Poche migliaia di chilometri più sotto, in Honduras hanno ricordato
ancora una volta che dei diritti degli esclusi è meglio non occuparsene,
altrimenti prima o dopo si fa la fine di Berta Caceres. In televisione Trump
continua la sua corsa verso l’investitura. Costruire muri, dividere chi sta
dentro da chi sta fuori, illegale, da rimandare a casa. Mi risveglio in Italia
e le immagini televisive rimandano agli stessi discorsi. Ascolto un
telegiornale e ricasco nelle etrene lotte da pollaio italiano. Uno sforzo per
capire cosa stia succedendo in questo mondo non lo senti nemmeno se paghi.
Televisioni pubbliche o private fanno a gara per evitare di far capire cosa sta
succedendo.
Bombe esplodono in Turchia, ma ancora più pericolosamente,
in Costa d’Avorio. Si conferma che l’accerchiamento degli islamisti, siano Isis,
Al-Qaeda o altro, va avanti. Sono passati anni da quando si è lanciata l’operazione
di stabilizzazione del Mali, e il risultato non è stato ottenuto. Uno dopo l’altro
questi paesi perdono le loro risorse economiche più immediate, cioè il turismo,
e si trovano sempre più destabilizzate. Nessuno ha soldi per mandare truppe
militari a sufficenza, per cui si perde controllo militare e, a ruota, sociale.
Ogni bomba nei resort turistici significa una quantità di barche di migranti in
più verso le nostre sponde. Questo non ce lo dicono. Ci fanno vedere le
immagini angosciose dei migranti bloccati nei campi, di la da muri che
continuano a costruirsi... ma non senti un politico che sia uno dire la verità
semplice: una parte di questi immigrati scappa da guerre che noi abbiamo
attizzato (come Iraq o Afghanistan) o che non siamo riusciti a completare (la
cacciata del dittatore siriano). Scappano da pesi in rovina, e noi continuiamo
a vendere armi in modo che i bombardamenti siano più efficaci e distruttivi. Un’altra
parte scappa per ragioni economiche, cioè da economie che abbiamo distrutto,
impedendo loro di esportare verso i nostri mercati e inondando i loro mercati
di nostri prodotti, agricoli e non, sovvenzionati.
Vengono, enoi ci
illudiamo di fermarli con questi fili spinati. In un anno è andata per aria
tutta la zona di libera circolazione europea, l’unica vera tangibile vittoria
di questa unione europea. Ci chiudiamo tutti in casa, pensando che di fronte
alle sfide mondiali dei paesetti come la Lettonia, o l’Austria, o la
Slovacchia, possano sostenere la sfida economica, tecnologica e finanziaria...
Siamo delle scoregge al vento. Già quando eravamo 28 non riuscivamo a
difenderci realmente contro i pesi massimi mondiali (qualcuno si ricorda che
anni fa venne lanciato un programma che doveva permetterci di avere un sistema
GPS nostro? Doveva esser concluso 3-4 anni fa, e invece non se ne sente più
parlare. Il GPS è americano, anzi dell’esercito americano, per cui se un giorno
gli girano le balle, ce lo chiudono, e noi torniamo ad andare a piedi). Uniti
non ce la facevamo, adesso disuniti dove pensiamo di andare? Non abbiamo voluto
fare altro che della carità ai paesi del sud, pensando fosse sufficente. E
invece no. Il non far nulla non significa che le tendenze negative che abbiamo
instaurato decenni fa si siano fermate. Abbiamo fatto di tutto per avere dei
paesi in mano a una casta corrotta ma fedele ai nostri disegni. Abbiamo fatto
di tutto per evitare che diventassero sul serio indipendenti e liberi, cioè
capaci di competere, e magari vincere, contro le nostre imprese. I risultati
sono arrivati. Noi esportiamo, e loro ci rimandano indietro i risultati delle
nostre esportazioni, cioè la gente che non ha casa, lavoro, scuola ...
La sola minaccia che un milione di loro venga in Europa è
stata sufficente per far saltare una costruzione di mezzo secolo. La Turchia ne
ha, fra legali e illegali, qualcosa come 4 milioni... giusto per ricordarlo.
Ci chiudiamo nella nostra grettezza... invece di andare a
prendere a bastonate i nostri eletti che sono pagati per pensare a cosa fare rispetto a
questi problemi. Non vogliono interessarsene perchè o non ci arrivano a capirli
o perchè sono degli incapaci e, per alcuni di loro, perchè sono pagati per non
far nulla. A qualcuno fa comodo questo andazzo, dove pochi settori, sempre di
più quelli finanziari, ci guadagnao anche quando siamo nella merda come adesso.
Privatizzare i benefici e socializzare le perdite perchè tanto pensano ci sia
sempre un paradiso dove poter fuggire a godersi il bottino.
La guerra che viene sarà diversa, l’ho già detto e scritto.
Sarà di tutti contro tutti, cercheremo di costruire mur sempre più alti per
difenderci da tutti... ma non servirà a
nulla. Siamo immersi in un fango
culturale che da decenni ci spinge verso l’individualismo, mors tua vita mea...
e finchè non cominceremo a rovesciare i presupposti stessi di questa inciviltà,
non potremo sperare di salvarci.
Dobbiamo ripartire dalla base del vivere assieme, taking
care of the others, preoccuparsi degli altri, perchè gli altri siamo noi. Gli
altri vengono a dircelo ogni giorno, mostrandoci la povertà alla quale li ha
ridotti il nostro sistema economico. Pensare che noi riusciremo a difenderci è
proprio vano. Tocca a loro adesso e poi toccherà a noi. Un sistema che
distrugge lavoro, distrugge le risorse naturali, ti toglie anche l’aria che
respiri e concentra tutto questo in poche mani, sempre meno, è destinato a
portarci ad una fine accellerata.
Imparate a chiedere le cose giuste: perchè continuiamo a
dare miliardi alle banche e non ad occuparci della gente che soffre? Perchè
appoggiamo regimi come l’Arabia Saudita che, a parte comprarci armi e bombe, ha
l’unico primato di impiccare più gente degli iraniani o dei cinesi (o degli
americani) e dove i rapporti sociali sono fermi all’età della pietra? Perchè
abbiamo distrutto le piccole agricolture africane inondandoli con i nostri
prodotti sovvenzionati?
Sul serio vogliamo vivere in un mondo dove pochi avranno
tutto e tantissimi non avranno nulla? Siamo così stupidi da credere che anche
noi saremo nella prima categoria, cioè quelli che sopravviveranno? Sveglia
gente...
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