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lunedì 27 ottobre 2025

Io oso, posso e lo voglio

Io oso, posso e lo voglio

Cinquant’anni fa, il 24 ottobre 1975, iniziava la più importante rivoluzione femminista dell’era moderna. Il paese, l’Islanda, è piccolo, ma quel che conta è il simbolo.

Prima di quella data, le donne di quel paese erano trattate come quelle di qualsiasi altro paese europeo e del resto del mondo: non contavano niente! La loro traiettoria di vita era disegnata fin dalla nascita: imparare a fare tutti i compiti della sfera domestica, sposarsi, fare figli, occuparsi del marito, dei figli e dei genitori e stare zitta. 

Quella rivoluzione, iniziata con uno sciopero generale di tutte le donne del paese, costrinse i cittadini maschi a rendersi conto di quanto contavano le donne nella vita quotidiana, sia nella sfera pubblica che nella sfera privata. Gli anni successivi hanno visto mettersi in moto un cambiamento che non solo ha portato le donne a coprire le più alte cariche dello Stato, ma anche una presa di coscienza crescente, anche da parte maschile, della magnitudine del problema.

Oggigiorno, il governo di quel paese sta portando avanti il settimo programma di uguaglianza di genere, centrato in quattro dimensioni chiave:

- Educazione

- Salute e Cura

- Ambiente e

- Pace e Sicurezza.

Problemi ne esistono ancora, però non ci sono dubbi sul fatto che l’Islanda di oggi sia profondamente diversa e migliore da quella di prima del 1975 e, soprattutto, che i passi successivi saranno frutto di lotte, sia dall’alto che dal basso, dove donne ed anche uomini illuminati lotteranno assieme. 

Quel che conta, come dicevo all’inizio, è il simbolo: cambiare strutture patriarcali vecchie di secoli, prenderà tempo e molta forza, ma si può fare

Il grido di battaglia di quel 24 ottobre resta attualissimo più che mai, sia per le donne che per quegli uomini che accettano la sfida di costruire un mondo diverso:

Io oso, posso e lo voglio!


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