Da alcuni giorni
questa domanda mi gira in testa. Quello che sembra assodato è che non sarà come
le precedenti, dove era abbastanza chiaro chi stava da una parte e chi stava
dall’altra, nonché il teatro delle operazioni.
Stavolta sembra
chiaro che si andrà su geometrie variabili: tanto le alleanze (amici-nemici)
come le ragioni per combattersi potranno essere diverse nello stesso periodo di
tempo (ma su geografie diverse) oppure nelle stesse zone (ma in tempi diversi).
Insomma, sarà roba da perderci la testa.
Eppure questa
costruzione la stiamo già vedendo all’opera. Prendiamo il Medio Oriente: da un
lato abbiamo la decennale contrapposizione tra Stati Uniti ed Iran, alla quale è
venuta recentemente (20 anni fa) sovrapporsi una contrapposizione con quello
che prima era l’alleato chiave degli americani contro gli Iraniani, Saddam
Hussein.
A un certo punto
salta fuori Al Qaida e quell’altro ex alleato degli americani, Bin Laden, la
cui famiglia, prima, durante e dopo l’11 settembre faceva e fa affari con gli
americani. Bin Laden, fedele alleato, a un certo punto si rompe le balle e
decide di distruggere i cattivi del mondo occidentale. Diventa un cattivo,
viene punito e a quel punto si sperava che Al Qaida fosse sparito. Invece no,
rinasce sotto le ceneri ed anzi si moltiplica, andando a creare casini nuovi
anche in Africa. Saddam viene fatto fuori perché non aveva seguito il detto
romano (“nun t’allargá”), ma pensando che basti eliminare un dittatore per
risolvere un problema, l’Iraq da quel giorno diventa un casino dal quale
nessuno ha idea di come venirne fuori.
Nel casino
saltano fuori gli esegeti del Califfato. All’inizio tutti li prendevano per
emuli di Al Qaida, poi invece salta fuori che Al Qaida li combatte, e che
globalmente tutti cominciano ad aver paura di sti quattro pezzenti che poco a
poco son diventati un pezzo chiave nell’altra intricatissima rogna locale, la
Siria. Probabilmente, anzi sicuramente, sovvenzionati da Assad figlio, per
sparigliare le carte degli oppositori siriani e costringere gli occidentali a
riallinearsi dietro di lui, riesce nell’intento di rafforzarli. Adesso quindi anche
gli iraniani ne hanno paura per cui fanno accordi semi segreti con gli
americani per combatterli assieme. Anche la Siria vuol fare lo stesso giochetto
e propone ufficialmente agli americani di bombardare a casa loro (in Siria) ma
dopo essersi messi d’accordo col governo di Bashar al Assad, il nemico che,
dall’altra parte, gli americani, col nostro appoggio europeo, stanno
combattendo.
Quindi, chi sta
con chi? La risposta è: dipende. Noi europei siamo sempre vigili… quindi
abbiamo una posizione nettissima.. cioè, quasi netta.. anzi no.. su tutto
questo. Mandiamo armi ai Peshmerga per combattere quelli del califfato. Ma i
peshmerga sono soldati curdi, di uno stato che non esiste e che vorrebbe
tornare ad esistere, dopo il genocidio turco dei primi del 900. Quindi noi
diamo armi ai curdi, ma non siamo a favore di uno stato curdo, ovviamente.
Occhio che non
metto la storia palestinese in mezzo, altrimenti bisogna andare a prendere due
aspirine immediatamente.
Questo è quindi
un esempio di cosa ci aspetta nel futuro… dico futuro? Ma non sta giá
succedendo? Cosa manca perché la chiamiamo guerra? L’invio di soldati nostri,
italiani e/o europei? Ma non ci sono già? Per operazioni di mantenimento della
pace? Forse ci manca una riflessione sul concetto della futura guerra. Per
riconoscere, quando questo succederà, che ci siamo già in mezzo.
La guerra del
futuro si fará ancora come si faceva una volta: per ragioni etniche.
Ricordiamoci che la storia del conflitto nell’ex Jugoslavia è ancora recente… i
conti non sono stati saldati e il Kossovo è ancora lì a ricordarcelo. Guerre
etniche… la mia mente va subito all’Africa. Saranno etniche perché salterà il
tappo dello Stato nazione, nella maggior parte dei casi inventati dalle potenze
coloniali al momento di dividersi il Continente e poi quando si è trattato di
lasciargli da soli con le Indipendenze.
Salteranno, uno dopo l’altro, perché
malgrado la parvenza di istituzioni democratiche, sotto sotto cova il fuoco. I
miei consulenti mi raccontano cosa succede sul terreno, e posso garantire che
ognuno sta “puxando a sardinha pela sua braça” come dicono i portoghesi, cioè ognuno
cerca di imporre gli affari suoi contro gli altri. Ho giá avuto modo di far
notare come il prezzo medio delle armi sia sceso parecchio, per cui ogni
scintilla adesso può diventare un incendio.
Saranno magari
anche guerre batteriologiche. Gli Ebola del futuro magari non saranno
facilmente controllabili, e invece di fare qualche migliaio di morti in Africa,
inizieranno a farli da noi.
Tante possibilitá…
resta la domanda del perché. Perché nuove guerre quando dovremmo aver capito
dall’esperienza precedente che non servono? Come non servono? A tutto un
settore industriale servono eccome. Ma anche a chi vuole mettere le mani sulle
riserve strategiche, non solo oramai oro, petrolio e gas, ma anche a tutti quei
microelementi e minerali fondamentali per i nostri telefoni.
Pensate al Litio:
senza litio niente batterie di telefoni e niente batterie per le future
macchine elettriche. Quindi chi vuol avere una industria forte di macchine
elettriche deve assicurarsi i rifornimenti di Litio. I francesi vogliono avere
una forte industria nucleare. Perfetto. Quindi cosa fanno? Controllano
militarmente i siti di uranio in Africa. La ditta privata Areva va a braccetto
con le basi africane dell’esercito francese. Realmente crediamo che i parà
francesi siano lí per difendere la democrazia? Quale democrazia? Quella in
Repubblica Centroafricana dove i mussulmani sono cacciato dai cattolici?
Ragioni per fare
guerre ce ne sono, anche troppe. Soprattutto perché tutti pensano, nello
scenario attuale, che un piccolo conflitto in più passerà inosservato nel
casino generale. Il business di mandare qui gli immigrati, spellandoli vivi,
non solo metaforicamente: quanto ci guadagnano tutti quelli che ci stanno in
mezzo?
Noi del Nord che
ci siamo dati le Nazioni Unite, le forze di interposizione, di mantenimento
della pace, i soldati di Mare Nostrum etc etc.. oggi come oggi non abbiamo più
i soldi per pagare tutto questo. Quindi si dovrà scegliere. Ma mettetevi dalla
parte di qualcuno che voglia conquistare un pezzo di terra (non dico Putin…) o
fare affari illegali (immigrati, droga e tutto il resto): chi glielo impedirà? Delle
sanzioni economiche? Per cui si va avanti, finché a un certo punto qualcuno griderà
Basta e allora inizierà ufficialmente
quel conflitto che abbiamo già dentro di noi.
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