di fare piena luce sull'incidente mortale in
cui è rimasto coinvolto un amico della piccola, è incaricato
ufficialmente delle indagini. Poliziotto intuitivo e stimato, nel dare
la caccia con la sua squadra all'assassino finirà per rievocare dal
passato un misterioso commando... Ed è in questo contesto che
risaliranno in superficie gli ultimi mesi di polvere e sangue della
guerra d'Algeria, con i suoi orrori, speranze, tradimenti ed esitazioni.
Cinquant'anni dopo, è tempo di saldare i conti. Georget fa vivere il
mondo dei pied-noir, i francesi che dovettero abbandonare l'Algeria dopo
l'indipendenza del 1962, un mondo in cui convivono rancore e nostalgia
per il paradiso perduto della bella vita coloniale.
Non lo conoscevo. Mi è piaciuto parecchio, anche se il pseudo dramma familiare centrava come i cavoli a merenda. Detto questo trovo interessante rimettere all'ordine del giorno l'OAS per stimolare una riflessione sulla differenza fra i Pieds Noirs e i terroristi. Utile in questi giorni. Consigliato
sabato 7 febbraio 2015
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