Grande Moby Dick, regina madre segui le stelle che sai
non fidarti della croce del sud,
la caccia non finisce mai.
La notizia della morte di Francesco di Giacomo per molti di
noi, amanti del Banco, è stata come un colpo al cuore. La vita continua, ma è
più triste senza di lui.
Per questo siamo andati a camminare sul lungo mare a Santa
Severa, per respirare un’altra aria, lontano dagli affanni romani, per vedere l’orizzonte
libero, grigio verde come il Tirreno in questi mesi.
Aria nuova, o aria fritta? Ascoltando Tin Tin e le sue
promesse, guardando la sua lista di ministri e leggendo il suo articolo su
Repubblica di oggi, pensi che al peggio non c’è mai fine. Il movimentismo come
fonte d’ispirazione politica, contro i vecchi blocchi sociali che, per fortuna
dice lui, non esistono più. Non sparo a zero sul governo che ha formato, degno
della qualità canora del Sanremo di quest’anno. Ma resto stupefatto dalla
pochezza intellettuale; come diceva l’altro giorno un giornalista del Fatto,
gli italiani si sono innamorati della postura di Renzi. Del contenuto, non si
sa nulla e, come scrive anche Scalfari oggi, le sue proposte miracolose di far
passare una riforma al mese su temi bloccati da anni rasentano molto il
fideismo più che l’analisi politica. Poi guardi a ciò che non vede, quelle
parole non dette, e quell’orizzonte così impreciso che permette di tirare a campare
probabilmente, ma non certo a resuscitare una (ex) sinistra che sta portando al
macero.
I blocchi sociali di una volta non esistono più. Questa la
sua tesi centrale. Cioè il blocco conservatore da un lato e il blocco
progressista sarebbero andati via, in ferie forse. Il fatto che il blocco
conservatore si sia trasformato in un blocco ancor più aguerrito di finanzieri
pirata, che controllano oramai non più solo l’economia ma il senso del divenire
dell’essere umano, con i loro tentacoli che da un lato arricchiscono una fascia
sempre più limitata e sempre più protetta, spingendoci lontano dalla natura, in
mano a tecnologie, banche e un vuoto cosmico di pensieri e di cultura, e
davanti a questi banditi, una massa di diseredati che aumenta sempre più, una massa
che perde diritti ogni giorno che passa e che non trova più un argine politico
in quei partiti che una volta si preoccupavano di loro.
Sono lasciati soli i senza diritti, gli espropriati che
siamo noi ogni giorno di più. L’acqua bene pubblico fa parte del programma di
Renzi? Il giorno che dira un chiaro e forte sì, allora sono pronto a cambiare
opinione. Lo Stato come elemento centrale per dirimere l’economia, o lasciamo
tutto al mercato, come pensa l’esimia ministra Guidi, portavoce della destra berlusconiana?
E cosa diciamo a quei tanti che ogni giorno perdono il diritto alla salute?
Renzi si schiererà contro i poteri forti dell’Ilva di Taranto? Si
schiererà afavore di Greening the
economy, più energia solare o ritornerà alla carica diretta o indirettamente
col nucleare (cosa in cui crede la stessa ministra di prima?). Andrà a
braccetto con l’Agnellino americano o lo vedremo fuori dalle fabbriche a
difendere i posti di lavoro? Il suo modello (per il lavoro) è quello della sua
ministra (ancora lei, sempre la Guidi), che ha delocalizzato tutto o quasi nel
sud del mondo?
Questo sarebbe il governo più a sinistra degli ultimi anni…
attento Matteo che si fa presto a passare da un governo di sinistra a uno
sinistro. Vediamo cosa farà da domani per gli esodati, per i senza casa, per un
territorio italiano che viene giù dappertutto… Diritti, diritti e sempre
diritti, questa è la linea del Piave tra i blocchi sociali che sono ancora lì,
solo con una asimmetria ancor peggiore di prima. Chi sta dalla parte di chi li
difende non può che essere progressista, ma chi trova le scuse per giustificare
tagli al sistema di diritti, si è già caratterizzato da se. E non sarà il movimentismo
che ci farà cambiare idea. O di qua o di la. E con Alfano e la Guidi è
difficile immaginare anche che sia solamente di centro sinistra… molto più di
destra centro. Auguri, all’Italia, non al governo.
Nessun commento:
Posta un commento