PaperFirst, 2019
“Perché No Tav” raccoglie tutte le più autorevoli voci che si sono da sempre battute contro la Torino-Lione, per la prima volta in una pubblicazione collettiva.
Marco Travaglio, Erri De Luca, Marco Revelli, Tomaso Montanari, Luca Mercalli, Angelo Tartaglia, Livio Pepino, Alessandra Algostino, Claudio Giorno, Chiara Sasso, Luca Giunti. Tutti loro hanno sempre lottato a gran voce contro il trasversale partito del cemento, pronto a speculare a più non posso sulla regina delle grandi opere. Il Tav è l'affare per eccellenza di certi imprenditori e di certi politici, che hanno tutto l'interesse di farci credere che l'infrastruttura debba ormai essere portata a termine per il bene di tutti noi. Si fa riferimento a «penali da pagare», a «fondi europei da restituire» o «da non perdere»: eppure non c’è traccia di nulla di simile negli accordi con la Francia, l’UE o le ditte private. Quelli che invece inneggiano allo «sviluppo» e alla «modernità» sono al corrente che, in 17 anni di studi e carotaggi, sono già stati sprecati 1,6 miliardi di euro, costringendo peraltro la Val di Susa a uno stato d’assedio permanente? Siamo proprio disposti a investire per il Tav quelli che sulla carta sono altri 15 miliardi del fondo pubblico, ma che senz'altro arriveranno a essere 20-25 miliardi (poiché le grandi opere in Italia lievitano in media del 45%)?
In “Perché No Tav” Travaglio, Montanari, De Luca, Mercalli e gli altri affrontano ciascuno un tema specifico del dissenso, per spiegare una buona volta perché l’alta velocità è un affare solo per pochi.
Da leggere assolutamente. Candidato alla Top dell'anno.
domenica 28 aprile 2019
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