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lunedì 1 settembre 2014

Che razza di guerra sarà la terza?



Da alcuni giorni questa domanda mi gira in testa. Quello che sembra assodato è che non sarà come le precedenti, dove era abbastanza chiaro chi stava da una parte e chi stava dall’altra, nonché il teatro delle operazioni.

Stavolta sembra chiaro che si andrà su geometrie variabili: tanto le alleanze (amici-nemici) come le ragioni per combattersi potranno essere diverse nello stesso periodo di tempo (ma su geografie diverse) oppure nelle stesse zone (ma in tempi diversi). Insomma, sarà roba da perderci la testa.
Eppure questa costruzione la stiamo già vedendo all’opera. Prendiamo il Medio Oriente: da un lato abbiamo la decennale contrapposizione tra Stati Uniti ed Iran, alla quale è venuta recentemente (20 anni fa) sovrapporsi una contrapposizione con quello che prima era l’alleato chiave degli americani contro gli Iraniani, Saddam Hussein.

A un certo punto salta fuori Al Qaida e quell’altro ex alleato degli americani, Bin Laden, la cui famiglia, prima, durante e dopo l’11 settembre faceva e fa affari con gli americani. Bin Laden, fedele alleato, a un certo punto si rompe le balle e decide di distruggere i cattivi del mondo occidentale. Diventa un cattivo, viene punito e a quel punto si sperava che Al Qaida fosse sparito. Invece no, rinasce sotto le ceneri ed anzi si moltiplica, andando a creare casini nuovi anche in Africa. Saddam viene fatto fuori perché non aveva seguito il detto romano (“nun t’allargá”), ma pensando che basti eliminare un dittatore per risolvere un problema, l’Iraq da quel giorno diventa un casino dal quale nessuno ha idea di come venirne fuori.

Nel casino saltano fuori gli esegeti del Califfato. All’inizio tutti li prendevano per emuli di Al Qaida, poi invece salta fuori che Al Qaida li combatte, e che globalmente tutti cominciano ad aver paura di sti quattro pezzenti che poco a poco son diventati un pezzo chiave nell’altra intricatissima rogna locale, la Siria. Probabilmente, anzi sicuramente, sovvenzionati da Assad figlio, per sparigliare le carte degli oppositori siriani e costringere gli occidentali a riallinearsi dietro di lui, riesce nell’intento di rafforzarli. Adesso quindi anche gli iraniani ne hanno paura per cui fanno accordi semi segreti con gli americani per combatterli assieme. Anche la Siria vuol fare lo stesso giochetto e propone ufficialmente agli americani di bombardare a casa loro (in Siria) ma dopo essersi messi d’accordo col governo di Bashar al Assad, il nemico che, dall’altra parte, gli americani, col nostro appoggio europeo, stanno combattendo.

Quindi, chi sta con chi? La risposta è: dipende. Noi europei siamo sempre vigili… quindi abbiamo una posizione nettissima.. cioè, quasi netta.. anzi no.. su tutto questo. Mandiamo armi ai Peshmerga per combattere quelli del califfato. Ma i peshmerga sono soldati curdi, di uno stato che non esiste e che vorrebbe tornare ad esistere, dopo il genocidio turco dei primi del 900. Quindi noi diamo armi ai curdi, ma non siamo a favore di uno stato curdo, ovviamente.

Occhio che non metto la storia palestinese in mezzo, altrimenti bisogna andare a prendere due aspirine immediatamente.

Questo è quindi un esempio di cosa ci aspetta nel futuro… dico futuro? Ma non sta giá succedendo? Cosa manca perché la chiamiamo guerra? L’invio di soldati nostri, italiani e/o europei? Ma non ci sono già? Per operazioni di mantenimento della pace? Forse ci manca una riflessione sul concetto della futura guerra. Per riconoscere, quando questo succederà, che ci siamo già in mezzo.

La guerra del futuro si fará ancora come si faceva una volta: per ragioni etniche. Ricordiamoci che la storia del conflitto nell’ex Jugoslavia è ancora recente… i conti non sono stati saldati e il Kossovo è ancora lì a ricordarcelo. Guerre etniche… la mia mente va subito all’Africa. Saranno etniche perché salterà il tappo dello Stato nazione, nella maggior parte dei casi inventati dalle potenze coloniali al momento di dividersi il Continente e poi quando si è trattato di lasciargli da soli con le Indipendenze. 

Salteranno, uno dopo l’altro, perché malgrado la parvenza di istituzioni democratiche, sotto sotto cova il fuoco. I miei consulenti mi raccontano cosa succede sul terreno, e posso garantire che ognuno sta “puxando a sardinha pela sua braça” come dicono i portoghesi, cioè ognuno cerca di imporre gli affari suoi contro gli altri. Ho giá avuto modo di far notare come il prezzo medio delle armi sia sceso parecchio, per cui ogni scintilla adesso può diventare un incendio.

Saranno magari anche guerre batteriologiche. Gli Ebola del futuro magari non saranno facilmente controllabili, e invece di fare qualche migliaio di morti in Africa, inizieranno a farli da noi.
Tante possibilitá… resta la domanda del perché. Perché nuove guerre quando dovremmo aver capito dall’esperienza precedente che non servono? Come non servono? A tutto un settore industriale servono eccome. Ma anche a chi vuole mettere le mani sulle riserve strategiche, non solo oramai oro, petrolio e gas, ma anche a tutti quei microelementi e minerali fondamentali per i nostri telefoni. 

Pensate al Litio: senza litio niente batterie di telefoni e niente batterie per le future macchine elettriche. Quindi chi vuol avere una industria forte di macchine elettriche deve assicurarsi i rifornimenti di Litio. I francesi vogliono avere una forte industria nucleare. Perfetto. Quindi cosa fanno? Controllano militarmente i siti di uranio in Africa. La ditta privata Areva va a braccetto con le basi africane dell’esercito francese. Realmente crediamo che i parà francesi siano lí per difendere la democrazia? Quale democrazia? Quella in Repubblica Centroafricana dove i mussulmani sono cacciato dai cattolici?  

Ragioni per fare guerre ce ne sono, anche troppe. Soprattutto perché tutti pensano, nello scenario attuale, che un piccolo conflitto in più passerà inosservato nel casino generale. Il business di mandare qui gli immigrati, spellandoli vivi, non solo metaforicamente: quanto ci guadagnano tutti quelli che ci stanno in mezzo?

Noi del Nord che ci siamo dati le Nazioni Unite, le forze di interposizione, di mantenimento della pace, i soldati di Mare Nostrum etc etc.. oggi come oggi non abbiamo più i soldi per pagare tutto questo. Quindi si dovrà scegliere. Ma mettetevi dalla parte di qualcuno che voglia conquistare un pezzo di terra (non dico Putin…) o fare affari illegali (immigrati, droga e tutto il resto): chi glielo impedirà? Delle sanzioni economiche? Per cui si va avanti, finché a un certo punto qualcuno griderà Basta e allora inizierà ufficialmente quel conflitto che abbiamo già dentro di noi.

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