mercoledì 19 ottobre 2011
Haiti: Goudou goudou (à quoi tient la vie)
Hugues è un vecchio amico da oltre un quarto di secolo. Ci siamo visti per discutere del suo primo romanzo che uscirà a dicembre (Caporal Liméris - bello, ve lo consiglierò a gennaio con calma). Il discorso è andato sia al passato a tutti questi anni passati, ai sogni di cambiare il mondo o almeno Haiti, le molte delusioni portate a casa e le speranze che ancora ci animano.
Inevitabilmente il discorso è andato a finire anche sul terremoto (goudou-gougou in creolo). Gli ho chiesto come l'ha vissuto lui e la famiglia, dato che erano qui in città quando è successo.
Uscito dall'ufficio, chiusa la porta lasciando lì dei colleghi a lavorare. Arrivato al parcheggio e prima ancora di salire in macchina eccolo lì che arriba goudou goudou. L'edificio è venuto giù in un attimo e i suoi colleghi rimasti lì sotto. Due morti e tre feriti, amputati ma vivi. Il pensiero che corre ai figli, corri a casa e scopri che quel giorno era nato sotto una buona stella per lui e la famiglia: sua moglie aveva deciso di prenderli prima da scuola dato che aveva il pomeriggio libero. Loro a casa, in una zona che non è stata toccata, la scuola è crollata, tutta.
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