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lunedì 27 maggio 2024

2024 L21: Daniel Pennac - Chagrin d'école

 

Gallimard, 2007

« Donc, j’étais un mauvais élève. Chaque soir de mon enfance, je rentrais à la maison poursuivi par l’école. Mes carnets disaient la réprobation de mes maîtres. Quand je n’étais pas le dernier de ma classe, c’est que j’en étais l’avant-dernier. (Champagne !) Fermé à l’arithmétique d’abord, aux mathématiques ensuite, profondément dysorthographique, rétif à la mémorisation des dates et à la localisation des lieux géographiques, inapte à l’apprentissage des langues étrangères, réputé paresseux (leçons non apprises, travail non fait), je rapportais à la maison des résultats pitoyables que ne rachetaient ni la musique, ni le sport, ni d’ailleurs aucune activité parascolaire. » Dans la lignée de Comme un roman, Chagrin d’école est donc un livre qui concerne l’école. Non pas l’école qui change dans la société qui change, mais, « au cœur de cet incessant bouleversement, sur ce qui ne change pas, justement, sur une permanence dont je n’entends jamais parler : la douleur partagée du cancre, des parents et des professeurs, l’interaction de ces chagrins d’école ».

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Non so bene per quale ragione ma Pennac non l'ho mai veramente frequentato. Ho ritrovato questo libro in mezzo a tante altre cose e l'ho letto d'un fiato. Mi è molto piaciuto, non fosse per l'impressione, a volte, che prestasse ai suoi allievi e allieve delle capacità mnemoniche e intellettuali forse un po' troppo elevate. Ma il messaggio è passato, per cui consiglio vivamente la lettura.

mercoledì 22 maggio 2024

2024 L20: Cristina Cassar Scalia - La salita dei saponari


 Einaudi 2020

Esteban Torres, cubano-americano con cittadinanza italiana e residenza in Svizzera, viene trovato morto nel parcheggio dell’aeroporto di Catania; qualcuno gli ha sparato al cuore. L’uomo ha un passato oscuro, e girano voci che avesse amicizie pericolose, interessi in attività poco pulite. Eppure le indagini sono completamente arenate: nessun indizio che riesca a sbloccarle. Questo finché a Taormina, dentro un pozzo nel giardino di un albergo, si scopre il cadavere di Roberta Geraci, detta «Bubi». Torres e Bubi si conoscevano. Molto bene. Con l’aiuto della sua squadra e dell’immancabile Biagio Patanè, commissario in pensione che non ha perso il fiuto, Vanina riporterà alla luce segreti che hanno origine in luoghi lontani. Ma non potrà dimenticare gli incubi che la seguono fin da quando viveva a Palermo. Questioni irrisolte che, ancora una volta, minacciano di metterla in pericolo. 

«Manco il tempo di arrivare e Vanina era già in movimento. Di corsa, per giunta, come piaceva a lei. Aveva ragione Adriano: per entusiasmarla veramente, per sentirselo suo, un caso doveva avere un indice di “rognosità” tale da occuparle la mente per giorni, fino alla sua totale risoluzione. L’omicidio di Esteban Torres, a occhio e croce, prometteva bene».

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Come sempre un piacere da leggere

domenica 12 maggio 2024

Cari progressisti, reali e immaginari, è venuto il momento di fare “coming out”


 Scrivo questo messaggio a poche settimane di una importante elezione europea, dove lo scontro tra destre (di vario tipo) a forze che, a parole, si rivendicano del campo progressista, è centrale.

La confusione è grande sotto il cielo, soprattutto tra i progressisti che da un lato festeggiano la lotta armata di liberazione partigiana, che ci ha permesso di liberarci dal giogo fascio-nazista, e dall’altro non vogliono aiutare la resistenza del popolo ucraino contro l’assalto fascista di Putin.

 

Un’altra questione però occupa la mia mente, da alcuni anni oramai: l’uguaglianza di genere. Dovrebbe essere un precedente naturale, ovvio, per qualsiasi persona che si rivendichi del campo progressista, indipendentemente dal partito, movimento o sindacato che trovi grazia ai suoi occhi. In realtà non lo è affatto, e nessun partito, movimento o sindacato progressista, qualsiasi cosa questa parola voglia dire, non lo rivendica e soprattutto non lo mette in pratica al loro interno.

 

L’uguaglianza di genere non è solo la rivendicazione di salari uguali, o di avere più donne nei posti di comando o, massima apertura finora registrata, più servizi come asili nido per le mamme e genitori in generale.

 

L’uguaglianza di genere, come dovremmo sapere, inizia alla base, laddove il sistema capitalista ha trovato il modo di riprodurre il suo modello ideale, il patriarcato, a costo zero, e cioè dentro casa. Trasformando la famiglia in un centro di potere dominato dalla figura paterna, la donna si è vista relegata ai margini della società, cercando degli spazi di sopravvivenza e di affermazione propria sfuggiti al controllo maschile.

