Dopo quasi due
anni dall’uscita di Esperanza (Sabbia Rossa Edizioni, 2012), tra poco uscirà Marne
Rosse, presso Elmi’s World (Aprile 2014). La settimana scorsa ho fatto un’altra
presentazione del primo, proprio mentre chiudevo la versione finale del
secondo. E come spesso mi succede, mi è capitato di riflettere sognando, o
viceversa, al senso di queste due avventure editoriali.
Il caso ha voluto
guidare l’incontro fra me ed i neo editori di Sabbia Rossa (che ringrazio ancora attraverso queste pagine) che, sulla base di
alcune cose scritte e da loro lette, mi incoraggiarono ad andare avanti nell’esercizio
di mettere nero su bianco storie da raccontare a un pubblico potenzialmente
interessato. Così quando una notte in volo su Roma San Paolo mi sognai la
storia raccontata in Esperanza, trovai subito delle persone a spingermi ad
andare oltre il sogno e scrivere un libro vero. Christiane e Charlotte da un
lato e gli editori Paola ed Alessandro dall’altro, hanno creato quel mix che ha
spinto mio nipote Pierre ed io ad andare fino in fondo alla storia.
Ne è venuto un
libro che è piaciuto a tutti quelli e quelle che l’hanno letto. Chissà se
diventerà un Long-seller come sperano Paola ed Alessandro: io me lo auguro dato
che ogni volta che vado a presentarlo trovo un pubblico attento e chi l’ha già
letto è sempre prodigo di commenti (inclusi quelli relativi alle correzioni
editoriali che ci sarebbero da fare). E’stata una bella avventura, a momenti
difficile, quando si trattava di andare a cercare circoli, gruppi di lettura,
per fare girare il libro. Col tempo è cambiata anche la mia percezione del libro
e proprio in questi giorni, una volta finito il secondo, di cui racconterò nei
prossimi giorni, mi è infine risultato chiaro il percorso che quel libro
indicava, rivolto a me steso.
Esperanza è sostanzialmente
un risveglio. Dei giovani trovano casualmente l’occasione di avvicinarsi a temi
sconosciuti, più grandi di loro, complicati e, soprattutto, pericolosi.
Pericolosi per loro stessi, ma necessari da affrontare nel duro percorso di
diventare adulti.
Avremmo potuto
prendere situazioni meno estreme probabilmente, ma va bene così. La dittatura
militare da un lato e il ricordo del nazismo dall’altra facevano parte delle
mie esperienze e sensazioni di quando ero adolescente. Ricordo ancora come
fossi oggi quando mio fratello mi portò alla mia prima manifestazione pubblica a Brescia, nel giorno dei funerali
dei morti ammazzati dalla bomba di Piazza della Loggia. E’stato lì che ho
scoperto un mondo diverso, più cattivo, ed è stato lì che anch’io ho dovuto
scegliere sul cosa fare una volta tornato a casa: se lasciar perdere e tornare
a giocare con i soldatini e il calcetto, oppure cominciare a leggere, studiare
e cercare di capire quel mondo dei grandi che avevo intravisto a Brescia. Avevo
appena 13 anni, per cui potete facilmente immaginare la confusione nella mia
testa. Nove anni dopo, più grande ma ancora con la metamorfosi da finire, me ne
andai a fare un giro in Nicaragua, il periodo felice della rivoluzione
sandinista, quando un altro mondo sembrava davvero possibile, almeno lì. Ci
andai per una storia di donne, e ne tornai definitivamente cambiato. Come
Matias dopo il primo viaggio in Bolivia non è più lo stesso, anche a me successe
lo stesso. Un lungo percorso che dopo quell’esperienza cominciò a strutturarsi,
con studi e ricerche molto più precise, che mi hanno portato ad essere quello
che sono.
Ecco, fondamentalmente
Esperanza è quel periodo lí della mia vita. Un lungo svegliarsi alla dura realtà
di un mondo ingiusto e il voler/dover scegliere se guardarlo in faccia oppure
voltarsi dall’altra parte. Sofferenze ce ne sono state, e dure, ma anche un
segno di speranza il giorno che ho conosciuto un Prof. A Parigi che mi ha
indirizzato su una sistematizzazione coerente di quanto avevo visto e di quanto
stavo studiando. Autunno 1989, quando ho superato l’esame del mio Dottorato, con
il mio Prof. Come sempre molto duro con i suoi studenti, ho capito che avevo in
mano delle chiavi di lettura ed azione per il futuro. E questo ho voluto
passare come messaggio mio, dentro Esperanza. Un messaggio di non arrendersi
mai, di andare avanti perché fra mille tentativi prima o poi si trova il
cammino giusto per dare un senso alla propria vita, un senso non solo privato,
personale, ma anche e soprattutto per gli altri. Un cammino verso gli altri, come il titolo del documentario che io
e Massimiliano abbiamo fatto pochi anni fa.
Ed è stato quando
ho finito di scrivere Marne Rosse che mi sono reso conto che quello era il
libro della seconda parte della mia vita: il fare. Marne Rosse racconta la
storia di un gruppo di David che lottano contro Goliath, che sanno di essere
nel gusto anche se vivono ogni giorno con i loro dubbi, personali, familiari e
di gruppo. Ma ogni giorno ci rimettono tutta la loro energia, per un mondo che
sia migliore non (solo) per loro ma anche per tuta la cittadinanza dei paesi
dove vivono e che serva di esempio al di là di queste piccole frontiere locali.
Esattamente quello che cerco di fare io nel mio lavoro. Ed era perciò naturale
che ci trovassimo e che raccontassimo questa storia.
Fra pochi giorni
apriremo una pagina Facebook dedicata al nuovo libro. Metteremo il primo
capitolo in lettura libera, per darvi un’idea di questa storia nuova, che poi nuova
non é.
A presto, Paolo
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