domenica 9 ottobre 2011
Per strada a Port au Prince, Haiti.
Tornando a casa stasera, nel mezzo del solito traffico incasinato, mi son chiesto come mai alla fine ti prenda questa sensazione di aver già visto gli stessi casini; ed ho pensato a quali siano questi elementi comuni che fanno Sud, nell'immaginario di molti di noi; il tutto per opposizione a ciò che fa Nord.
Partiamo dall'idea razzista che Sud sia terzo mondo. Questo ho voluto cercare, l'abecedario di cosa faccia Sud. Non che voglia aprire una discussione, ma semplicemente cercare dentro di noi cosa siano gli ingredienti che ci fanno dire, ecco, questo è il terzo mondo.
Allora cominciamo: strade sfatte, con buche enormi, improvvise che ti trovi davanti spesso quando è tardi per evitarle. Strade impolverate, dove vige la regola dell'ognuno per sè, per cui si sorpassa a destra o a sinistra senza logica, basta buttarsi tanto l'altro si fermerà o farà spazio. I segnali sono un opzional. Quelli che dovrebbero indicarti dove andare non ci sono mai, mentre quelli pubblicitari ci sono sempre. Magari di dimensioni enormi, a fianco di quelli più artigianali, uno sopra l'altro, in un carosello di colori, forme e stili che sembra di stare al museo di arte moderna.
Ti passa sulla destra una macchinetta che trasporta persone, dunque una specie di microbus, con la gente attaccata dietro, stretta peggio che nella metro giapponese, con facce rassegnate che tanto così è la vita.
Le luci, sul finire del giorno, sono anch'esse un opzional. Di colpo arrivi a un incrocio moderno, pieno di luci, semafori che ti sembra di stare a niuiorc, ma l'attimo dopo ti ricordi che non è vero dato l'assalto normale a cui sei sottoposto: tutti chiedono la stessa cosa, largent (tutto attaccato), i soldi, per elemosina o per i prodotti più strani di cui non avresti mai bisogno salvo che, vedendoli lì, improvvisamente ti viene voglia di comprarli: una scarpa numero 40, un ventilatore cinese, un pacchetto di biscotti e un' aranciata speriamo non aperta.
Riparti, con il solito tipo che ti ha superato da destra per poi svoltare di colpo a sinistra e il tuo autista, flemmatico, non lo manda nemmeno a quel paese, giusto un colpetto di klaxon. Comincia a piovere, poco, quel tanto che ti obbliga a far funzionare il tergicristalli che, ovviamente, è stato riparato l'ultima volta prima della guerra. A forza di smadonnare parte anche lui, così che la polvere accumulata sul vetro può essere sparsa su tutto il vetro, con un ottimo effetto nebbia marrone che porta a zero la visibilità. Nessun problema perchè tanto anche la velocità è scesa a zero. Tutti fermi. Ti vien da pensare che ci sia la polizia di mezzo, e magari è vero, ma le cause possono essere molte. Di fronte di arriva uno di quei camion più grandi di moby dick e allora pensi: se fossi in brasile o paraguay sarebbero pieni di legname, magari trafugato illegalmente dalle foreste; se invece sei ad Haiti devono essere i camion delle nazioni unite con tutti i macchinari che portano in giro per togliere i detriti del terremoto di due anni fa.
E' buio, in un attimo la luce è sparita come quando non hai pagato la bolletta e te la tolgono di colpo. Questo è l'effetto tropici. Capisci che il tuo autista è abituato a questo strano fenomeno che si ripete tutti i giorni, per cui non reagisce come farebbe uno straniero qualsiasi, accendendo i fari, ma con sana filosofia zen, aspetta... ma cosa aspetta direte voi .. ecco anch'io mi sono chiesto cosa aspettasse e alla fine, dopo averglielo chiesto e aver visto che in cambio accendeva sti maledetti fari giusto un attimo prima di schiantarsi contro una macchina che non aveva visto dato che il parabrezza è sempre quello di prima, ricordate la nebbia di londra?, ecco, allora ti dici che forse lui aspettava solo la tua domanda.
Guardi fuori, per far finta di niente e darti un contegno, e adesso che la velocità ha ripreso il suo ritmo normale (buche, rallentamenti, sorpassi, il tutto con risultato di far scendere a quasi zero la velocità), ecco che segui in diretta la vita sul marciapiede. Sì perchè i marciapiedi hanno una vita incredibile che si svolge sopra: chi ci vive (e ci muore), chi vende, chi cerca di passare indenne, poi capita un bambino che incrocia il tuo sguardo... e ti sorride.. e allora non puoi fare altro che sorridere anche tu.... questo è il sud.... e questi siamo noi, tutti.
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