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Raccogliamo idee per una rinascita dal basso della FAO del futuro
Cari/e amici/he e ex-colleghi/e
Pian piano si avvicina la fine di questa triste gestione brasiliana che lascia l’Organizzazione in condizioni peggiori del passato. Non starò qui a ripetervi quello che sapete già e sperimentate ogni giorno sulla vostra pelle: la mancanza totale di considerazione e di rispetto da parte di un management oramai chiuso nella propria torre d’avorio, intento solo a fare gli ultimi regali ai servi che per tanti anni hanno lodato il Supremo.
Sappiamo che la nostra agenzia, per essere una delle prime ad esser stata creata, paga il prezzo di un imprinting storico di tipo piramidale per cui contano molto di più i generali che i soldati. Questo sentimento di abbandono lo abbiamo vissuto in tanti, ma ogniqualvolta abbiamo provato a stimolare delle azioni partecipate, inclusive, dal basso, ci siamo scontrati con un sentimento di abbandono e di poca voglia di crederci da parte di tanti giovani e non più giovani, come se oramai avessimo tutti introiettato lo stesso virus dell’individualismo che impedisce la realizzazione di azioni che concretamente abbiano un impatto sui problemi che la FAO dovrebbe affrontare.
Malgrado la mia stanchezza profonda e la disillusione che mi ha provocato questo management che si voleva “progressista” e che poi è affondato negli scandali di tutti i tipi, al pari dei loro mandanti brasiliani oramai in carcere, mi è venuta voglia di provare a stimolare una riflessione e una possibile raccolta di idee che - sognando a occhi aperti - potesse costituirsi in una piattaforma delle cose da fare e/o da cambiare dentro l’organizzazione che possa dirsi legittimamente prodotta da chi la FAO la conosce dal di dentro.
Magari non servirà a nulla, tanto le elezioni future risponderanno sempre alle stesse logiche di spartizione del potere, un manuale Cencelli applicato alle varie agenzie nazioni unite (chi prenderà l’UNEP adesso che il norvegese ha dovuto dimettersi? E chi la FAO?), ma se vogliamo che un giorno le cose cambino, dobbiamo pur iniziare da qualche parte.
Possiamo iniziare buttando lì le cose che ci teniamo dentro, senza una struttura già predisposta, e poi mano a mano che andiamo avanti, vediamo come organizzarci.
Dato che per molti di voi non sarà facile metterci il nome e la faccia, propongo di chiamare questo gruppo con gli ideogrammi indicati sopra, che significano Senza Nome (un grazie particolare a BV). Potete rispondere sul blog oppure scrivermi sulla mia mail paologroppo60@gmail.com. Metterò io le vostre proposte nelle attualizzazione periodiche di questo post, così non correrete rischi.
Se vi va di far girare questa proposta ad altri amici/he e colleghi/he, magari anche traducendolo, sentitevi liberi di farlo.
Alla fine spero che entro l’estate prossima abbiamo un prodotto nostro, che ci faccia sentire parte di una stessa squadra.
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