 

Che questa voglia di potere e di controllo del mondo maschile abbia a vedere col fatto che la riproduzione della specie umana passa per la donna, un potere che i maschi non possono sottrarre alle donne, è abbastanza evidente. Ma basti pensare poi all’altra funzione chiave, l’alimentazione, cioè la cucina, che da sempre è stata patrimonio femminile. Basta guardare un qualsiasi documentario sui primi chef stellati francesi, Paul Bocuse in testa, che sono disponibili negli archivi televisivi francesi, roba di 50 anni fa, e lui, come tanti altri chef, ricorda gli insegnamenti fondamentali ricevuti dalle proprie mamme e nonne. Storicamente la trasformazione dei prodotti di base in cibo gustoso è stata possibile grazie al genio femminile. Poi, a un certo punto, la cucina è diventata di tendenza, e allora il maschio ha deciso di appropriarsi anche di questo spazio: ed ecco la pletora di chef di tutti i tipi, rigorosamente maschi al 95%, e lo spirito di competitività che il maschio porta sempre con sé. Solo una persona abitata da questo spirito patriarcale di dominio poteva inventare robacce come Master Chef, trasformando il piacere di cucinare, per gli altri prima che per sé, in una gara ad eliminazione. 

 

Insomma, le resistenze maschili all’emergere giusto e naturale della metà del mondo, quello femminile, sono forti e forse addirittura aumentano. Ecco perché mi aspettavo che dopo le ondate di violenza sempre più marcata contro le donne, questi progressisti che vogliono il nostro voto, avessero fatto una piccola riflessione sulle basi di questo problema atavico, e cioè cosa succede dentro casa, dentro la coppia, sposata o no.

 

Peine perdue, come dicono i francesi: nessun leader o mezzo-leader o intellettuale qualsiasi e meno ancora qualsiasi attivista, ha ancora avanzato una proposta su questo tema, che riguarda le proprie organizzazioni, i propri movimenti e i propri partiti. In realtà un partito ha osato compiere questo passo, uno di sinistra di cui parleremo nei prossimi mesi: segnale che anche questo mondo conservatore può iniziare a muoversi.

 

Dentro la coppia si esercita un potere maschile che inizia da piccoli e diventa la norma da adulti. Comanda l’uomo, e se per caso qualche maschio decide di occuparsi di una parte dei compiti quotidiani per tenere a galla una coppia, spesso e volentieri questo è fatto come un “favore” che si fa alla propria partner.

 

Ecco perché credo sia necessario inviare questo messaggio, rivolto ai maschi, simpatizzanti o attivisti di questo mondo “progressista” che non vede il problema centrale di questo mondo: l’essere costruito su basi patriarcali, prima ancora che capitaliste, dove domina la competizione, la voglia di accaparrarsi risorse e territori e quindi potere, il tutto a scapito di tutto quello che è altro: la natura, tanto cara a Papa Francesco, ma innanzitutto a scapito della metà femminile del mondo.

 

A voi, maschi “progressisti” dico quindi che è giunta l’ora di fare il vostro “coming out”: guardatevi dentro di voi, dentro le vostre coppie e riconoscete le asimmetrie di potere che avete contribuito a costruire e a mantenere dentro le vostre coppie e, per estensione, nelle vostre attività nella sfera pubblica.

 

Dovete iniziare dalla sfera privata, domestica, a riequilibrare il mondo. Non serve a nulla proporre programmi mirabolanti, pagine e pagine di promesse come state facendo tutti in vista delle Europee, fintanto che continuerete a portare avanti un modello patriarcale dentro casa vostra.

 

Volete sul serio un mondo diverso, più pacifico, più armonico con la natura e con gli altri? Bene, allora iniziate dentro casa. Ora!

 

 

 

mercoledì 8 maggio 2024

un haiku di Christiane

scritto alcuni anni fa, mai pubblicato

 

Un noyer, une lune

une lune noyée

martedì 7 maggio 2024

2024 L19: Susanna Gregory - La setta di Cambridge


 TEA, 2010

È il 1350 e la gente di Cambridge sta ancora lottando contro lo scempio e la desolazione che la peste ha lasciato dietro di sé. Ovviamente neanche Cambridge si è potuta sottrarre alla Morte Nera e Matthew Bartholomew si ritrova a dover istruire un gruppo di giovani medici per sostituire quelli uccisi dall'epidemia. Ma un fatto singolare lo distrae da quella occupazione: il cadavere di un frate viene infatti ritrovato all'interno del massiccio baule in cui l'università conserva i suoi documenti più preziosi. E quella non è l'unica morte inspiegabile a Cambridge. Nel corso delle sue indagini, infatti, Bartholomew raccoglie numerosi indizi e indiscrezioni, che lo portano a una chiesa ormai abbandonata, giacché i fedeli che la frequentavano sono stati decimati dalla peste. Adesso in quel luogo di culto si riunisce una setta di matrice pagana, che infonde nella mente degli adepti terrore e violenza, e che, sospettaBartholomew, è il cuore di una cospirazione che mira a screditare la religione cristiana.

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Interessante, si imparano parecchie cose sulla vita a quei tempi e sui comportamenti e le lotte intestine del clero.