Sono tornato oggi da un breve periodo passato a Nairobi. Ero
lì per questioni di lavoro, sempre le solite storie di terre e diritti. Abbiamo
lanciato un primo progetto in Kenya e, prossimamente, dovremmo fare altrettanto
per quell’ altro in Somalia.
Ho avuto pochi contatti con l’Italia, dato che anche gli
italiani frequentati laggiù seguono maggiormente i problemi locali piuttosto
che le piccole beghe nostrane.
La prima cosa che ho fatto è stat di andare a prendere
il giornale ed un cappuccino al bar, in modo che le notizie strillate in prima pagina
fossero controbilanciate dal piacere di mandar giù un sapore migliore, quello del
caffè e della spuma di latte.
Ho appreso così di aver perso l’ennesima caciara organizzata
da Grillo e dal suo capo Casaleggio. Non mi mancano molto, dato che la loro
approssimazione era evidente già da tempo. Anche loro, come molti altri prima,
avevano avuto una felice intuizione iniziale, che li aveva fatti notare e
seguire da molte persone di buon senso, salvo poi derivare nel mondo della
fantasia, del razzismo e del qualunquismo più becero. Un anno è quasi passato
da quando sono arrivati in Parlamento e se non fosse stato per questi
schiamazzi o per le brighe interne sui rimborsi o sulle espulsioni delle poche
voci fuori dal coro, nessuno si ricorderebbe più di loro. Ma va comunque
ricordato che, anche grazie a loro, ci ritroviamo questo Presidente e questa
alleanza di governo. Avevano avuto l’intuizione giusta proponendo Rodotà poi,
forse pentitisi di esser stati giusti ed avanguardisti, lo hanno mandato a quel
paese come oramai è di prassi da quelle parti. Che adesso le offese siano
arrivate alla Presidente della Camera è solo perché lei è un personaggio
pubblico rispettabile, il che ne fa automaticamente un bersaglio in modo che i
giornali ne parlino. Metti che la coppia Grillo e Casaleggio se la fossero
presa con Scaloja, quello della casa comprata a sua insaputa, o magari con il
tesortiere della Margherita, quel Lusi che ha rubato soldi a palate.. o con
mille altri di quel caravanserraglio.. ecco, allora in tanti saremmo stati con
loro, ma non è detto che la notizia sarebbe arrivata in prima pagina. Per G.&C.
l’importante è che si parli di loro, in modo che, quando usi i motori di
ricerca, il loro brand sia sempre in alto. Pensano che in quel modo gli
italiani li voteranno, solo perché alla fine sono gli unici a far casino.
Tolto il disturbo stellato, la notizia del giorno è nella
rapidità con cui “Tin Tin” Renzi ha contraddetto (ma non era la prima volta ad
essere onesti) le sue precedenti dichiarazioni. Ricordate tutti cosa aveva detto
su Berlusconi (forse non gli era piaciuto il menù a casa sua), per cui con lui
mai più patti, mai più nulla.. e poi eccolo lì a tirarlo fuori dalla naftalina
e rimetterlo al centro dei giochetti romani. Questa volta è stato ancora
meglio. Ero partito lasciando Tin Tin con le sue dichiarazioni che escludevano
categoricamente una sua ascesa al governo. Sono stato votato per fare il
Segretario del Partito e quello è il mio compito. Giusto, bravo, per quello ti
hanno votato. Non mi interessa andare a Palazzo Chigi.. Giusto, d’ accordo… Ha
anche risposto per scritto a questa domanda (Renzi Primo Ministro?): Ma siamo
matti?
Entro il fine settimana Letta sarà stato buttato via come un
calzino sporco, e rimpiazzato da colui che
mai e poi mai avrebbe voluto andare a Palazzo Chigi. Va a finire che gli
toccherà usare la frase di Scaloja: lo faranno primo ministro a sua insaputa.
Pensare poi che ci sia della gente che crede ancora che Tin
Tin sia il futuro di un partito di centro sinistra, proprio non riesco a
capire. Renzi è un vecchio dentro; democristiano della specie di quelli degli
anni 70, interessato al potere, dove metterà adesso i suoi uomini (o donne) nei
posti chiave delle grandi imprese i cui AD stanno per essere rimpiazzati, e che
per i prossimoi dieci anni ci bombarderà con le famose riforme che solo lui sa
fare. Sapesse almeno preparare la ribollita… ma qui ce la serve fredda.. e la
gente se lo beve.
Ricordiamoci sempre una delle Leggi di Murphy: se una cosa
può peggiorare, peggiorerà! Ecco, questo è quello che ci prepara Tin Tin. Il
suo fregio sembra dire: Qui lo dico e qui lo nego! Che sostituisce,
parzialmente, il vecchio motto secondo cui le promesse valgono solo per chi le
ascolta. Prepariamoci quindi all’ennesimo cambio della guardia: guardiamoci
indietro e cerchiamo di ricordare una sola cosa buona abbia fatto il governo
Monti.. e poi quello Letta… ecco, questo è il trend e chi sogna che con Tin Tin
le cose miglireranno penso io viva in un altro mondo. Al massimo riuscirà a
spaccare anche SEL, ma non mi sembra che sia un gran risultato. Un governo
nuovo verso il quale anche Berlusconi guarda con simpatia, ti da una gran
voglia di riprendere l’aereo subito. Che poi ci sia ancora una consistente parte
dell’elettorato pronta a rivotare G&C, allora definitavamente ti rendi
conto che non abbiamo più speranze.
Ma siccome sono un ingenuo, ho continuato la lettura del mio
giornale, alla ricerca di altre chicche del genere. E le ho trovate, in
particolare la baruffa fra Dalla Valle e il giovane angellino: si vede che
hanno frequentato i salotti buoni… “Azienda nana” dice l’agnellino a Della
Valle, e l’altro replica: “Vai a lavorare”..seguito da un breve escursus sul
quanto la Fiata abbia preso all’Italia e come, ai primi segnali di crisi, se ne
siano scappati all’estero, per concludere come questa gente non meriti nessun
rispetto. Giusto! Firmo anch’io… resta quell’amaro in bocca che ti fa capire
come nemmeno nei piani alti ci sia un minimo di viisone comune, quel “sistema
Paese” di cui la Confindustria si riempie sempre la bocca, chiaramente non
appartiene ai suo iscritti. Ricordo solo il gesto simbolico del conte Marzotto
che il mese scorso ha rimesso il titolo di Cavaliere della Repubblica causa la
condanna di Berlusconi (invitato ad andarsene via per indignità) e chiedendo
solidarietà agli altri cavalieri iscritti alla stessa associazione. Non si
ricorda un solo nome di imprenditore che abbia intrapreso quella strada.
Insomma, questo è il ceto industriale che abbiamo e questi i
partiti che ci ritroviamo. Per carità di Patria non parlo nemmeno più delle
giravolte di Casini o di quella banda di mezze tacche leghiste che, di fronte
alla condanna del loro Cota, si mettono a gridare che è finita la democrazia.
Dall’estero, quando sono indulgenti, ci guardano compatendoci,
poi però non pigliamocela se nelle conversazioni private i toni sono diversi.
Tempo fa un bel film dei fratelli Coen, “Questo non è un paese per vecchi” ha fatto
molto parlare anche in Italia, per le varie similitudini possibili. A me
sarebbe venuto da pensare che, quanto a somiglianze, si poteva accorciare il
titolo: Questo non è un paese!!!
PS. Cosa incredibile, il giornale in questione ha anche
dedicato un intero settore centrale alla crisi del Centrafrica. Mi son chiesto,
leggendo l’ottimo articolo della giornalista, se questo unico serio riferimento
ad una delle tante crisi in corso, era stato inserito come un contentino per
quei lettori, come me, che pensano prima a capire il mondo dove siamo inseriti
e poi, alla fine, guardano anche alle piccole baruffe nostrane… Resto un
mohicano che cerca ancora dei quotidiani che portino i lettori ad interessarsi
al mondo… lo so che sogno… ma ci provo… il provincialismo italiano non è solo
colpa degli italiani come cittadini, ma anche di chi sceglie di dare certi
tagli agli organi di informazione. Parlarci per settimane di “Dudù” deve essere
una strategia che fa vendere… ma mentre nel resto del mondo e magari nei paesi
a noi vicini e dove abbiamo interessi, ostaggi o imprese che lavorano,
succedono montagne di cose da raccontare .. e che poi raramente vengono
raccontate (a parte Internazionale ovviamente), mi stupisco sempre meno di
questa deriva, simile alle retrocessioni calcistiche… sognavamo di vincere il Mondiale,
poi magari ci troviamo in serie Lega Pro… ma almeno diciamocelo: ci stiamo
scavando la fossa da soli.
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